Il capolavoro di Aristofane rivive in una commedia inedita grazie alla regia di Marco Cacciola, con la partecipazione di un coro di cittadini
FORLÌ – Sono sceso quaggiù a cercare la poesia, perché il nostro paese possa salvarsi
Βάτραχοι, vv 1418, 405 a.c.
Un tempo gli dei si confondevano con gli uomini,
gioivano, lottavano, sbagliavano, piangevano come noi.
Oggi abbiamo idoli distanti, intoccabili, stanchi.
Non splende sempre, un dio.
Perché ostinarti nella fatica allora, Eracle? Di cosa sei stanco, Dioniso?
Volgiamo lo sguardo al re Eaco.
Il suo popolo fu annientato da una pestilenza.
Eaco allora pregò.
E cadde una pioggia che ripulì le acque e trasformò le formiche in esseri umani.
Ci salvarono le formiche.
Quali miti chiamiamo a raccolta per andare insieme incontro al tramonto?
Le Rane, anno 2023
Prodotto da Elsinor Centro di Produzione Teatrale, Teatri di Bari e Solares Fondazione delle Arti per la regia di Marco Cacciola, Le Rane vede in scena un coro di cittadini ad affiancare il nucleo di giovani artisti, nel tentativo di rifondare l’antico legame esistente tra società e teatro.
Una delle opere più celebri di Aristofane rivive dunque in un allestimento inedito, eterogeneo e condiviso che accompagna il pubblico in un divertente e visionario viaggio negli inferi. In scena assistiamo alle rocambolesche peripezie del dio Dioniso e del suo servo Xantia, diretti verso l’Ade per riportare in vita un Poeta che salvi la città dal degrado culturale.
Una commedia che ha per oggetto lo statuto della tragedia ideale può essere definita già dal principio un’operazione metateatrale. E permette di lavorare intorno all’identità speculare che lega il comico e il tragico, alla riscoperta di quel ruolo sociale che la poesia ha sempre avuto e sempre avrà. Il teatro, infatti, per la sua intrinseca sostanza è fra le arti la più idonea a parlare direttamente al cuore e alla sensibilità della collettività. La sfida è ricucire il dialogo interrotto.
In questo modo i temi principali (l’importanza della cultura e del suo valore sociale-politico, il pacifismo ante litteram, la responsabilità individuale e collettiva, l’interrogarsi sul futuro) possono essere trattati alternando l’identificazione più emotiva, capace di abolire distanze e conflitti, con la farsa più divertente, capace di deviare da percorsi già battuti.
Il viaggio del dio e del servo è prima disseminato di incontri singoli che tracciano il percorso, poi si estende a tutto il coro e, infine, all’altra metà del cerchio, il pubblico. Ed è in questo momento, quando varcano le soglie del mondo di qua, che avviene la cesura, che è anche un atto di responsabilità. Il coro dei cittadini invade la scena spezzando il procedere della trama e provando a farsi crepa, a sospendere quell’idea di storia come linea retta, progressione continua che non permette di immaginare altro che un futuro come ripetizione corrotta di un eterno presente.
Il laboratorio: l’11 e il 12 febbraio due giorni di incontro gratuito alla ricerca del coro dello spettacolo
I cittadini e le cittadine che intendono prendere parte al viaggio verso la ri-scoperta del coro, lavoreranno due giorni con il regista Marco Cacciola, per poi unirsi agli attori e alle attrici il 13 febbraio. Così Cacciola invita i cittadini a prendere parte al rito collettivo del teatro: “Con la curiosa ma salda convinzione che il teatro sia un bene comune per tutti, vorrei sapere ciò di cui i cittadini hanno necessità, e vorrei sorprendermi nel farlo. Volete tornare a essere protagonisti e responsabili della cultura e dell’arte della vostra città? Quali sono i vostri desideri? Quali sono i nostri desideri?”
Il laboratorio, aperto a tutte e tutti, si terrà sabato 11 e domenica 12 febbraio (14.30-19.00), mentre il 13 febbraio bisognerà essere disponibili dalle 16.00. Per partecipare è richiesta una mail a progetti.teatrotestori@elsinor.net entro e non oltre il 7 febbraio, con una foto e poche frasi motivazionali.
Note di regia
La struttura stessa dell’opera originale mi ha suggerito la modalità di lavoro: una drammaturgia on the road divisa in due parti molto diverse tra loro, così come potrebbero apparire diversi i due protagonisti. Viceversa la loro continua relazione di scambio, mascheramento e svelamento, oltre che sintomatica del trasformismo politico denunciato da Aristofane, ci mostra come in fondo entrambi non siano che due aspetti della nostra umanità, in bilico tra afflato divino e greve animalità. Due facce di quello “specchio ustorio” che è la commedia, un elastico teso tra alto e basso, tra poetico e popolare. Un ponte al di sopra di un abisso.
Nelle tragedie e nelle commedie della Grecia classica in scena erano impegnati pochi attori e un coro formato da cittadini ateniesi. Ho voluto tradurre quella pratica, per coinvolgere realmente la comunità, immaginando uno spettacolo che impegni in scena attori professionisti e cittadini.
Come scrive Marco Martinelli in Farsi luogo: “Nell’epoca dei grandi media virtuali immateriali, il teatro è il luogo della materia sacra.” Per questo motivo, contro l’individualismo imperante, ci uniamo in cerchio e ci facciamo comunità. Rimettere sul palco un coro che rappresenti la città, oggi, oltre che poetica, è questione politica. Ri-fondare il coro e ri-fondare la polis. Perché in questo momento storico, ringraziando ancora Martinelli, “il luogo, e la comunità, e il coro, noi ce li dobbiamo letteralmente inventare”.
Il teatro, come la politica, è una poesia che non si scrive da soli.
Marco Cacciola
INFORMAZIONI E BIGLIETTERIA
Inizio spettacolo ore 20.30
Biglietti:
Intero € 16
Ridotto (under 25, over 65, cral e convenzioni) € 12
Ridottissimo (studenti scuola secondaria e università) € 10
Gruppi (almeno 15 persone) € 8
Abbonamenti:
Carnet scuole superiori* (4 spettacoli) € 20
Info e prenotazioni allo 0543.722456 o progetti.teatrotestori@elsinor.net; prevendita su Vivaticket.
LE RANE
da Aristofane
progetto e regia Marco Cacciola
con (in o.a.) Giorgia Favoti, Matteo Ippolito, Lucia Limonta, Claudia Marsicano, Francesco Rina
e un coro di cittadini e cittadine
traduzione Maddalena Giovannelli, Martina Treu
dramaturg Lorenzo Ponte
scene Federico Biancalani
costumi Elisa Zammarchi
direzione tecnica Rossano Siragusano
musiche e suono Marco Mantovani
assistente alla regia Gabriele Anzaldi
produzione Elsinor Centro di Produzione Teatrale / Teatri di Bari / Solares Fondazione delle Arti
un ringraziamento speciale a Antonia Chiodi e a Marco Martini
TEATRO GIOVANNI TESTORI
Viale Amerigo Vespucci 13, 47122 – Forlì
+39 0543 722456
teatrotestori@elsinor.net