Lunedì 17 gennaio, al Cinema Rosebud di Reggio Emilia, Franco Grillini presenta “Let’s kiss. Storia di una rivoluzione gentile”

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L’evento si inserisce nell’ambito della campagna di raccolta fondi a sostegno della prima Casa Arcobaleno cittadina

REGGIO EMILIA – Lunedì 17 gennaio (ore 21), al Cinema Rosebud di Reggio Emilia, Franco Grillini – presidente onorario e fondatore di Arcigay, politico e attivista per i diritti civili – presenta “Let’s Kiss. Storia di una rivoluzione gentile”, il docufilm di Filippo Vendemmiati che ripercorre 40 anni di battaglie per i diritti Lgbt attraverso gli occhi, i ricordi e la voce di uno dei suoi maggiori protagonisti. L’appuntamento, promosso da Arcigay Gioconda in collaborazione con l’ufficio Cinema del Comune di Reggio Emilia, si inserisce nel percorso promosso dall’associazione per sostenere l’apertura della prima Casa Arcobaleno di Reggio Emilia: uno spazio sicuro e protetto dove accogliere le persone Lgbt vittima di violenza e omofobia, per permettere loro di riprendersi e costruirsi un nuovo percorso di vita. L’intero incasso dell’iniziativa, a offerta libera, sarà infatti devoluto al progetto: per partecipare è consigliata la prenotazione per esigenze di tracciamento Covid scrivendo una mail a ufficiocinema@comune.re.it.

Oltre a Franco Grillini, alla serata sarà presente anche il regista Filippo Vendemmiati: in apertura è previsto un saluto dell’assessora alle Pari opportunità Annalisa Rabitti e del presidente di Arcigay Gioconda Alberto Nicolini. Per accedere è necessario essere muniti di super greenpass e di mascherina fpp2.

“È un grande onore – dice il presidente di Arcigay Gioconda Albeerto Nicolini – ospitare nuovamente una roccia del movimento per i diritti civili come Franco Grillini, un uomo che è grande amico della Reggio Emilia libera: c’era per il REmilia Pride del 2017, c’era per l’inaugurazione della nostra nuova sede nel 2018, e c’è oggi, a supporto del nostro progetto più ambizioso, quello della casa di accoglienza dedicata a Tondelli. E ci sembra un momento giusto: senza Franco Grillini, Pier Vittorio Tondelli e chi come loro ha combattuto per la nostra visibilità e diritto all’esistenza quaranta anni fa, non saremmo certo qua a raccogliere fondi per aprire un primo appartamento di accoglienza, appartamento che – ricordo – ha bisogno del supporto di tutta la cittadinanza, anche tramite le donazioni che riceveremo all’ingresso del Cinema Rosebud, un luogo di libertà della mente cui siamo gioiosamente grati per l’iniziativa”.

IL DOCUFILM – Franco Grillini è un esponente di rilievo del movimento per il riconoscimento dei diritti civili di gay lesbiche e transessuali. È lui stesso a ripercorrere, grazie all’uso di un corposo materiale documentale, le tappe di un percorso non facile e tuttora non ancora concluso. Nato a Pianoro, in provincia di Bologna, e oggi 66enne, presidente onorario dell’Arcigay, Grillini ha iniziato la sua ‘militanza omosessuale’ nel 1982, all’età di 27 anni. Le sue tappe scandiscono lotte e conquiste – dal tragico irrompere dell’Aids con i morti e la messa all’indice dei rapporti omosessuali fino al primo matrimonio tra persone dello stesso sesso e l’ancora aperta battaglia per la stepchild adoption – ma anche l’evoluzione dell’approccio sociale e dei media ad un tema che ancora oggi, pur riguardando milioni di persone, resta fortemente divisivo quando non ignorato. Grillini racconta tra pubblico e privato con serenità̀ e umorismo, con un linguaggio che la cadenza bolognese rende musicale, la sua pur sorridente trincea per un futuro senza vite vissute nella paura dello stigma sociale, per il diritto alla salute e all’affettività̀ completa.

LA CAMPAGNA DI RACCOLTA FONDI – A un mese dal suo avvio, la campagna di raccolta fondi promossa da Arcigay Gioconda per sostenere l’apertura della prima Casa Arcobaleno di Reggio Emilia ha superato i 6.000 euro. Un risultato importante, che sta vedendo una grande partecipazione da parte di singoli cittadini e associazioni: l’obiettivo è di raccogliere almeno 10.000 euro entro la data del 7 febbraio 2022. Tra le ricompense previste per chi dona, è prevista anche la possibilità di scegliere a chi intitolare una delle camere della Casa – che a trent’anni dalla sua scomparsa, sarà intitolata allo scrittore corregese Pier Vittorio Tondelli – quale ringraziamento speciale per il sostegno al progetto. I fondi raccolti serviranno a finanziare piccole opere di ristrutturazione, l’arredamento e il sostentamento per il primo periodo di vita dell’appartamento. Una volta aperto, lo spazio potrà accogliere fino a 4 persone vittime di omofobia.

COME PARTECIPARE – Per contribuire alla campagna di raccolta fondi è necessario collegarsi al sito www.ideaginger.it Sarà possibile supportare la campagna acquistando una o più ricompense (con importo libero o da 10, 25, 50, 75, 100, 250 e 500 euro) e inviando il proprio contributo tramite carta di credito, carta prepagata, PayPal o bonifico su conto corrente bancario. Ciascuna donazione prevede una “ricompensa”, tra cui la possibilità di avere un posto nel totem di ringraziamento all’interno della Casa Arcobaleno, o quella di intitolare una delle camere del primo appartamento.

Le risorse raccolte serviranno per coprire i costi di realizzazione e mantenimento della casa arcobaleno, e in particolare: ristrutturazione degli spazi (1.800 euro); acquisto dei mobili (4.200 euro); pagamento delle utenze per il primo anno di vita (2.400 euro); sostegno e spesa per gli ospiti della Casa Arcobaleno per il periodo iniziale (1.600 euro).

È possibile anche donare tramite bonifico IBAN IT62T0850912801028010020324 intestato a Arcigay Reggio Emilia Gioconda con causale “donazione per casa arcobaleno”

PERCHÈ UNA CASA ARCOBALENO – Dall’inizio dell’anno sono state 179 vittime di omofobia che hanno avuto il coraggio di denunciate: ancora troppe sono le persone che invece rimangono nell’ombra e senza nessuna rete di protezione, per la maggior parte adolescenti che vengono cacciati di casa dopo aver fatto coming out. A Reggio Emilia, nel 2021, sono state una ventina le persone che si sono rivolte ad Arcigay perché vittime di discriminazioni per il proprio orientamento sessuale. Molti di questi casi non vengono neppure denunciati. Durante il lockdown, in particolare, gli SOS giunti ad Arcigay sono stati tantissimi: si tratta di persone che nelle proprie abitazioni, in famiglia, sono state vittima di prevaricazioni o intimidazioni per il fatto di essere gay, lesbiche o trans.