Muzzarelli commenta il messaggio alla città: “Una sfida per tutti”. E sui giovani condivide la necessità di “rigenerare relazioni educative”. L’impegno della politica
MODENA – Un’autentica “iniezione di speranza” e un invito, rivolto davvero a tutti, per una rigenerazione della vita personale e sociale che ci aiuti a superare la crisi della pandemia, con le sofferenze che causa e con quelle che svela ai nostri occhi, così come svela e ci fa apprezzare, però anche la tanta generosità di cui è capace la nostra comunità.
Per il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli è questo uno dei principali messaggi della “Lettera alla città” che l’arcivescovo Erio Castellucci, come è ormai tradizione per la solennità di San Geminiano, propone quest’anno con il titolo “La lampada del corpo è l’occhio”.
Partendo dall’immagine di chi incontriamo ogni giorno utilizzando la mascherina, che ha concentrato nello sguardo la propria capacità comunicativa, e citando i richiami evangelici sul linguaggio degli occhi, il vescovo indica una prospettiva di speranza per andare oltre l’emergenza sanitaria attraverso una rigenerazione che possa trasformare la “crisi in opportunità” di rinnovamento personale e di comunità.
“È una sfida per tutti”, sottolinea il sindaco richiamando, in particolare, “l’impegno condiviso a rigenerare relazioni educative con i giovani negli ambiti della formazione, del tempo libero e, naturalmente, nella famiglia: ai ragazzi serve recuperare socialità ed è necessario che anche le istituzioni si rapportino a loro come soggetti, valorizzando il loro protagonismo nella vita sociale e richiamandoli, quando serve, alla loro responsabilità, al rispetto delle regole e accompagnandoli nel loro percorso di vita: non dobbiamo lasciarli soli”. E a proposito degli episodi di bullismo e risse che si sono ripetuti anche nei giorni scorsi, Muzzarelli ribadisce: “Ai giovani serve una socialità regolata, continueremo l’impegno che stiamo sviluppando affiancando l’attività di controllo delle forze dell’ordine e della Polizia locale all’iniziativa con l’educativa di strada e il coinvolgimento delle famiglie”.
“Quella con il vescovo è una sintonia condivisa – aggiunge il sindaco – che non può che fare bene a Modena. Ora, tutti insieme per costruire la nuova normalità del post-Covid”.
La Lettera si rivolge anche alla politica con indicazioni “molto chiare – sottolinea Muzzarelli – sulla necessità di rispondere ai nuovi bisogni creati dall’emergenza e all’aumento della povertà non con l’assistenzialismo, ma senza dimenticare il profondo disagio che stanno vivendo famiglie, imprese e tante categorie di lavoratori”. La strada, quindi, è quella della “rigenerazione sociale” e dipende anche dalla capacità di “passare dall’io al noi”.
“Non posso che condividere poi – conclude Muzzarelli – il richiamo del vescovo alle istituzioni nazionali affinché, per rigenerare la politica e renderla più progettuale, sviluppino uno scambio più fluido con le istituzioni locali, specialmente con i sindaci, che hanno contatto diretto con i cittadini e i corpi intermedi e possono, così, orientare meglio anche le scelte nazionali, per attrarre lavoro ed opportunità, per una crescita più sostenibile e durevole. Non avrei saputo dirlo meglio: mi auguro che, soprattutto nella gestione dei fondi del Next generation Eu, questa raccomandazione venga seguita”.