PARMA – Il Comune di Parma aderisce al sit in che ci sarà a Roma il 12 dicembre alle 11 in Piazza Capranica, per chiedere al Governo e al Parlamento un piano unitario nazionale per garantire il Diritto all’Abitare.
Le città italiane, come molte altre in Europa, stanno rispondendo alla crescente tensione abitativa con l’introduzione di Piani per l’Abitare. Tuttavia, le città da sole non possono affrontare un diritto primario come quello alla casa, che è essenziale per il godimento di molti altri diritti, come quello alla salute, al lavoro e all’istruzione.
In Italia, dove circa l’80% delle famiglie è proprietario di casa, per anni si è trascurata la necessità di politiche strutturali per l’abitazione, risultando in un grave impoverimento delle risorse destinate all’edilizia residenziale pubblica. L’assenza di politiche per il diritto allo studio e l’emergenza abitativa nelle città universitarie, gli affitti brevi per uso turistico e il progressivo abbandono delle aree interne sono solo alcune delle problematiche che minano il diritto all’abitare. Bisogna lavorare per garantire che le città restino attrattive e capaci di trattenere chi le vive e lavora, continuando a costituire il tessuto sociale di cui anche l’economia locale, i servizi e le comunità̀ stesse dipendono. In un contesto in cui i costi abitativi continuano a salire, è necessario garantire che chi contribuisce alla vita della città non venga escluso dal suo stesso sviluppo, né allontanato.
A Roma, quindi, le città che aderiscono all’iniziativa del sit, in presenteranno la loro proposta a Governo e Parlamento, articolata in cinque punti chiave:
Le città chiedono una legge quadro che garantisca l’uniformità̀ territoriale nei diritti di accesso e permanenza all’edilizia pubblica e che riconosca il diritto alla casa tra i Livelli Essenziali delle Prestazioni Sociali (LEPS). Si propone inoltre il rifinanziamento del programma per il recupero e la razionalizzazione degli immobili di edilizia residenziale pubblica (Erp) e l’introduzione di un sistema di credito d’imposta per la manutenzione delle case popolari. La legge dovrebbe inoltre stimolare la creazione di soggetti come le Housing Associations, imprese sociali che possano produrre, acquisire e gestire edilizia sociale.
I Comuni dovrebbero avere la possibilità̀ di ricevere gratuitamente immobili e aree di enti statali o parastatali inutilizzati, destinandoli a politiche per l’abitare, per contrastare l’emergenza abitativa e per l’edilizia studentesca. È inoltre necessaria la creazione di un fondo per l’adeguamento e la messa in sicurezza di tali immobili.
Per sostenere le famiglie in difficoltà, è essenziale rifinanziare questi strumenti, che offrono un supporto continuativo agli affitti.
Una legge che regoli gli affitti brevi turistici, per mitigare gli impatti negativi sul sistema abitativo, considerando che le misure attualmente previste dall’art. 13bis del Decreto-Legge 18 ottobre 2023, n. 145, sono insufficienti.
Riconoscere strutturalmente l’emergenza abitativa e la condizione di senzatetto come fragilità̀ cui dedicare risorse e interventi specifici.
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