Bologna

Lo Sport che vogliamo. Us Acli Bologna

BOLOGNA – «Sabato e domenica, in contemporanea in più di 45 città, ha avuto luogo la III giornata “Lo Sport che vogliamo”, promossa dall’Unione Sportiva Acli. A Bologna, nel rispetto delle normative, abbiamo organizzato un convegno sul tema dello sport come strumento di prevenzione, benessere psicofisico e inclusione sociale». Con queste parole Filippo Diaco, membro di Presidenza Nazionale dell’US Acli, ha aperto la manifestazione sportiva tenutasi sabato 17 ottobre presso il Parco dell’ex Velodromo.

Numerosi gli interventi che hanno caratterizzato la giornata, in presenza e da remoto, per raccontare la realtà dello sport a 360 gradi. L’Assessore Matteo Lepore ha ricordato l’importanza delle reti sociali e del ruolo del Terzo settore nel mondo sportivo, oltre all’impegno economico dei voucher per le famiglie, idea lanciata dall’US Acli di Bologna due anni fa e ampliata poi dalla Regione.

L’ortopedico Dottor Francesco Pegreffi ha ricordato l’importanza della pratica sportiva come strumento di prevenzione, citando anche l’”Ability Park”, uno spazio per l’attività motoria delle persone disabili, che è in fase di costruzione proprio presso il Parco ex Velodromo. Il Professore dell’Alma Mater Alessandro Bortolotti ha ribadito l’importanza degli sport adattati e integrati per la costruzione e il mantenimento del benessere delle persone disabili. La Dott Ssa Daniela Nuti Ignatiuk, founder&CEO DNA 22, è infine intervenuta sul tema della medicina di genere, sottolineando come le pari opportunità debbano essere garantite anche nel mondo sportivo. Infine, sono state presentate alcune buone prassi, che hanno resistito anche in “epoca Covid”, talvolta anche a distanza o online, come il “Torneo delle Diversità” e il progetto “Lo sport generAttore di Comunità”, che prevede attività sportive nelle carceri italiane.

«Auspichiamo che lo sport non venga penalizzato e messo da parte, nemmeno di fronte all’emergenza sanitaria» conclude Filippo Diaco «perché dietro ai numeri importanti di atleti giovani e meno giovani che praticano attività fisica grazie alle Associazioni Sportive Dilettantistiche ci sono anche tanti lavoratori. Inoltre, lo sport non è solo un passatempo, ma riveste un ruolo fondamentale (educativo, culturale, di inclusione sociale, di prevenzione e benessere psicofisico) per le nuove generazioni, gli anziani, i disabili, le famiglie, anche quelle più fragili».

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Pubblicato da
Roberto Di Biase

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