Bologna

Le Donne dell’Ortofrutta puntano sulla conoscenza per crescere

collage DOF

BOLOGNA –  Laureata (62%), lavora nell’azienda di famiglia (46,8%) o in realtà cooperative (17,7%) per più di 40 ore a settimana (67,1%), la sua giornata tipo inizia tra le 7.00 e le 8.30 e finisce tra le 18.00 e le 19.00, lavora anche il sabato (“sempre” il 25,3%, “a volte” il 62%) e non si ferma mai, perché si forma (87,3%) e si prende cura di figli e/o genitori e/o altri familiari (73,4%). Questo l’identikit delle Donne dell’Ortofrutta, come emerge da un sondaggio interno realizzato dall’omonima Associazione tra agosto e settembre 2021.

La Presidente Alessandra Ravaioli sin dalla nascita della rete ha sottolineato l’urgenza di avere dati e numeri che fungessero non solo da strumento di conoscenza del posizionamento della donna nel settore specifico, ma anche da stimolo per migliorarne il ruolo e la visibilità.

«La conoscenza è alla base dello sviluppo di qualsiasi idea», dichiara Anna Parello, consulente di marketing, socia fondatrice e consigliera dell’associazione, che ha curato la survey interna. «Conoscere la base sociale è fondamentale per poter offrire alle socie servizi utili, attivare progetti di condiviso interesse e di fattibile realizzazione per valorizzare le competenze interne, ma anche per diffondere e accrescere la consapevolezza del proprio valore. La prima indagine fatta la scorsa estate ha voluto scattare una foto delle associate su due temi portanti: lavoro e formazione. Possiamo dire che è stato un mettersi in ascolto, un primo tassello per conoscerci meglio, ma anche per farci conoscere, per far emergere quanto studio, lavoro e impegno profondiamo nel nostro lavoro. Imprenditrici, consulenti o dipendenti, tutte dobbiamo fare i conti anche con la difficoltà aggiuntiva di coniugare la vita professionale con quella personale – familiare e sicuramente con la maggior fatica ad essere interpellate e ascoltate. La prossima survey interna indagherà la comunicazione interpersonale e intra-aziendale, per mettere a punto un più efficace sistema di ascolto e dialogo, per noi step basilare di crescita».

Tornando ai principali risultati del sondaggio, colpisce il desiderio e la capacità delle Donne dell’Ortofrutta di formarsi, nonostante il titolo di studio per lo più universitario. Malgrado le tante ore di lavoro svolte e che il 57% delle rispondenti ritenga difficile (abbastanza + molto) coniugare la vita lavorativa con quella personale, solo il 12,7% delle socie non è riuscita a trovare tempo per formarsi nell’ultimo anno. Forse è stata la pandemia ad aiutare in questo le donne, poiché ha permesso di poter svolgere ore di formazione non in presenza, semplificando logistica e gestione familiare; il 74,8% delle intervistate ha infatti partecipato a webinar. In generale le tematiche di maggiore interesse sono risultate quelle tecnico-produttive, quelle commerciali, il marketing, le soft skill e le competenze digitali.

«La conoscenza del posizionamento delle donne nel settore ortofrutta – spiega la Presidente Alessandra Ravaioli – è un nostro obiettivo prioritario e per questo realizzeremo una ricerca estesa al settore produttivo italiano con la collaborazione di CSO Italy, che aggiungerà elementi quantitativi e qualitativi alla ricerca già realizzata per l’Associazione nel 2018. Tali elementi saranno indispensabili per comprendere le ragioni di una situazione che vede di fatto impegnate per il 70% le donne nel settore, senza che questo si rifletta nei ruoli apicali in azienda o nei tavoli decisionali o ancor meno in occasione di confronti pubblici».

Fotografare la situazione femminile nel settore ortofrutta e verificarne le tendenze sarà uno stimolo per le aziende affinché prendano decisioni adeguate in un momento in cui la parità di genere è, e diventerà, sempre di più una discriminante anche per accedere a finanziamenti e agevolazioni per le imprese. Non a caso la certificazione “Gender Equity” è una delle misure che il Governo ha inserito nel PNRR tra le politiche per il lavoro (missione 5 «Inclusione e coesione»), destinando a questa finalità 10 milioni di euro. Ed è di queste ore la notizia dell’impegno ufficiale siglato dalla RAI con la firma del Memorandum No Woman No Panel per una equa rappresentatività delle competenze femminile durante dibattiti e trasmissioni TV del servizio pubblico. Si tratta di una serie di importanti passi nel processo di riconoscimento del talento femminile che, come Associazione, abbiamo da sempre sottoscritto e per il quale continuiamo ogni giorno a lavorare dando il nostro contributo alla causa.

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Pubblicato da
Roberto Di Biase

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