Bologna

Le relazioni pericolose di Carmelo Rifici l’1 e 2 aprile al Teatro Arena del Sole di Bologna

Le relazioni pericolose ©LAC, Foto Luca Del Pia

BOLOGNA – Al Teatro Arena del Sole di Bologna, sabato 1 e domenica 2 aprile, va in scena Le relazioni pericolose di Carmelo Rifici, direttore artistico del LAC Lugano Arte e Cultura, anche alla guida della Scuola di Teatro del Piccolo di Milano. Lo spettacolo è tratto dal celebre romanzo epistolare di Pierre-Ambroise-François Choderlos de Laclos (1782), riscritto insieme a Livia Rossi, già allieva di Rifici.

Sul palcoscenico un cast di rilievo che vede Elena Ghiaurov, Monica Piseddu ed Edoardo Ribatto, accanto ai giovani Flavio Capuzzo Dolcetta, Federica Furlani e Livia Rossi.

Considerata una delle opere epistolari più importanti della letteratura francese, Le relazioni pericolose (titolo originale Les liaisons dangereuses, ou lettres recueillies dans une Société, & publiées pour l’instruction de quelques autres) è stata oggetto di numerosi adattamenti, tra i quali la trasposizione cinematografica di Stephen Frears del 1988, basata su quella teatrale di Christopher Hampton, autore anche della sceneggiatura, e Quartett di Heiner Müller (1982).

Ambientato in Francia alle soglie della Rivoluzione, Le relazioni pericolose sviluppa un raffinato gioco di vanità e potere orchestrato dalla nobile e libertina Marchesa de Merteuil che, abbandonata dall’amante Gercourt, decide di vendicarsi. Per attuare il suo piano, conquista la complicità del Visconte di Valmont, suo ex amante e noto seduttore senza scrupoli, che accetta la sfida e, dopo aver sedotto la casta e ritrosa Madame De Tourvel, seduce anche la giovane e ingenua Cécile de Volanges, promessa sposa di Gercourt, ma innamorata di Danceny. Il piano si sviluppa grazie ad uno scambio di 175 lettere che disegna la traccia della rete diabolica pensata da Valmont e dalla Marchesa de Merteuil.

Mantenendo la struttura epistolare, nello spettacolo «il desiderio di Rifici è stato di far affiorare la violenza e il potenziale bellico di quelle lettere – commenta Livia Rossi – più che delle psicologie, quindi, ha voluto che fossero ideologie ad emergere. Mentre raccontava del progetto, non parlava di personaggi, ma di paradigmi. Aveva estratto da ognuno di essi l’essenza. A partire da questa sintesi, abbiamo iniziato a leggere e a studiare. Spesso erano filosofi dal pensiero estremo e rivoluzionario, come Nietzsche e Weil, a venirci incontro; o romanzieri, come Dostoevskij, in cui l’essere umano già porta su di sé il fardello di un’esistenza archetipica».

Arricchita dunque di numerosi riferimenti letterari e filosofici tra i quali, oltre ai già citati, Pasolini, l’opera di Laclos funge da sorgente per il lavoro drammaturgico che conduce in «un viaggio nel doloroso campo di battaglia del pensiero».

«Il romanzo epistolare mi aveva sempre affascinato per la sua lucidità e crudeltà – afferma il regista – ma solo alla luce del trattato di René Girard (portando Clausewitz all’estremo) finalmente ne coglievo la reale potenza. L’intuizione di Laclos, poi solo accennata nel romanzo, era sorprendente: i suoi personaggi, calati in un duello senza sconti e con effetti catastrofici, proponevano non tanto una trama di erotismo e morte, quanto una vera e propria teoria sul pensiero occidentale».

Nello spettacolo il linguaggio si incontra e scontra con la parola all’interno di uno spazio scenico abitato soprattutto da microfoni e macchine foniche che «nella loro brutalità e violenza, sostituiscono la violenza della mano armata o della penna e dell’inchiostro, ma proprio a causa della loro brutalità diventano nuovi geroglifici, totem, simulacri sacri», commenta Rifici. Il lavoro è accompagnato dal progetto visivo di Daniele Spanò, il suono di Federica Furlani, la drammaturgia del corpo di Alessandro Sciarroni e il disegno luci Giulia Pastore.

