Nato ad Algeri nel 1952, Rudy Ricciotti, è un progettista francese di origini italiane con studio affacciato sul Mediterraneo a Bandol. Numerosi sono i riconoscimenti ottenuti: è Grand Prix National d’Architecture, Médaille d’Or de l’Académie d’Architecture, vincitore del Premio Auguste-Perret assegnato dall’Unione Internazionale degli Architetti (UIA), Commandeur de l’ordre des Arts et des Lettres, Chevalier de la Légion d’honneur ed è uno dei progettisti più rappresentativi di questa generazione di architetti che combinano il potere creativo alla vera cultura costruttiva. Pioniere e ambasciatore del cemento, sublima il calcestruzzo innovativo in realizzazioni importanti come lo Stadio di Vitrolles (1994), il Centro Coreografico Nazionale Padiglione Nero a Aix-en-Provence (2006), il museo Jean Cocteau di Mentone (2011), il Dipartimento delle Arti dell’Islam del Museo del Louvre a Parigi (2012), il MuCEM – Museo delle Civiltà dell’Europa e del Mediterraneo a Marsiglia (2013), lo Stadio Jean Bouin a Parigi (2013), il Memoriale del Campo di Rivesaltes (2015), il Polo di Interscambio Multimodale (PEM) della stazione TGV di Nantes (2020), il 19M, Manufacture des Métiers d’Aart de la Mode Chanel a Parigi (2021).
Costruisce anche all’estero la Nikolaisaal Philharmonie a Potsdam, in Germania (2000), la Passerella della Pace a Seoul, in Corea del Sud (2002), il Museo “La Boverie” Centre International d’Art et de Culture a Liegi, in Belgio (2016) e il complesso terziario AYA nella Cidade Matarazzo a San Paolo, in Brasile (2021).
Rudy Ricciotti è anche autore di una trentina di pamphlet, il più famoso di questi, intitolato “L’architecture est un sport de combat” (edizioni Textuel – 2013), sviluppa un’asserzione che è diventata un motto tra molti addetti ai lavori. E ancora “L’exil de la beauté” (edizioni Textuel – 2019) in cui denuncia la cultura ufficiale della bellezza: dalla celebrazione dell’arte contemporanea all’estetica da supermercato e al culto obbligatorio della natura, per Rudy Ricciotti questa doxa è un soffocamento del pensiero critico e una maschera per tutte le singolari bellezze che si propone di difendere.
La conferenza di Rudy Ricciotti rappresenta un’occasione unica per confrontarsi con un architetto visionario e robusto che spinge i confini dell’architettura e ridefinisce la nostra percezione dello spazio.
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