PARMA – C’è anche un gruppo di ricerca dell’Università di Parma nello studio, guidato dall’Università di Ferrara, che ha individuato due molecole che potrebbero essere in grado di inibire l’espressione virale e la “tempesta infiammatoria” del Covid-19.
Combinare il targeting del Network “microRNA/fattori di trascrizione” con un approccio antisenso basato su PNA diretti contro SARS-CoV-2: interferire con l’espressione virale e la tempesta citochinica di COVID-19 il titolo del progetto, che si è chiuso alcuni giorni fa con risultati incoraggianti. Il gruppo dell’Università di Parma, del Dipartimento di Scienze Chimiche, della Vita e della Sostenibilità Ambientale, è guidato dal Direttore del Dipartimento Roberto Corradini ed è formato anche dai docenti Alessandro Casnati e Francesco Sansone, dall’assegnista di ricerca Stefano Volpi, dalla dottoranda in Scienze Chimiche Sabrina Capodaglio, e dal borsista Matteo Ferrarini.
Il progetto, che ha preso avvio il 15 luglio 2021, è stato finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca all’interno del “Fondo Integrativo Speciale per la Ricerca (FISR: SARS-CoV2/COVID-19), e per l’Università di Ferrara è coordinato dalla docente Alessia Finotti del Dipartimento di Scienze della Vita e Biotecnologie
Il progetto in dettaglio
COVID-19 è caratterizzato da due principali fasi cliniche. La prima è correlata con l’infezione da parte di SARS-CoV-2 di cellule e tessuti bersaglio, portando a importanti manifestazioni cliniche come insufficienza polmonare. La seconda è uno stato infiammatorio profondo, noto come “tempesta citochinica”, causato dall’attivazione di geni pro-infiammatori.
Per la lotta contro l’infezione virale, il progetto si è basato sull’inibizione dell’espressione dell’RNA virale mediante analoghi di oligonucleotidi in grado di “leggere” le sequenze del virus. Tra oligonucleotidi anti-virali e analoghi, gli acidi peptido-nucleici (PNA) oligonucleotidi di natura poliammidica, da tempo studiati dal gruppo del prof. Corradini, sono di grande interesse. PNA antivirali sono stati impiegati nello sviluppo di nuovi agenti contro malattie infettive, inclusa quella causata da SARS Coronavirus. L’attività di ricerca condotta dal gruppo di Parma è stata tesa a valutare proprio l’attività di PNA analoghi diretti contro sequenze virali selezionate ad hoc. Questa strategia è particolarmente attuale in quanto permetterebbe di intervenire anche sulle varianti, perché facilmente adattabile alle loro sequenze caratteristiche.
Oltre a colpire l’RNA virale, i PNA sono stati utilizzati per inibire l’azione di microRNA pro-infiammatori, sfruttando i recenti lavori degli stessi gruppi di ricerca Unipr – Unife sull’efficace azione dei PNA contro microRNA legati a diverse patologie (ad esempio tumori e fibrosi cistica).
L’Unità di Parma ha lavorato anche su nuovi composti per la veicolazione cellulare dei microRNA e dei PNA, basati su calixareni anfifilici sviluppati dal gruppo dei proff. Casnati e Sansone, che si sono rivelati molto competitivi rispetto agli attuali strumenti di transfezione.
Foto dal sito dell’Università di Parma
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