Carmelo Rifici

Drammaturgo e regista, dopo la laurea in Lettere, si diploma alla Scuola dello Stabile di Torino e collabora come regista con Luca Ronconi in Progetto Domani, evento teatrale dei Giochi Olimpici Invernali di Torino 2006. Successivamente lo affianca nelle regie di Fahrenheit 451, Ulisse doppio ritorno, Turandot, Il mercante di Venezia. Napoli Teatro Festival gli commissiona la regia di Chie-Chan e io, dal romanzo di Banana Yoshimoto (2008). Per il Piccolo Teatro di Milano dirige I pretendenti di Jean-Luc Lagarce, Il gatto con gli stivali di Ludwig Tieck (2009) e Nathan il saggio di Ephraim Lessing (2011). Nel 2010 mette in scena Dettagli di Lars Norén al Piccolo e Fedra di Euripide a Siracusa. Firma la regia di Buio di Sonia Antinori per Teatro Due Parma, Medea di Luigi Cherubini per il Ponchielli di Cremona, I puritani di Vincenzo Bellini per il Circuito Lirico Lombardo, Giulio Cesare di William Shakespeare e Visita al padre di Roland Schimmelpfennig per il Piccolo di Milano. Dal 2014 è direttore artistico di LuganoInScena dove realizza Gabbiano di Anton Cechov, Ifigenia, liberata di Rifici-Dematté, Purgatorio di Ariel Dorfman, l’opera Il barbiere di Siviglia, Avevo un bel pallone rosso di Angela Dematté, I Cenci su musica e libretto di Giorgio Battistelli – che nel 2020 è nel cartellone di Biennale Musica di Venezia e del Festival Aperto di Reggio Emilia –, Macbeth, le cose nascoste di Rifici-Dematté. Del 2019 è Gianni Schicchi di Puccini e de L’heure espagnole di Ravel al Teatro Grande di Brescia. Nel 2020 diventa direttore artistico di LAC Lugano Arte e Cultura, centro culturale della Città di Lugano. Dal 2015 dirige la Scuola di Teatro “Luca Ronconi” del Piccolo Teatro di Milano. Nel 2005 vince il Premio della Critica come regista emergente, nel 2009 il Premio Eti Olimpici del Teatro come regista dell’anno, il Premio della Critica, il Golden Graal ed è nelle nomination per i Premi Ubu come regista dell’anno. Nel 2015 vince il Premio Enriquez per la stagione teatrale di LuganoInScena, nel 2017 lo vince nuovamente per la regia di Ifigenia, liberata. Nel 2019 vince il Premio I nr. Uno conferitogli dalla Camera di Commercio Italiana per la Svizzera (CCIS) per il suo lavoro al LAC. Nel luglio 2021 viene insignito del titolo di Maestro dal Premio Radicondoli per il teatro. Nell’autunno dello stesso anno riceve il Premio Hystrio Digital Stage e il Premio speciale Ubu per il progetto digitale Lingua Madre – Capsule per il futuro, ideato insieme a Paola Tripoli.

Livia Rossi

Drammaturga e attrice (Cécile de Volanges in Le relazioni pericolose), nasce a Milano nel 1993. Inizia a studiare teatro al liceo, frequentando i corsi della scuola Quelli di Grock. Nel 2013 è diretta da Gianni Amelio nel film L’intrepido. Lo stesso anno studia con Cristina Pezzoli allo Spazio Compost di Prato. Nel 2017 si diploma alla Scuola di Teatro “Luca Ronconi” del Piccolo Teatro di Milano, debuttando con Uomini e no per la regia di Carmelo Rifici; lo spettacolo viene ripreso anche la stagione successiva. Nel 2018 prende parte allo spettacolo di teatrodanza Choròs di Alessio Maria Romano, e come attrice figurante all’opera lirica Il Barbiere di Siviglia, direzione musicale di Diego Fasolis e regia di Carmelo Rifici, al LAC di Lugano. In quegli anni si avvicina alla scrittura; incontra il lavoro di Deflorian/Tagliarini e Lucia Calamaro. Nel 2020 frequenta il Corso di Perfezionamento attoriale – Manifesto/Manifesti: per una poetica dell’azione a ERT, condotto da Sergio Blanco e Gabriel Calderón. Nel 2021 partecipa come drammaturga a Bloom!, un periodo di residenza e di studio presso la Corte Ospitale, condotto da Leonardo Lidi. Al cinema è diretta nuovamente da Gianni Amelio in Hammamet (2020) e da Wilma Labate nel film La ragazza ha volato (2021).

