L’atlante linguistico della Pangea il 25 febbraio al Teatro Piccolo Orologio

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Atlante linguistico della Pangea Sotterraneo ph. – Giulia Di Vitantonio

REGGIO EMILIA – “Che cosa c’è in un nome?”. Niente di essenziale, pare la risposta sottesa al celebre quesito apparentemente retorico di shakespeariana memoria. Eppure l’uomo, senza eccezione alcuna, si interroga da sempre senza esito definitivo sul mistero e la fascinazione mai finiti che la parola, il logos, esercita sul nostro immaginario collettivo e sul nostro modo di pensarci e, appunto, comunicarci. Se, con l’anonimo manzoniano, possiamo indulgere nel postulato che vuole i nomi (e, con essi, le parole in genere) nient’altro che “puri, purissimi accidenti”, incapaci di modificare o determinare, in qualsivoglia modo, l’essenza stessa di ciò che identificano; dall’altra parte, sin dall’alba dei tempi, certa filosofia, le suggestioni delle religioni rivelate e, soprattutto, la storia della lingua ci insegnano che, dietro ad ogni termine, esiste un cammino identitario profondo, radicato nell’essenza stessa della cultura che lo ha generato.

In seno all’inesauribile querelle, arriva sul palco del Teatro Piccolo Orologio L’atlante linguistico della Pangea, spettacolo scritto da Daniele Villa e prodotto da Sotterraneo con il contributo di ERT – Emilia Romagna  Teatro, Fondazione CR Firenze. La compagnia, parte di Fies Factory ed artista associato al Piccolo Teatro di Milano, fresca vincitrice del Premio UBU 2022 per lo spettacolo L’angelo della storia, porta in scena un’opera frutto di un lungo e intenso dialogo interlinguistico e interculturale, sulla multiforme fascinazione che le parole esercitano sulle nostre storie, personali e collettive. L’interpretazione è di Sara Bonaventura, Claudio Cirri, Lorenza Guerrini, Daniele Pennati, Giulio Santolini. Le luci sono di Marco Santambrogio, i costumi di Eleonora Terzi e Laura Dondoli, il sound design di Mattia Tuliozi.

L’idea ha visto la luce durante il periodo pandemico, anche grazie alla riflessione sull’impossibilità di dar corpo ad alcuni concetti a causa delle limitazioni, che da pure restrizioni si sono trasformate, paradossalmente, in una risorsa scenica in grado di mettere in campo un pensiero sulle relazioni umane e l’incomunicabilità, proprio nel momento in cui la nostra specie veniva posta di fronte alla necessità di cooperare davvero su scala globale.

Nel mondo esistono “parole intraducibili”, concetti complessi raccolti in vocaboli unici che non esistono in altri idiomi: in lingua inuktitut, per esempio, la parola iktsuarpok significa “il senso di aspettativa che ti spinge ad affacciarti ripetutamente alla porta per vedere se qualcuno sta arrivando”; in giapponese tsundoku significa “impilare un libro appena comprato insieme agli altri libri che prima o poi leggerai”; in bantu la parola ubuntu significa “posso essere una persona solo attraverso gli altri e con gli altri”.

La straordinaria ricchezza della lingua suggerisce, di contatto in contatto, legami interculturali e intraculturali sorprendenti e inattesi, facendosi gioco e scoperta di un patrimonio archetipico comune a tutta la Pangea, appunto.

Sotterraneo ha selezionato decine di questi vocaboli, seguendone le orme in senso spaziale e diacronico, dialogando con parlanti madrelingua da tutto il mondo, invitati a riflettere sul significato e l’uso di termini unici, talvolta universali, talvolta culturospecifici, nel contesto culturale di provenienza.: Queste brevi “lezioni di intraducibilità” sono divenute la traccia per uno spettacolo che mette in scena le parole stesse, come poiesis, deliberato atto creativo, trasformando un piccolo dizionario in una sorta di drammaturgia atipica, capace di alzare il nostro sguardo spesso autoreferenziale verso un orizzonte veramente universale, connesso e condiviso.

 

INFO E PRENOTAZIONI

Biglietto mecenate: €20, per contribuire con una piccola donazione alle attività del MaMiMò
Biglietto intero €15, biglietto ridotto €13, soci MaMiMò €10

Per informazioni e prenotazioni: www.mamimo.eventbrite.it, biglietteria@teatropiccolorologio.com, www.mamimo.it, 0522-383178, dal lunedì al venerdì, 9:30-13:30 e 14:30-18:30 e nei giorni di spettacolo.

In scena sabato sabato 25 febbraio alle ore 21 al Teatro Piccolo Orologio, via Massenet 23 a Reggio Emilia

L’atlante linguistico della Pangea porta in scena la potenza

sorprendente e (spesso) intraducibile delle parole

Un viaggio che si fa drammaturgia atipica sullo (e con lo) straordinario potenziale degli strumenti che la lingua genera da sempre, in dialogo con culture e luoghi lontani, in prospettiva globale e interculturale.