PIACENZA – Ha tagliato il traguardo della cinquantesima replica lo spettacolo “Sonia e Alfredo” di Teatro Gioco Vita. Un traguardo raggiunto proprio sul finire del 2022 durante una tournée in Francia: tappa a Marsiglia, dove lo spettacolo con la regia di Fabrizio Montecchi e tratto dall’opera di Catherine Pineur è andato in scena al Mucem (Musèè des civilisations de l’Europe et de la Méditerranée). “Sonia e Alfredo” è stato inserito nel programma per le famiglie “Les vacances de Noël en famille” e dedicato al tema “Vive l’amitié!”. E lo spettacolo di Teatro Gioco Vita racconta ai bambini proprio una storia di amicizia e solidarietà, una storia semplice, dolce e commovente.
Lo spettacolo, coprodotto con la francese MAL – Maison des Arts du Léman (Thonon-Évian-Publier) e dedicato ai bambini dai 4 anni, ha debuttato nell’anno 2020 a settembre al Festival Colpi di Scena a Forlì e in ottobre nella versione francese al Festival des P’tits Malins a Thonon.
Una produzione che è nata in piena emergenza sanitaria, situazione che ha contrassegnato tutte le tappe dell’allestimento e condizionato a lungo l’avvio della tournée. “Sonia e Alfredo doveva debuttare a Piacenza alla fine di aprile del 2020. L’allestimento era iniziato nel dicembre 2019 e doveva riprendere alla fine di febbraio e terminare in aprile. Ma per il Covid-19 con la sospensione di tutte le attività e la chiusura dei teatri si era interrotto tutto. Poi la lenta ripresa dell’attività nel 2020, il debutto italiano prima e quello francese poi. Un debutto in Francia nel mese di ottobre quando ormai in Italia i teatri stavano nuovamente chiudendo.
E così se 50 recite in due anni per i consueti standard di Teatro Gioco Vita non sono molte, per “Sonia e Alfredo” sono un traguardo molto importante, perché testimoniano la ripresa delle tournée in Italia e all’estero.
In settembre ad esempio “Sonia e Alfredo” è stato protagonista di una tournée di successo in Croazia e Slovenia in importanti festival internazionali di teatro di figura: 55° Puppet International Festival (PIF) di Zagabria e 16° Biennial Festival of Contemporary Puppetry Art “Lutke” di Lubiana.
Adesso una tappa di tutto prestigio come quella al Mucem di Marsiglia, che ha visto al lavoro agli attori Deniz Azhar Azari e Tiziano Ferrai e la tecnica Rossella Corna.
“Sonia e Alfredo” – Un posto dove stare racconta ai bambini una storia semplice, dolce e commovente, di amicizia e solidarietà, tratta dall’opera di Catherine Pineur, autrice e illustratrice belga di libri per l’infanzia.
Regia e scene sono di Fabrizio Montecchi, che firma anche l’adattamento teatrale con Enrica Carini. In scena Deniz Azhar Azari e Tiziano Ferrari, con Rossella Corna alle luci e fonica. Nicoletta Garioni e Federica Ferrari hanno curato le sagome tratte dai disegni di Catherine Pineur, Anna Adorno il disegno luci, Paolo Codognola le musiche e Rosa Mariotti i costumi.
Alfredo è un buffo e strano uccello, non si sa da dove venga: sembra che abbia avuto appena il tempo di prendere la sua sedia e di scappare, sembra che non abbia più una casa. “C’è posto per me?”, chiede Alfredo mentre cerca un luogo dove stare, ma tutti hanno le loro buone ragioni per dirgli di no. Sonia invece vive sola in una casa in fondo al bosco dalla quale non ama allontanarsi perché lì ha tutto quello che le serve per stare bene. Un giorno però, qualcuno si ferma davanti alla sua casa, si siede su una sedia e si mette ad aspettare: è Alfredo. Sonia all’inizio è turbata dalla presenza di questo strano buffo uccello. Poi, vinta dalla curiosità, decide di avvicinarsi e gli offre un caffè. Un’amicizia a volte nasce proprio così, da un semplice atto di gentilezza. Come quella tra Sonia e Alfredo, che diventa intensa e profonda. Ma un mattino Alfredo non c’è più. Sonia lo cerca prima sorpresa e poi preoccupata, così preoccupata che trova il coraggio di allontanarsi dalla sua casa per andare a cercarlo…
“Sonia e Alfredo” parla di quel che succede quando si sperimentano l’esclusione e la solitudine; di quando si ha la calorosa sensazione di aver trovato una nuova casa o un amico; di cosa si prova quando si trova il coraggio di affrontare esperienze sconosciute per il bene di qualcun altro. E racconta tutto questo con poche ed essenziali parole e con figure dal tratto semplice ma potentemente evocativo. Figure che sullo schermo bianco del teatro d’ombre, grazie alla presenza di due attori/animatori, si caricano di vita e diventano personaggi capaci di farsi interpreti, con gesti elementari e toccante sobrietà, dei grandi temi della vita.
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