L’ultimo canto di Giovanni Pascoli: il carme latino “Thallusa” spiegato da Claudio Cazzola

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Martedì 8 ottobre 2024 alle 17 conferenza in sala Agnelli e in diretta video sul canale youtube Archibiblio web

FERRARA – Sarà dedicata all’ultimo canto di Giovanni Pascoli, il carme latino “Thallusa” del 1911, la conferenza di Claudio Cazzola in programma martedì 8 ottobre 2024 alle 17 , nella sala Agnelli della biblioteca comunale Ariostea (via Scienze 17 Ferrara).

L’incontro, a cura del Gruppo Scrittori Ferraresi Aps, potrà essere seguito anche in diretta video sul canale youtube Archibiblio web.

LA SCHEDA (a cura degli organizzatori)
«Questi poemetti fanno un tutto organico. Descrivono la vita romana antica in tutti i tempi, in tutte le condizioni, in pace e in guerra, in terra e in mare, nella politica e nella domesticità, in città e in campagna; poeti, artigiani, grandi uomini e donne, e piccoli e piccole, e paganesimo e cristianesimo, le origini e la fine – non definitiva». Questa formulazione riassuntiva, che si legge nella lettera inviata ad un amico da Giovanni Pascoli il 25 febbraio 1908, comprende i trenta componimenti in lingua latina appositamente redatti dal Poeta per essere inviati al concorso annuale di Amsterdam noto come Certamen Hoeufftianum (dal nome del munifico fondatore, il giurista e poeta olandese Jacob Hendrik Hoeufft (1756-1843): il premio, consistente per il primo posto in una medaglia d’oro del peso di 250 grammi e diritto di pubblicazione, ebbe vita dal 1844 al 1978 a cura dell’Accademia Reale delle Arti e delle Scienze dei Paesi Bassi). Secondo la critica più avvertita, furono tredici le vittorie conseguite da Pascoli, l’ultima delle quali toccò proprio a Thallusa – ed il relativo telegramma, secondo la testimonianza della sorella Maria, arrivò il giorno 11 marzo 1912 a ridosso della dipartita di lui.
Chi è il personaggio che fornisce il titolo alla composizione? In primo luogo, il nome proprio (da leggersi accentando la penultima sillaba) è copia fotostatica del participio presente genere femminile del verbo greco «thàllein» (= «fiorire, essere in pieno fiore, prosperare»), con valore nettamente antifrastico, essendo la protagonista del testo un accumulo di segni negativi. Ella infatti è, oltre che donna, una sposa privata del marito scomparso; una madre orbata del figlio sottrattole con la violenza; una schiava sottoposta ad ogni angheria e sopruso; e, infine, elemento decisivo, ha abbracciato la fede cristiana, per il qual motivo al termine del racconto risulterà venduta ad altro proprietario dal sospettoso padrone di casa. Una tal somma di motivi dolorosi non può che essere congeniale alla sensibilità pascoliana, che si sublima nella celebre memoria virgiliana a coronamento della storia.

Il programma completo degli appuntamenti culturali della biblioteca comunale Ariostea di Ferrara alla pagina: http://archibiblio.comune.fe.it

Link diretto al canale youtube Archibiblio web con le dirette e l’archivio delle registrazioni degli incontri: https://www.youtube.com/channel/UC1_ahjDGRJ3MgG45Pxs90Bg