Bologna

“L’ultimo gran ballo della Roma Pontificia” di Andrea Cotticelli

BOLOGNA – La bolognese Rosa Marescalchi Marchesa Lavaggi di Montebello (1836-1899) è tra i protagonisti de “L’ultimo gran ballo della Roma Pontificia. Ritratti e Storie familiari della Nobiltà dell’Ottocento”, il nuovo libro di Andrea Cotticelli, edito da Palombi Editori, uscito in questi giorni in tutta Italia. Rosa fu Dama di Palazzo della Regina d’Italia Margherita di Savoia ed è passata alla storia per aver detto a Re Umberto I, che al Quirinale prediligeva usare il dialetto piemontese, di parlare in Italiano.

Discendente della ricca famiglia bolognese dei Conti Marescalchi, le cui origini risalivano al Trecento e che tra i suoi avi poteva annoverare persino un Papa, quel Gregorio XIII Boncompagni che istituì il Calendario Gregoriano, Rosa era una donna bella e ambiziosa ma dal carattere esuberante e difficile. Cresciuta a Bologna nella splendida cornice di Palazzo Marescalchi in un ambiente colto, raffinato, cosmopolita e poliglotta, Rosa sposò il ricco banchiere romano Marchese Ignazio Lavaggi di Montebello e si trasferì a Roma.

A Roma nel corso del Risorgimento la Nobiltà Romana si era divisa al suo interno in due distinte fazioni: la Nera conservatrice e fedele al Papa-Re e la Bianca liberale e favorevole all’Unità d’Italia sotto lo scettro di Casa Savoia. Affascinata dalle idee risorgimentali professate a Bologna dai Marescalchi, Rosa spinse i Lavaggi ad entrare nella cerchia della Nobiltà Bianca di Roma, incurante della delicata posizione del marito, che si sentiva ancora in dovere di riconoscenza verso il Papato che aveva a suo tempo nobilitato la sua casata.

Pertanto dopo la Breccia di Porta Pia, con Roma divenuta la capitale d’Italia e l’arrivo dei Savoia al Palazzo del Quirinale mentre Papa Pio IX si dichiarava “prigioniero” in Vaticano, la fedeltà di Rosa a Casa Savoia fu ripagata con la nomina a Dama di Palazzo di Margherita di Savoia. Nel suo privilegiato ruolo Rosa riuscì presto a conquistare le grazie della Regina d’Italia, con la quale strinse un’affettuosa amicizia che durò decenni e talmente profonda che le due donne si davano reciprocamente del “tu”, un privilegio che i Reali concedevano a pochissime persone di loro stretta fiducia. Ma a Corte l’altera e superba Rosa non mancò di farsi ben notare. Infatti se non ebbe difficoltà a trovarsi in piena sintonia con Margherita di Savoia che era simile a lei, Rosa mostrò fin da subito disappunto nei confronti di Umberto I di Savoia e del suo entourage maschile, perché si ostinavano a prediligere nelle conversazioni il dialetto piemontese al posto della lingua italiana, facendo così apparire la Corte Sabauda provinciale e soprattutto incomprensibile. E così durante un Ballo a Corte, Rosa non nascose ai presenti di essere ancora una volta infastidita dagli sforzi che era costretta a fare per riuscire a comprendere le parole che Umberto I proferiva in dialetto piemontese con i suoi ospiti. Pertanto in segno di protesta, prese sotto braccio il Marchese Luigi Calabrini, Gentiluomo di Corte, e si recò con lui verso un angolo più appartato del Salone delle Feste per proseguire la propria conversazione lontano dalle ingombranti voci dialettali. Quando Umberto I si accorse che nel gruppo degli ospiti mancavano la Marchesa Lavaggi e il Marchese Calabrini, li raggiunse nel loro angolo per invitarli a tornare nel gruppo e domandò con una punta di risentimento: «Che fate qui?». La risposta di Rosa fu immediata e tagliente: «Altezza Reale, parliamo italiano!». Da quel giorno in poi a Corte il Re d’Italia parlò sempre in italiano al cospetto dell’altera bolognese Rosa Marescalchi Marchesa Lavaggi.

Oltre alla figura della Marchesa Rosa Lavaggi, Andrea Cotticelli nel suo nuovo libro “L’ultimo gran ballo della Roma Pontificia. Ritratti e Storie familiari della Nobiltà dell’Ottocento”, edito da Palombi Editori, narra le storie familiari, le passioni politiche, gli amori, gli interessi economici e culturali di venti tra i maggiori esponenti della Nobiltà Romana, che parteciparono al Ballo Borghese del 1866, che fu un grande affresco storico, culturale e sociale dell’élite della seconda metà dell’Ottocento ma allo stesso tempo il canto del cigno della Roma Pontificia.

Andrea Cotticelli, L’ultimo gran ballo della Roma Pontificia. Ritratti e Storie Familiari della Nobiltà dell’Ottocento, Palombi Editori, Roma, 2023. Prefazione di Irene Fosi. Con il Patrocinio di: Istituto Nazionale di Studi Romani, Società Tarquiniense d’Arte e Storia, Corpo della Nobiltà Italiana, Collegio Araldico, Libro d’Oro srl.

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Pubblicato da
Roberto Di Biase

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