BOLOGNA – Il Chiostro del Teatro Arena del Sole di Bologna, giovedì 26 maggio alle ore 18.30, accoglie la presentazione del libro Lettere a Valentinov del poeta e scrittore napoletano Gabriele Frasca, pubblicato da Luca Sossella editore. L’incontro prevede la presenza dell’autore e gli interventi del direttore di ERT / Teatro Nazionale Valter Malosti e dei professori del Dipartimento di Filologia Classica e Italianistica dell’Università di Bologna Alberto Bertoni e Luigi Weber. Modera Sergio Lo Gatto.
Lettere a Valentinov è una raccolta di «rime della storia», un insieme di epistole poetiche, per un’indagine a partire da un interrogativo: com’è accaduto che un secolo iniziato con l’inerzia progressiva delle rivoluzioni sia culminato nella restaurazione di una società ferocemente iniqua e diseguale?
Con una scrittura espressionista e affabulatoria, in un testo intriso di riferimenti alla cultura russa e una copertina che richiama inequivocabilmente le grafiche della prima età sovietica, Frasca restituisce sulla pagina i versi tragici di un passato che non smette di accadere, alla ricerca di quello scarto che ha deviato la direzione del mondo.
«Nessuno alla fine del XIX secolo, neanche il meno rassegnato fra i reazionari – afferma Gabriele Frasca – si sarebbe atteso altro dal futuro che un inevitabile miglioramento […] E invece d’un tratto, in un preciso momento di quel secolo, è come se ci fossimo ritrovati su un altro ramo della storia, inizialmente solo un po’ discosto da quello in apparenza ancora percorso, e via via sempre più divergente, che ci ha condotto infine in un mondo del tutto diverso. E se in un primo momento avevo creduto di ritrovare i segni di questo infarto nella liquidazione del concetto di rivoluzione permanente da parte della burocrazia staliniana, era perché, pur sentendola risuonare, non avevo prestato troppo caso alla nota sorda, apocalittica, persino paolina, che vibra nei testi scritti da Lenin e Trockij immediatamente dopo la presa del potere».
Il contesto pandemico attraversato ha influito sull’indagine e sulle riflessioni dell’autore, conducendolo a un mutamento di prospettiva e alla messa in dialogo dell’epidemia spagnola – arrivata a falciare l’Europa e il pianeta insieme alla prima guerra mondiale – e quella da Covid-19 ancora in corso.
«Ho ripreso così a inseguire quelle che chiamo le rime della storia – scrive Frasca – e ho messo a risuonare l’una con l’altra, tutt’intorno ai primi quindici giorni del marzo del 1918, e dunque alla vigilia dell’”Offensiva di primavera” che i tedeschi avrebbero lanciato sul fronte occidentale […]».
A fare da perno, la figura dell’intellettuale e martire della Rivoluzione Lev Trockij, che pare incarnare per l’autore quello slancio, continuamente troncato e arrestato, verso un mondo e una vita differenti. A riecheggiare insieme al 1918 e a Trockij, anche un articolo di Pasolini del 1974, le purghe staliniste e la corsa allo spazio, i fatti del 1977 e una zarzuela del pianista e musicologo José Serrano Simeón e l’incubo prossimo al risveglio dello scrittore statunitense Philip K. Dick: Frasca descrive così un mondo che era già in quarantena prima che ce ne accorgessimo.
Lettere a Valentinov non è dunque un’antologia di poesie, bensì l’attraversamento di oltre quarant’anni di storia attraverso una potente macchina performativa che chiede al lettore di entrare direttamente in scena. Da quella che viene considerata “l’ultima generazione di ottobre” del 1977 alla pandemia del 2020 che ha messo a nudo le storture del liberismo, le lettere si interrogano sulla radice stessa del male al quale rischiamo di soccombere. Si genera così un affresco corale, in cui la lirica più coinvolgente incontra il desiderio di sopravvivenza di cui si è sempre fatta carico l’epica.
Gabriele Frasca (Napoli, 1957) è uno scrittore, saggista e traduttore italiano. Attualmente insegna Media Comparati e Letteratura Italiana all’Università degli Studi di Salerno e Letterature Comparate alla Scuola Superiore Meridionale di Napoli.
Il 1984 vede l’uscita della sua prima silloge poetica, Rame, mentre nel 1992 e nel 2001 escono rispettivamente due opere narrative complete di apparato fonografico: Merrie Melodies, con CD audio di Steven Brown e dello stesso Frasca; Santa Mira: fatti e curiosità dal fronte interno, con ascolti a cura del gruppo poetico-musicale ResiDante, fondato dall’autore. Frasca ha infatti collaborato con musicisti, fra i quali il già citato Steven Brown e Roberto Paci Dalò, che ha firmato anche la regia di spettacoli teatrali tratti dai suoi testi. È stato inoltre autore e conduttore di Diretta Audiobox su RAI Radio Uno (1991-93).
Per l’attività di studioso ha ottenuto riconoscimenti come il Premio Colombi Guidotti per La lettera che muore (2005) e The Edinburgh Gadda Prize per Un quanto di erotia. Gadda con Freud e Schrödinger (2011).
Dal 2012 al 2016 è stato presidente della Fondazione Premio Napoli. Ha preso parte alle riviste “Il piccolo Hans”, “Chaosmos” e “Il Verri”, ed è stato corrispondente italiano di “The Beckett Circle”. Al momento è nel comitato scientifico di “Testo a fronte” e “Autografo”, e delle collane “Digitalis Purpurea” e “Medievalismi”.
Nel 2011 ha pubblicato per Luca Sossella editore Dai cancelli d’acciaio, romanzo accolto dalla critica come una delle opere narrative più rilevanti degli ultimi anni: fra i riconoscimenti, il primo posto nella Classifica di qualità del Premio Pordenonelegge-Dedalus. Sta curando il Meridiano delle opere di Samuel Beckett.
In occasione della presentazione, il banchetto libri a cura di Libreria Trame.
ERT / Teatro Nazionale aderisce al PattoLetturaBo.
Presentazione del libro
Lettere a Valentinov
di Gabriele Frasca
pubblicato da Luca Sossella editore
Teatro Arena del Sole – Chiostro
via Indipendenza 44, Bologna
giovedì 26 maggio ore 18.30
Ingresso libero