PARMA – Il tributo a un grande giornalista e alla sua carriera straordinaria, che l’ha portato a raccontare in diretta nelle zone più “calde” del mondo alcuni tra gli snodi cruciali della Storia degli ultimi sessant’anni.
Oggi l’Università di Parma ha conferito a Bernardo Valli, grandissimo reporter di due secoli, la Laurea magistrale ad honorem in Giornalismo, cultura editoriale, comunicazione ambientale e multimediale. In Aula Magna tanti amici e colleghi di Valli, arrivati a rendergli omaggio in questo suo particolare “ritorno a casa”.
In apertura un quartetto dell’Orchestra dell’Università di Parma, diretta dal maestro Stefano Zinetti, ha eseguito il brano Figlio della guerra. Un viaggio tra le terre che hai chiamato casa, appositamente composto in onore di Bernardo Valli (Stefano Zinetti clarinetto, Magda Muscia flauto traverso, Matteo Federici tromba, Jona Muscia percussioni).
«Valli, che è parmigiano, ha debuttato proprio sulla “Gazzetta di Parma” nel 1949 e dà lustro alla magnifica galleria di firme gloriose di questa città, è grande giornalista tout court. Grande inviato, grande corrispondente, grande narratore di fatti e di eventi», ha detto nel suo intervento il Rettore Paolo Andrei, che si è soffermato in particolare su una parola-chiave come verità e sulla qualità della scrittura di Valli. Da un lato la verità, «che dovremmo quasi scrivere con l’iniziale maiuscola dato il peso che le va attribuito», e dall’altro «il tema della scrittura, che ovviamente non è disgiunto dal precedente. Bernardo Valli è narratore efficace, puntuale, dettagliato. La sua è una scrittura nutrita di tanti libri, di tanti scrittori e scrittrici, di tante letture, di tanta letteratura». Questi due aspetti, cioè «il rigore della verità e il passo del narratore, sono i due fuochi di un’ellisse assolutamente feconda: la vita e l’attività di un “cronista viaggiatore” – ha continuato il Rettore – che partito da Parma ha saputo raccontare il mondo e alcuni passaggi cruciali della storia di due secoli, sempre – ci tengo a sottolinearlo – rivendicando lo status di cronista e la specificità della cronaca».
La motivazione del conferimento della laurea ad honorem a Bernardo Valli è stata esposta da Diego Saglia, Direttore del Dipartimento di Discipline Umanistiche, Sociali e delle Imprese Culturali, che ha sottolineato «la qualità del suo lavoro giornalistico e della sua scrittura, la sua sensibilità di viaggiatore-narratore, la testimonianza umana e intellettuale, l’ampiezza della sua avventura professionale, la sua capacità di raccontare con intelligenza e passione l’attualità con senso di urgenza e al contempo di provvisorietà, così ben riassunta nella schietta formula “la verità del momento”».
«Parliamo di un giornalista la cui vita e i cui scritti hanno disegnato nell’immaginario collettivo una vasta e affascinante carta geografica del nostro mondo negli ultimi settant’anni. Una mappa di parole, di vicende, di personaggi e visioni indimenticabili. Sono pochi gli angoli della terra che non ha visitato e raccontato sulle pagine dei giornali», ha spiegato nella laudatio Marco Deriu, Presidente del corso di laurea in Giornalismo, cultura editoriale, comunicazione ambientale e multimediale, che ha ripercorso vita e carriera di Bernardo Valli tratteggiando un accurato profilo del suo modo d’intendere e di praticare il giornalismo e sottolineandone a sua volta lo stile del cronista e la qualità della scrittura. «La grandezza di Valli – ha aggiunto – ovviamente non dipende semplicemente dall’ampiezza dei suoi lavori e dall’importanza degli eventi raccontati. Straordinario è il suo approccio, un intreccio equilibrato tra fatti e commenti, tra analisi e passione, tra racconto e spiegazioni, tra complessità e chiarezza, tra particolare e universale».
Dopo la proclamazione è stata poi la volta della lectio doctoralis del laureato, significativamente intitolata La difficile ricerca della verità, nella quale ha brevemente passato in rassegna alcune delle tappe della sua carriera e dei posti dai quali ha scritto, prendendo le mosse dal Congo coloniale.
«Esprimo grande riconoscenza all’Università di Parma per questa laurea. Tra le ragioni che mi rendono particolarmente gradito questo onore è che esso mi sorprende a 93 anni, quando una vita protrattasi tanto ha un tempo limitato davanti a sé», ha commentato.
«La mia vita la rivedo “sparpagliata” nel mondo: questa occasione mi consente di vederla compatta, lineare, coerente. È un grande privilegio», ha detto Valli, che nonostante da molti anni viva a Parigi ha sottolineato il legame fortissimo con Parma e con l’Italia: «Le mie radici sono sempre state nel mio Paese natale. Quando penso, quando scrivo, quando parlo con mia moglie lo faccio in italiano».