Ferrara

“L’Amore Malato”: in Municipio una mostra contro la violenza di genere

Inaugurazione sabato 12 gennaio alle 11 nel salone d’Onore. Rassegna di opere dell’artista padovano Gino Tonello

FERRARA – Sabato 12 gennaio 2019 alle 11, nel salone d’Onore della residenza comunale di Ferrara (piazza del Municipio 2), si terrà l’inaugurazione della mostra “L’Amore Malato”, opere contro la violenza di genere dell’artista padovano Gino Tonello che resteranno esposte al pubblico fino all’ 1 febbraio 2019 (dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 18).

L’iniziativa espositiva è organizzata dal Comune di Ferrara in collaborazione con il Centro Donna Giustizia di Ferrara.

Alla cerimonia di apertura saranno presenti il sindaco Tiziano Tagliani, la presidente del Centro Donna Giustizia di Ferrara Paola Castagnotto, il direttore del Museo e Gypsoteca Antonio Canova di Possagno Mario Guderzo e l’avvocata Barbara Spinelli.

Giornalisti, fotografi e video operatori sono invitati.

LA SCHEDA (a cura degli organizzatori)

L’Amore Malato / Mostra di Gino Tonello contro la violenza di genere – 12 gennaio/1 febbraio 2019 (Palazzo Ducale Salone d’Onore – piazza del Municipio, 2 Ferrara)

La mostra dell’artista padovano Gino Tonello è giunta alla sua terza esposizione. E’ il frutto di un ampio progetto dedicato al tema della violenza di genere, al quale l’artista sta lavorando ormai da diverso tempo e che continuerà nei prossimi anni.

La decisione di trattare questa tematica, nasce dalla consapevolezza di trovarsi di fronte a un fenomeno, tra cui quello del cosiddetto femminicidio, di dimensioni impressionanti. Siamo tutti esposti quotidianamente a veri e propri bollettini di guerra con il rischio che questi tragici avvenimenti passino in secondo piano e non ricevano l’attenzione e lo sdegno che meritano.

È in questo contesto che le opere dell’artista si prefiggono di essere dei manifesti contro gli orrori perpetrati, il più delle volte, nell’ambito degli affetti domestici. I quadri, a volte forti e strazianti, altre volte discreti e soffocati, o ancora drammatici e inquietanti, sono complesse allegorie cariche di simboli nascosti che raccontare vogliono raccontare una società debole, incapace di reagire di fronte alla diversità e di accettare i cambiamenti, e che spesso tenta di nascondersi dietro a pseudo pretesti affettivi, culturali e religiosi.

La mostra è visitabile dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 18.00.

Perché una mostra contro la violenza

Da tempo le sequenze di ogni forma di violenza che ci vengono quotidianamente somministrate da tutti i media, senza nessun tipo di filtro, hanno raggiunto livelli a dir poco preoccupanti e sulle quali occorre riflettere. Orrore e disgusto, ma anche assuefazione e disincanto, sono solo alcune delle risposte che provengono dal pubblico ogni qualvolta sugli schermi appaiono scene o notizie di violenze o barbarie in genere.

Fra le tante forme di violenza ve n’è una che corre all’interno delle mura domestiche, tra gli affetti del quotidiano, la violenza sulle donne e sui minori. La cosiddetta “violenza di genere” è quanto mai attuale e molto più vicino a noi tutti di quel che pensiamo; basti pensare che in Europa, una donna su tre, oltre i 15 anni, è stata vittima di violenza fisica o sessuale almeno una volta nella vita. Inoltre, più della metà delle europee ha dichiarato di aver subito molestia sessuale, un altro 18% è stato vittima di stalking e di atti persecutori. Ad amplificare il problema c’è poi la difficoltà delle vittime a parlarne: per vergogna, perché colpevolizzate, o perché, come spesso accade, la violenza è esercitata dal partner.

Vista la gravità del dramma che inaspettatamente è esploso nella nostra “civile” società, è oggi un nostro preciso dovere usare tutti i mezzi che abbiamo per denunciare la situazione, e per sensibilizzare, formare, ed educarci tutti insieme al rispetto dell’altro, comprendendo che qualunque forma di violenza, ovunque abbia luogo e da chiunque sia perpetrata, è una violazione dei diritti fondamentali degli esseri umani.

