Il metodo messo a punto da ricercatrici e ricercatori sfrutta il fenomeno della coevoluzione, ovvero il cambiamento reciproco nel corso del tempo di entità biologiche. La coevoluzione può fornire informazioni a diversi livelli, dalle interazioni di singoli amminoacidi nella struttura delle proteine alle dinamiche di relazione tra organismi diversi. In questo lavoro, studiose e studiosi hanno elaborato una procedura al computer che identifica la coevoluzione a livello genico, consentendo di identificare geni e proteine che agiscono in modo concertato nei processi biologici.
Questo risultato è stato ottenuto da un team interdisciplinare che ha unito diverse competenze presenti in Ateneo: dalla bioinformatica alla biochimica, alla sintesi chimica, alla statistica e al calcolo delle probabilità.
La parte iniziale della ricerca è stata svolta durante il periodo di isolamento per la pandemia grazie all’utilizzo da remoto dell’infrastruttura di calcolo ad alte prestazioni dell’Università di Parma. Dopo il rientro in laboratorio, ricercatrici e ricercatori hanno effettuato esperimenti sul funzionamento di due proteine identificate con l’analisi al computer. In questo modo hanno scoperto un “pezzo mancante” del metabolismo e dimostrato l’efficacia del metodo di analisi.
Lo studio è stato coordinato da Riccardo Percudani, docente di Biochimica e Bioinformatica al Dipartimento di Scienze Chimiche, della Vita e della Sostenibilità Ambientale, in collaborazione con Andrea Secchi, docente di Chimica organica nello stesso Dipartimento, e Francesco Morandin, docente di Statistica e Calcolo di probabilità al Dipartimento di Scienze Matematiche, Fisiche e Informatiche, e ha potuto contare sul prezioso contributo di un gruppo di giovani ricercatori, Elena Dembech, Marco Malatesta, Carlo De Rito, Giulia Mori, e sull’assistenza tecnica di Davide Cavazzini.
La ricerca si è potuta avvalere delle risorse del progetto Dipartimenti di eccellenza. Il Dipartimento di Scienze Chimiche, della Vita e della Sostenibilità Ambientale ha ottenuto per due quinquenni consecutivi il finanziamento ministeriale destinato ai Dipartimenti di eccellenza, e questo ha consentito di potenziare l’infrastruttura di ricerca attraverso il reclutamento di personale, l’acquisizione di strumentazione e la creazione di piattaforme di ricerca a carattere interdisciplinare.
Le ricercatrici e i ricercatori coinvolti nello studio sono ora impegnati nello studio di alcuni geni rilevanti per la salute umana identificati dalla stessa analisi, e nel miglioramento della procedura al computer con l’utilizzo di programmi di intelligenza artificiale.
I programmi software nei linguaggi R e Python e i risultati completi dell’analisi coevolutiva sono stati depositati in archivi pubblici e messi a disposizione della comunità attraverso licenze Creative Commons, per consentire ad altre studiose e ad altri studiosi di far avanzare le conoscenze sul funzionamento dei genomi e degli esseri viventi.
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