Donata Columbro, giornalista, divulgatrice e “umanizzatrice di dati” presenta il suo ultimo libro: una riflessione intersezionale sul potere dei dati, fra obiettività e pregiudizio, e su come comprenderli e usarli meglio
PARMA – Donata Columbro, giornalista, divulgatrice e autrice di tre volumi e della seguitissima newsletter Ti spiego il dato sarà protagonista lunedì 9 settembre alle ore 21, nello Spazio estivo della Biblioteca Malerba (via Mafalda di Savoia 15/a), dell’incontro che prende il titolo dal suo ultimo libro, Quando i dati discriminano (Il Margine, 2024). È stata definita una data humanizer, umanizzatrice di dati, perché i dati li racconta e li spiega per farli diventare più umani, e per mantenere bene evidente il rapporto e le ripercussioni che possono avere sulla nostra vita quotidiana.
Dialogherà con lei il sociologo Marco Deriu, presidente del Corso di Laurea Magistrale in Giornalismo dell’Università di Parma, che con Columbro condivide l’attenzione ai temi dell’informazione giornalistica e scientifica e al taglio femminista intersezionale della ricerca.
I dati sono attorno a noi, li produciamo mentre camminiamo, mentre ascoltiamo la musica, quando mandiamo messaggi agli amici, quando acquistiamo online, quando scriviamo un post sui social. Si traducono in dati le nostre funzioni corporee, le calorie che ingurgitiamo, i pannolini che cambiamo, le preferenze politiche che accordiamo.
Al giorno d’oggi, quando si vuole dare l’idea di essere obiettivi, perché ci si prefigge di essere incontestabili, può scappare di bocca un’espressione diventata d’uso comune: «Lo dicono i dati». Ma siamo certi che quei dati così allettanti, che confermano il nostro giudizio, non nascondano un pregiudizio?
Dice Donata Columbro: “Il dato in natura non esiste, non possiamo «raccoglierlo» se non viene prima prodotto. Ma se la natura in qualche modo senza il nostro intervento può produrre frutti e fiori, con i dati questo non succede mai. Perché allora siamo ancora molto legati a espressioni come «lo dicono i dati» o «data driven» come bollino di qualità di un progetto, un report, o persino di un programma politico?”
Quando tutte le nostre decisioni si basano sui dati perché cerchiamo oggettività, ma ignoriamo il contesto, possiamo andare incontro a enormi fraintendimenti arrivando alla conclusione che questa oggettività – in fondo – non esiste. Donata Columbro indaga a fondo il lato inconscio del dato influenzato dal contesto in cui viene raccolto, illustrando come sia fondamentale riconoscere la presenza di pregiudizi nell’elaborazione dei dati e di come sia necessario equilibrare i set di dati.
Chi ha il potere di raccogliere e analizzare il dato? E chi, invece, non ha assolutamente questo potere? Nell’incontro l’autrice spiegherà anche come ciascuno di noi possa impegnarsi affinché i dati non diventino amplificatori di discriminazioni danneggiando le comunità o i gruppi ai margini della società.
L’incontro, organizzato dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Parma in collaborazione con la Biblioteca “Luigi Malerba” è ad ingresso libero e gratuito. Per info: info.cultura@comune.parma.it
Donata Columbro è una giornalista italiana specializzata nella divulgazione della cultura statistica e in data journalism. Scrive la rubrica Data Storie su La Stampa e collabora con L’Essenziale, giornale a cura della redazione di Internazionale. Insegna all’università Iulm, alla Scuola Holden ed è tra i docenti del Master di giornalismo di Torino.
Ha pubblicato Ti spiego il dato (Quinto Quarto Edizioni, 2021), Dentro l’algoritmo (effequ, 2022) e Quando i dati discriminano. Bias e pregiudizi in grafici, statistiche e algoritmi (Il Margine, 2024). La sua newsletter Ti spiego il dato è letta ogni settimana da oltre 7000 persone.
Marco Deriu è presidente del corso di laurea magistrale in Giornalismo, cultura editoriale, comunicazione ambientale e multimediale e professore associato in Sociologia dei processi culturali e comunicativi dell’Università di Parma. La sua ricerca e i suoi scritti si occupano di temi di genere, relazione fra i sessi, decrescita, ecofemminismo e idee di sostenibilità, comunicazione politica ed ambientale ed equità intergenerazionale. È fra i fondatori di Maschile Plurale e di Maschi che si immischiano.