L’importanza di coinvolgere le scuole

L’Arte contemporanea, in quanto linguaggio universale, ha l’obbligo morale, sociale e storico di denunciare ogni forma di violenza e abuso.
Creare dei momenti d’incontro tra l’artista gli alunni e il corpo docenti, diventa uno spunto per dibattiti e riflessioni.

Il coinvolgimento delle scuole anche attraverso questa esposizione si può riassumere nel discorso del Presidente Mattarella:

“La scuola e le altre attività in cui si esplica la crescita della persona devono essere in prima fila contro ogni forma di violenza, pregiudizio e discriminazione”, ha detto il capo dello Stato.

“Contrastare la violenza sulle donne è un compito essenziale di ogni società che si proponga la piena tutela dei diritti fondamentali della persona”: è il capo dello Stato Sergio Mattarella a pronunciare queste parole. Educare soprattutto le nuove generazioni al “rifiuto della violenza nei rapporti affettivi” è un tema centrale nel messaggio di Mattarella.

“La violenza sulle donne è un fenomeno sociale ingiustificabile che attecchisce ancora in troppe realtà, private e collettive e nessun pretesto può giustificarla. Si tratta di comportamenti che vanno combattuti fermamente. Per estirparli, occorre agire sulla prevenzione, attraverso l’educazione dei giovani al rifiuto della violenza nei rapporti affettivi: amore e violenza sono tra loro incompatibili e non c’è rapporto che possa essere costruito sulle basi della sopraffazione. L’educazione ad una vita sentimentale caratterizzata dal rispetto per l’altro inizia dall’infanzia e dall’adolescenza ed è soprattutto alle nuove generazioni che deve essere rivolta l’attività posta in essere dalle istituzioni e dalla società civile. La scuola e le altre attività in cui si esplica la crescita della persona devono essere in prima fila contro ogni forma di violenza, pregiudizio e discriminazione. La ratifica da parte dell’Italia della “Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica”, c.d. Convenzione di Istanbul, costituisce un primo e importante passo per la piena affermazione dei diritti umani. Resta tuttavia ancora molta strada da fare, in Italia e nel mondo, per evitare l’insorgere della violenza sulle donne, per offrire loro strumenti che consentano di superare le ferite, fisiche e morali, subite, e per arginare il ripetersi di questi fenomeni. L’impegno è che le attività intraprese in occasione di questa Giornata Internazionale pongano le basi per un mutamento radicale su un tema essenziale alla nostra convivenza civile”.

Profilo dell’artista a cura di Mario Guderzo (direttore del Museo e Gypsoteca Antonio Canova di Possagno)

Formazione: Diplomato all’Istituto Statale d’Arte M. Fanoli di Cittadella. Ha proseguito, successivamente dedicandosi alla grafica e concentrando la sua attenzione alla pittura. E’ sempre stato alla ricerca di un linguaggio personale in grado da non confonderlo con correnti stilistiche contemporanee, ma cercando di individuare strade nuove e di ricerca. Predilige grandi dimensioni per ritratti, allegorie, ambientazioni e astrazioni.

Periodi: dagli anni Ottanta del Novecento studia la figura e si rapporta con un classicismo interpretato e mediato dalla ricerca ritrattistica per poi orientarsi verso tematiche surreali. Lavora a contatto con studi di designer e i suoi dipinti attirano l’attenzione di gallerie d’arte. A partire dalla fine del secolo scorso, il suo approccio alle novità artistiche è diretto alla ricerca interpretativa tesa alla modifica dei tradizionali supporti e con un utilizzo della materia coloristica molto personale. Si dedica, successivamente, alla realizzazione di videoinstallazioni e alla produzione di spettacoli teatrali e musicali, dove le scenografie dipinte diventano il supporto estensivo di tutta la sua ricerca. Realizzazioni cinematografiche e musicali completano, così, la sua ricerca di “opera totale”.

Soggetti: composizioni complesse di oggetti, figure e ambienti di rilevante contemporaneità, con inserzioni e modificazione dei supporti. La tela viene rielaborata, tagliata e strappata e successivamente ricomposta in maniera magistrale evidenziando così una tridimensionalità. Le figure appaiono immerse in scenografiche costruzioni e attorniate da una ricca materia. Preferisce simbologie legate alla società contemporanea e non disdegna affrontare direttamente le problematiche connesse alla valorizzazione delle sue iconografie.

Tecniche: olio, paste acriliche, smalti, ossidi e pigmenti.

Links:

http://www.artecultura.fe.it/event/1989/85/lamore-malato

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Pubblicato da
Roberto Di Biase

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