Cesena

Le opere dell’artista cesenate Andrea Artusi raccolte in una mostra allestita nella Chiesa di San Zenone (FOTO)

Appuntamento per sabato 2 novembre alle ore 16.45. Ingresso gratuito

L’inaugurazione è prevista per sabato alle 16.45

CESENA – Sabato 2 novembre, alle ore 16.45, nella Chiesa di San Zenone (in via Uberti, centro storico), sarà inaugurata la mostra “Andrea Artusi. Opere 1998/2013 – Una meteora nel cielo dell’arte cesenate”, dedicata all’artista cesenate morto il 6 settembre 2014 all’età di 57 anni dopo una lunga malattia.

A dieci anni dalla scomparsa Liana Battelli e Virginia Artusi lo ricordano e lo onorano con questa mostra che presenta, oltre ad alcuni dipinti e opere della fine del secolo scorso e dei primi anni 2000, collocate in prossimità dell’ingresso (alcune delle quali inedite in quanto esposte rarissime volte), lavori desunti dalle due grandi personali cesenati: “I fiori di Hiroshima” (2010, Galleria Comunale d’Arte Ex Pescheria replicata due anni dopo nel Palazzo delle Esposizioni a Faenza) e “Tutte le biblioteche del mondo” (2013, Galleria comunale d’arte del palazzo del Ridotto).

La presente esposizione, oltre a dare al visitatore la possibilità di ammirare ancora una volta i suoi lavori, diventa senz’altro l’occasione per riflettere nuovamente sulla eredità artistica di Artusi.

Andrea Artusi, dopo un breve periodo figurativo nel quale realizza solo pochi quadri, dà avvio a proficue ricerche riguardanti l’astrazione che daranno vita ad interessanti ed evocative grandi tele dal forte accento introspettivo. Il percorso artistico prosegue con una virata decisa. Il suo bisogno di sperimentare linguaggi e materiali diversi lo muove verso mondi apparentemente antitetici da quelli dei suoi esordi. Si tratta ancora una volta di spingere lo sguardo oltreoceano recuperando esperienze minimaliste arricchite, in questo caso, dal suo background europeo, italiano, latino.

Nel 2010 l’artista propone sette opere pensate per la mostra “I fiori di Hiroshima” (titolo desunto dall’omonimo romanzo di Edita Morris pubblicato in Italia nel 1963) che racconta vicende degli uomini dopo la distruzione della città causata dall’esplosione nucleare. Artusi ci parla del dolore causato dalla guerra e di ciò che rimane dopo. Dolore collettivo, dignitoso, ma anche individuale. Nel giugno del 2013, nella Galleria del Ridotto è la volta di “Tutte le biblioteche del mondo”, grande mostra composta da cinque opere dove, ancora una volta, l’artista ci parla dell’uomo, dei suoi molteplici aspetti, capace sia di slanci supremi che di miserie e meschinità. Andrea Artusi, contraddicendo e superando l’essenza del minimalismo e dell’arte concettuale, pare voler aprire a nuove strade, a nuove sensazioni, svelandosi artisticamente quale uomo sensibile, pieno di passione, di sentimento, di cose mai dette, ma sempre serbate.

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Pubblicato da
Roberto Di Biase

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