MODENA – Nel 2023 il Comune di Modena con la lotta all’evasione fiscale ha recuperato 2,5 milioni di euro in più rispetto all’anno precedente, con accertamenti per 15 milioni e 600 mila euro. È la stessa cifra che si prevede di consolidare anche quest’anno e nei prossimi due anni, soprattutto da Imu e Tari, così come è stato indicato nella manovra finanziaria approvata prima di Natale.
Lo ha spiegato l’assessore al Bilancio Gian Pietro Cavazza rispondendo in Consiglio comunale, lunedì 8 gennaio, a un’interrogazione presentata dal consigliere del Pd Vittorio Reggiani sulle segnalazioni di evasione fiscale inviate dal Comune allo Stato.
L’interrogazione nasceva dalla considerazione che in regione ben un Comune su cinque invia segnalazioni di questo tipo allo Stato (a livello nazionale lo fa solo il 3 per cento degli enti locali) e che dal 2022 gli eventuali proventi da questa attività di recupero, però, rimangono ai Comuni solo per il 50 per cento e non per la cifra complessiva come avveniva in precedenza. Chiedendo quali siano stati i risultati raggiunti dal Comune con la lotta all’evasione, Reggiani si domandava se, anche alla luce delle novità, il sistema di segnalazione non risulti essere “un aggravio non proporzionato al lavoro del personale”.
“L’attività di controllo – ha spiegato l’assessore Cavazza – ha come motivazione principale l’esigenza di garantire maggiore equità rispetto ai cittadini e si sviluppa prima di tutto affiancandoli, nel loro ruolo di contribuenti, negli adempimenti consentendo così di regolarizzare spontaneamente eventuali violazioni con l’istituto del ravvedimento operoso. Ma è importante anche l’attività di prevenzione di situazioni di concorrenza sleale tra i soggetti economici. Sono diverse anche le segnalazioni qualificate che vengono presentate ogni anno all’Agenzia delle entrate con le quali, negli ultimi dieci anni, il Comune ha potuto incassare circa due milioni e 770 mila euro”.
All’iniziativa collaborano l’ufficio Tributi dell’ente e il Nucleo antievasione tributi locali della Polizia locale, l’unica in regione con un gruppo di lavoro dedicato a questo tipo di accertamenti.
L’ambito d’intervento dei Tributi riguarda prevalentemente urbanistica e territorio, la disponibilità di beni indicativi di capacità contributiva e proprietà edilizia e patrimonio immobiliare, con particolare riguardo alle plusvalenze realizzate e non dichiarate per la vendita di aree o di fabbricati e terreni, che in realtà sono aree fabbricabili e per beni conferiti ai soci d’impresa con l’effetto evasivo di sottrarli alla tassazione dei redditi: ambiti per i quali oggi, a causa del mutamento della disciplina normativa erariale, le segnalazioni vengono effettuate previo confronto sui singoli casi con l’Agenzia stessa.
I controlli della Polizia locale, invece, si concentrano in particolare sulle verifiche rispetto alla veridicità delle iscrizioni all’Aire (il registro degli italiani residenti all’estero), sugli appartamenti affittati in nero o con subaffitti irregolari, attività ricettive irregolari (in particolare affittacamere e Bed & Breakfast), sul lavoro nero, sui beni che possono indicare capacità contributiva di soggetti sconosciuti al fisco, reddito di cittadinanza con segnalazioni all’Inps, sulle associazioni che svolgono attività di raccolta fondi irregolari.
Il nucleo della Polizia locale, inoltre, effettua controlli anche sul recupero delle imposte comunali: mediante accertamenti per la verifica della regolarità di impianti e affissioni pubblicitarie, sulla pubblicità dei veicoli, sui passi carrai, sull’imposta di soggiorno, su Tari e Imu.
“La piattaforma condivisa con l’Agenzia delle Entrate – ha aggiunto Cavazza – fornisce l’aggiornamento sull’esito delle segnalazioni inoltrate soltanto dall’anno 2014 e le segnalazioni trasmesse in un dato anno solare si riferiscono anche a diverse annualità d’imposta allo stesso precedenti e allo stesso modo anche le riscossioni”. Negli ultimi anni, inoltre, sulle riscossioni hanno influito ed influiscono ancora gli effetti dei diversi e molteplici provvedimenti, che hanno spostato in avanti i termini per la notifica degli accertamenti ed hanno sospeso i pagamenti degli stessi, anche in fase di rateizzazione, provocando in generale un rallentamento della “macchina accertativa”.
In replica, il consigliere Reggiani ha sottolineato che nel bilancio preventivo è stato registrato un incremento dello “sforzo” dell’Amministrazione per recuperare l’evasione: “È un’azione che deve proseguire, anche perché consente di raccogliere risorse per finanziare servizi: il controllo dell’evasione fiscale è soprattutto una misura di equità sociale”.
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