Dati artistici dello spettacolo:

Ispirato a Il teatro e la peste, Antonin Artaud; Il castello interiore, Teresa d’Avila; Vita, Teresa d’Avila; Massa e potere, Elias Canetti; Della guerra, Carl von Clausewitz; L’idiota, Fëdor Dostoevskij; Portando Clausewitz all’estremo, René Girard; Le relazioni pericolose, Christopher Hampton; Lettera a Lord Chandos, Hugo Von Hofmannsthal; Poesie, John Keats; Le relazioni pericolose, Pierre-Ambroise-François Choderlos de Laclos; L’anticristo, Friedrich Nietzsche; Lettera a don Giovanni Rossi, Pier Paolo Pasolini; Justine, Donatien-Alphonse-François de Sade; La persona e il sacro, Simone Weil; Sovvertimento dei sensi, Stefan Zweig; Lettera di una sconosciuta, Stefan Zweig e al Cantico dei Cantici.

Frasi citate da           Il gabbiano, Anton Cechov; I promessi sposi, Alessandro Manzoni.

Si ringraziano Perry Tièche della RSI Radiotelevisione svizzera per la fornitura dei dispositivi audio d’epoca e Fabio Liberatore per la consulenza e il supporto tecnico, Naturhistorischen Museum Bern – Eine Institution der Burgergemeinde Bern per il gentile prestito dell’esemplare lupo (Canis lupus).

Personaggi e interpreti:

Marchesa de Merteuil / Elena Ghiaurov

Madame de Tourvel / Monica Piseddu

Visconte di Valmont / Edoardo Ribatto

Cécile de Volanges / Livia Rossi

Danceny / Flavio Capuzzo Dolcetta

Teatro Arena del Sole, via Indipendenza 44 – Bologna

Prezzi dei biglietti: da 7 € a 25 € esclusa prevendita

Biglietteria: dal martedì al sabato dalle ore 11.00 alle 14.00 e dalle 16.30 alle 19.00

Tel. 051 2910910 – biglietteria@arenadelsole.it | bologna.emiliaromagnateatro.com

Teatro Arena del Sole

Via dell’Indipendenza 44, Bologna

1 e 2 aprile 2023

Sala Leo de Berardinis

sabato ore 19.00 | domenica ore 16.00

Le relazioni pericolose

drammaturgia           Carmelo Rifici, Livia Rossi

ricerca delle fonti Carmelo Rifici, Ugo Fiore, Livia Rossi

regia Carmelo Rifici

con (in o.a.)

Flavio Capuzzo Dolcetta, Federica Furlani, Elena Ghiaurov, Monica Piseddu, Edoardo Ribatto, Livia Rossi

disegno sonoro Federica Furlani

impianto scenico Carmelo Rifici, Pierfranco Sofia

disegno luci Giulia Pastore

progetto visivo Daniele Spanò

costumi Margherita Platé

drammaturgia del corpo Alessandro Sciarroni

assistenti alla regia Ugo Fiore, Simon Waldvogel

costumi d’epoca realizzati presso la Compagnia Italiana della Moda e del Costume e da Giulia Alvaro

ricerca tecnologie audio e sonorizzazione Brian Burgan

disegno e realizzazione attrezzeria Matteo Bagutti

produzione LAC Lugano Arte e Cultura

durata 2 h senza intervallo

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Pubblicato da
Roberto Di Biase

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