FERRARA – Giulio Arnofi, ex allievo del Conservatorio Frescobaldi di Ferrara, dirigerà la Filarmonica del Kosovo in un concerto patrocinato dall’Ambasciata d’Italia e dalle Nazioni Unite e dedicato a promuovere la consapevolezza della crisi climatica.
Domenica 21 novembre alle 19 alla Sala Rossa del Palazzo della Gioventù e dello Sport di Pristina in Kosovo avrà luogo il concerto della Kosovo Philharmonic Orchestra guidata per l’occasione dal giovane direttore italiano, Giulio Arnofi, che si avvale della collaborazione in qualità di solista del violinista Visar Kuçi. La manifestazione è realizzata con la partecipazione dell’Ambasciata italiana in Kosovo e il sostegno dell’UNDP (Programma di sviluppo delle Nazioni Unite).
“È un grande piacere vedere che dal Conservatorio Frescobaldi, i musicisti prendono il volo per brillanti carriere a livello internazionale – sottolinea il direttore Fernando Scafati – Una conferma del livello raggiunto dalla nostra istituzione musicale”.
“Sono davvero contento e onorato di poter dirigere questo concerto con la Kosovo Philharmonic alla presenza di alcuni ministri della Repubblica del Kosovo, dell’ambasciatore italiano e di altre importanti figure istituzionali – racconta Giulio Arnofi –. Il mio percorso è partito da Ferrara molti anni fa, 18 circa, proprio al Conservatorio della mia città in cui, anche grazie al mio insegnante Stefano Cardi, ho iniziato a fare le prime esperienze di direzione con piccoli ensemble. Arrivare a dirigere all’estero è un traguardo non da poco, provenendo io tra l’altro da una famiglia non di musicisti”. Infine un desiderio: “Spero di poter tornare presto a dirigere anche Ferrara, una città che si è sempre impegnata molto per avere grandi stagioni di musica classica”.
Giulio Arnofi, dopo gli studi di chitarra al Conservatorio Frescobaldi di Ferrara, ha conseguito il diploma accademico di 1° livello in direzione d’orchestra presso il Conservatorio Martini di Bologna con il M° Luciano Acocella e il Biennio specialistico presso il Conservatorio Verdi di Milano con il M° Daniele Agiman, ha frequentato diverse masterclass con Maurizio Arena, Daniele Agiman, Julius Kalmar, Dominique Rouits, Günter Neuhold e Marco Zuccarini. Ha iniziato una brillante carriera che lo ha visto alla guida di prestigiose orchestre tra cui l’Orchestra Sinfonica La Verdi di Milano, l’Orchestra Città di Ferrara, I Musici di Parma, l’Orchestra Senzaspine, il Freon Ensemble e il Divertimento Ensemble, Orchestra Sinfonica del Conservatorio G. Verdi di Milano, Orchestra da Camera del Maggio Musicale Fiorentino, Coro e Orchestra dell’Opera di Stato di Varna (Bulgaria). I prossimi impegni lo vedranno alla guida in Italia dell’Orchestra di Padova e del Veneto e di alcune prestigiose orchestre in Romania e Messico.
IL PROGRAMMA DELL’EVENTO
Il programma del concerto è dedicato a promuovere la consapevolezza della crisi climatica attraverso l’esecuzione delle “Quattro Stagioni” di Antonio Vivaldi reinventate con i dati climatici. L’orchestra Filarmonica del Kosovo esegue, infatti, unitamente a pagine della Sinfonia Pastorale di Beethoven, una partitura rielaborata del famoso brano di musica classica del prete rosso per diffondere la consapevolezza della crisi climatica e ispirare l’azione per il clima. Intitolata “For seasons“, quindi “Per le stagioni”, la partitura è stata creata dai musicisti della NDR Elbphilharmonie di Amburgo, artisti del suono, sviluppatori di software e arrangiatori musicali.
In particolare i musicisti della NDR Elbphilharmonie Orchester e Jung von Matt Spree si basano su una composizione di Simone Candotto (NDR Elbphilharmonie Orchester), Christian Rühle (Markenfilm Space), Fernando Knof e Felipe Sanchez -Luna (KlingKlangKlong), Sven Rebholz e Inka Weigl (Jung von Matt Spree GmbH). I dati climatici a partire dal 1725 sono stati utilizzati per costruire un algoritmo che è stato poi combinato con le “Quattro stagioni” di Antonio Vivaldi, rendendo il nuovo pezzo distorto e riflettendo i fatti del cambiamento climatico. Come descritto dai creatori del nuovo pezzo, “I dati climatici che rappresentano 300 anni di emissioni globali di CO2 sono mappati per l’intera durata del concerto: più alto è il valore di CO2, più lunga è la nota. Poiché le emissioni di CO2 sono in costante crescita, l’ultima stagione, L’inverno, suona sempre più violenta e intensa.
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