Ferrara

Le cerimonie ferraresi in ricordo dei martiri della Certosa dell’agosto 1944

Giovedì 10 agosto (alle 10) davanti al tempio di San Cristoforo e (alle 10.45) al Museo del Risorgimento e della Resistenza

FERRARA – Tra il 10 e il 20 agosto 1944 nove patrioti furono trucidati all’interno della Certosa di Ferrara.

A ricordo di questi tragici eventi e agli uomini che ne furono vittime, fu apposto un cippo sul muro antistante il Tempio di S. Cristoforo.

Quest’anno, nel settantatreesimo anniversario delle stragi, per onorare la memoria dei caduti giovedì 10 agosto (alle 10 e alle 10.45) sono in programma due momenti commemorativi.

Alle 10 in Certosa si svolgerà una cerimonia che prevede gli onori militari, la deposizione di una corona al cippo antistante il muro del Tempio di S.Cristoforo e la benedizione della lapide a cura di Don Luigi Spada, delegato della Curia.

Seguiranno l’intervento introduttivo della responsabile del Museo del Risorgimento e della Resistenza Antonella Guarnieri, il saluto di Francesco Ferraro sindaco del Comune di Acquarica del Capo (parente di Donato Cazzato, una delle nove vittime trucidate alla Certosa) mentre le conclusioni saranno affidate all’assessora comunale Cristina Corazzari.

Saranno presenti i gonfaloni del Comune di Ferrara e del Comune di Acquarica del Capo, autorità locali, associazioni partigiane, combattentistiche e d’arma, e a una delegazione proveniente appunto da quella zona, fra cui il nipote di Donato Cazzato, Antonio Cazzato.

Al termine della cerimonia i partecipanti si trasferiranno (alle 10.45) al Museo del Risorgimento e della Resistenza (corso Ercole I° d’Este 19) per la seconda parte della giornata dedicata dal Museo stesso e da ANPI provinciale al ricordo del settantatreesimo anniversario delle stragi della Certosa durante l’occupazione nazi-fascista.

Nel corso dell’incontro l’assessora alla pubblica istruzione Cristina Corrazzari in rappresentanza delle istituzioni ferraresi e il presidente di ANPI provinciale Marco Ascanelli consegneranno ai parenti di Donato Cazzato (il partigiano leccese ventunenne che venne torturato dai fascisti e quindi fucilato alla Certosa nel secondo degli eccidi dell’agosto 1944) e ai parenti del ferrarese Bruno Rizzieri (ucciso dai fascisti dopo un eroica difesa nei pressi del Ponte della pace) le pergamene preparate in occasione del ventennale della Resistenza dalla Provincia di Ferrara e mai consegnate.

(LA SCHEDA – Museo del Risorgimento e della Resistenza del Comune di Ferrara) –

Ricordare chi ha dato la propria vita per il raggiungimento della democrazia fornisce uno stimolo potente all’approfondimento e alla ricerca degli avvenimenti storici e in questa logica uomini come Donato Cazzato, grazie ai nuovi documenti e testimonianze, assumono ruoli di maggiore rilievo, all’interno di una organizzazione resistenziale che già dalle prime battute pareva manifestarsi come una struttura articolata, variegata, interpartitica e interclassista che già da tutto il 1943 era presente a Ferrara e gravitava attorno alla figura emblematica di Alda Costa.

Da sinistra nella foto (in alto) Donato Cazzato, la fidanzata ferrarese Alda Pavani e l’amico Paolo Cofano, a Ferrara già dalla primavera del 1943.

I due leccesi non possono essere considerati come tanti giovani sbandati che si unirono alle formazioni partigiane dopo lo sbandamento dell’8 settembre.

Essi infatti iniziarono il viaggio nell’antifascismo a Ferrara, all’interno del gruppo di Alda Costa ben prima della caduta di Mussolini, dove erano giunti con la Divisione Ariete, comandata da Cadorna e insieme a Cerere Bagnolati costituirono uno dei primi e più agguerriti Gap.

E’ probabile che lo “Zappaterra” più volte citato da Cerere Bagnolati in alcune interviste, rilasciate alla storica Delfina Tromboni, fosse proprio Donato che aveva lasciato proprio quel lavoro per onorare la chiamata alle armi.

Le drammatiche vicende che caratterizzarono le brevi esistenze di Donato Cazzato e di Paolo Cofano, alla luce delle ricerche intraprese dalla responsabile del Museo del Risorgimento e della Resistenza Antonella Guarnieri, grazie allo stimolo di Antonio Cazzato, nipote di Donato e di Tommaso Coletta, anch’egli leccese ed entrambi impegnati da anni a ricostruire la figura del conterraneo, sono appena all’inizio, ma stanno aprendo squarci che potranno ampliare il quadro relativo alla ricostruzione del periodo della lotta di liberazione a Ferrara.

Ogni ricordo o testimonianza potrebbe essere utile e le porte del Museo sono aperte a quanti hanno conservato qualche ricordo legato a quegli avvenimenti e alle figure di questi giovani.

Parteciperà alla cerimonia una folta rappresentanza di conterranei di Donato Cazzato e con essi Antonio Cazzato, Tommaso Coletta e il sindaco di Acquarica del Capo Francesco Ferraro, anch’egli parente del partigiano ucciso a Ferrara.

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Pubblicato da
Roberto Di Biase

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