“Noi, comunità inclusiva e aperta al dialogo, offesi da accuse strumentali e inaccettabili”
PIACENZA – Mi sento in dovere di intervenire, come sindaco e come cittadina che crede nella libertà e nel rispetto delle persone come principio irrinunciabile, sulla polemica che si è innescata riguardo alla mancata rappresentazione del Drag Queen Show nell’ambito della serata “La prima volta fu rivolta”, organizzata presso il centro di aggregazione giovanile Spazio 4.
Ho letto, in queste ore, paragoni inaccettabili sotto il profilo politico e personale, tra accuse di oscurantismo, repressione, pregiudizi e paura della diversità che non solo non mi appartengono in alcun modo, ma di cui rifiuto categoricamente l’accostamento all’Amministrazione comunale. Esibizioni analoghe a quelle delle artiste che avrebbero dovuto salire sul palco questa sera si sono tenute un paio di mesi fa sul Facsal, durante l’iniziativa promossa dalla rete di associazioni Piacenza Pride, così come nell’edizione 2019 dei “Venerdì piacentini”, durante un evento in piazza Borgo. In entrambe le occasioni c’è stata, da parte del Comune, assoluta disponibilità e collaborazione nel garantire lo svolgimento e la promozione di questi spettacoli in uno spazio pubblico, nel massimo rispetto della libertà di manifestare e di una forma di intrattenimento di cui nessuno mette in discussione la professionalità e la qualità.
Ben diverso è il contesto di una realtà come Spazio 4, affidata in concessione a seguito di un bando che esplicitava le finalità educative delle attività proposte e i criteri cui devono essere ispirate, tant’è che la dirigente di settore ha richiamato i gestori – sotto il profilo tecnico e amministrativo, certo non politico – al dovere di assicurare la totale rispondenza a questi principi. Il Comune ha la responsabilità di vigilare sull’affidamento delle proprie strutture e sul fatto che vi sia una costante, rigorosa adesione ai requisiti previsti in sede di gara.
Mi sembra fondamentale riportare su questo piano il dibattito, perché qui risiede il nocciolo della questione. In assoluta onestà, se avessimo voluto trovare un pretesto banale per non consentire l’evento avremmo potuto appellarci alla mancata osservanza dei trenta giorni di preavviso necessari per presentare la richiesta: abbiamo scelto, invece, la strada della trasparenza e della coerenza nel motivare il diniego, che non è riferito al Drag Queen Show in sé, ma semplicemente al luogo in cui lo si voleva portare in scena, che continuiamo a ritenere non idoneo.
Purtroppo, mi pare che si siano scatenate prese di posizione strumentali e di una violenza verbale inaudita, peraltro fomentate non certo dalla comunità LGBTQ+ con cui saremo sempre aperti all’ascolto e al dialogo, come ho ribadito anche al presidente di Arcigay Lambda Davide Bastoni, che ho voluto chiamare stamani per un chiarimento franco e diretto. Per me è stata l’occasione di ribadire che, qualora gli organizzatori volessero riproporre l’appuntamento in un altro contesto, in conformità con tutti gli iter autorizzativi e le misure anti Covid in vigore, ci sarebbe da parte dell’Amministrazione la piena volontà di consentirne la realizzazione. Perché nulla è più lontano dalla sottoscritta, dai miei colleghi di Giunta, così come da un ente pubblico che dev’essere la casa di tutti i cittadini – senza discriminazioni e tutelando, con equità, i diritti di ciascuno – dell’idea della censura preventiva e dell’intolleranza.
In questi 4 anni di mandato abbiamo sempre considerato prioritaria la dimensione educativa e l’attenzione ai giovani, come abbiamo ribadito anche ieri durante l’inaugurazione di Spazio 2. Questo si è tradotto in progetti di formazione, e avviamento al lavoro, in iniziative di promozione sociale e prevenzione del disagio giovanile come quelle che coinvolgono gli Educatori di Strada o la rete degli oratori diocesani; senza dimenticare il Protocollo siglato con la Prefettura e numerose realtà del territorio per contrastare il fenomeno del bullismo, o il finanziamento recente al percorso di sostegno per i minori in isolamento dalla società (il cosiddetto, preoccupante fenomeno degli Hikikomori).
La nostra sensibilità, su questo fronte, non viene certo meno adesso e io non posso restare in silenzio di fronte ad accuse gravissime come quelle che ci vengono rivolte, che offendono non solo l’Amministrazione, ma l’intera collettività piacentina. La nostra è una comunità inclusiva, in cui ci sarà sempre spazio per il confronto tra posizioni divergenti o contrapposte, ma con un cardine fondamentale, che per me è una regola nella vita come nella politica: il rispetto per chi la pensa diversamente.
Con rammarico, devo sottolineare che neppure nei giorni più bui dell’emergenza Covid ho percepito tanta attenzione, a livello extra provinciale e nazionale, nei confronti della nostra comunità. Mi dispiace constatare che ancora una volta le strumentalizzazioni e i pretesti per polemiche non costruttive, fini a se stesse, prevalgano sul confronto civile e legittimo tra le parti, anche perché credo che questo non giovi a un percorso di riconoscimento e difesa dei diritti e dell’identità delle persone, della loro libertà di espressione e di opinione. Ben volentieri, qualora le Drag Queen invitate questa sera replicassero in futuro il loro spettacolo a Piacenza, siederei in prima fila, certa di rappresentare tutti i cittadini che credono nell’inviolabilità di questi valori.
Patrizia Barbieri
Sindaco di Piacenza