REGGIO EMILIA – Nel 1995 la polizia di Pittsburgh, Pennsylvania, si presenta a casa di McArthur Wheeler per arrestarlo: 44 anni, incensurato, è stato riconosciuto colpevole di rapina aggravata ai danni di due banche. Apre la porta agli agenti e sbianca: “Com’è possibile? Ma io avevo in faccia il succo di limone”. Il succo di limone. Gli inquirenti si scambiano uno sguardo. Il succo di limone: il succo dell’invisibilità? Il caso di un rapinatore improvvisato che, suggestionato da un esperimento con l’inchiostro simpatico, si strizza un limone in faccia e poi assalta due banche finisce in mano a due studiosi di psicologia sociale, David Dunning e Justin Kruger. Il caso Wheeler diventa lo spunto per una “teoria della stupidità”: il cosiddetto “effetto Dunning-Kruger”. La ricerca viene pubblicata. Ha un enorme successo e consegna al mondo l’archetipo mitologico degli stupidi: McArthur Wheeler, appunto.
Leviatano, in scena venerdì 17 giugno alle 21.30 nel Cortile dell’Orologio, inizia da qui, da questa storia di cronaca degli anni ’90, e la racconta a partire da fonti giornalistiche e accademiche. La insegue e la interpreta, affondando lo sguardo nella stupidità, motore potente della Storia, e nelle sue origini. Come il romanzo di Paul Auster a cui Leviatano deve il suo titolo, compie una ricostruzione ricercando in controluce nella storia di un uomo solo tra le rovine dell’America post-industriale quella che è la filigrana del mondo contemporaneo.
Leviatano – di Riccardo Tabilio, testo vincitore del Bando NdN – Network nuova drammaturgia, realizzato dalla Compagnia Carmentalia – in scena Giulio Forges Davanzati, Alessia Sorbello e Andrea Trovato – e da La Confraternita del Chianti – regia di Marco Di Stefano, dramaturg Chiara Boscaro, produzione MaMiMò/Teatro Libero di Palermo /Fondazione Atlantide Teatro Stabile di Verona – è una girandola di personaggi che ruotano intorno a un unico protagonista: McArthur Wheeler.
“Tre microfoni. Due chitarre. Un distorsore. Tre attori, musicisti, performer. Leviatano – introduce il regista Marco Di Stefano – è un racconto profondamente radicato negli anni ’90, decennio del grunge, neo punk e brit pop: la musica con cui siamo cresciuti noi. Ed è proprio grazie a questa musica – interpretata dal vivo dagli attori – che prende vita uno spettacolo che mescola realtà e finzione, anni ’90 e contemporaneità, teatro e concerto. Leviatano è uno spettacolo rock. Da vedere, ascoltare e ballare. Leviatano nasce dall’immaginario della nostra adolescenza, piena di sogni e fallimenti. Un’adolescenza difficile, come tutte le adolescenze, ma anche molto divertente. Siamo partiti da noi, dal nostro vissuto, per indagare le infinite risorse della stupidità umana. Beh, non è stato difficile.”
A seguire dopo lo spettacolo, si apriranno le danze grazie a Dj Fausto – storico dj della notte e dei locali reggiani – che alla consolle proporrà una selezione di brani, tutta da ballare, capaci di catapultare il pubblico nelle grandi sonorità degli anni ’90.
INFO E PRENOTAZIONI
Biglietto mecenate: €20, per contribuire con una piccola donazione alle attività del MaMiMò
Biglietto intero €15, biglietto ridotto €13, soci MaMiMò €10
Per informazioni e prenotazioni: www.mamimo.eventbrite.it, biglietteria@teatropiccolorologio.com, www.mamimo.it, 0522-383178, dal lunedì al venerdì, 9:30-13:30 e 14:30-18:30 e nei giorni di spettacolo.
Il programma di SAFARI continuerà venerdì 1 luglio con un doppio appuntamento: alle 21:00 The Overcoat-s, di Davide Perissutti, Al Teatro Piccolo Orologio e alle 22:00 lo studio della nuova produzione del Centro Teatrale MaMiMò e della compagnia Eco di Fondo, PATRIA. Il paese di Caino e Abele, di e con Fabio Banfo, regia di Giacomo Ferraù, aiuto regia Giulia Viana.