Bologna

Laganà, Garante Bologna: pieno sostegno all’iniziativa della comunità Papa Giovanni XXIII per accoglienza madri carcerate con bambini

BOLOGNA – Elisabetta Laganà, Garante per i Diritti delle persone private della Libertà personale del Comune di Bologna:

“Nel carcere Rocco d’Amato di Bologna, alla visita di oggi, vi sono 3 mamme con bambini, uno dei quali piccolissimo.

Questo Ufficio è più volte intervenuto sulla drammaticità di questa tematica e sui danni provocati ai bambini dalla carcerazione. Per queste situazioni, se la detenuta lo consente, vi è sempre stata da parte di questo Ufficio una repentina attivazione delle risorse del territorio, in particolare dell’associazione Papa Giovanni XXIII, che su questo tema ha condotto negli scorsi anni una battaglia nazionale titolata “Mai più bambini in carcere”.

Questo Ufficio ha sempre rimarcato come la casa protetta sia l’unica soluzione rispettosa per madre e bambini, considerando la collocazione in un ICAM (Istituto a custodia attenuata per detenute madri con figli) solo come estrema ratio.

È indifferibile una urgente soluzione per chiudere definitivamente la questione della presenza dei bambini in carcere. Le normative del “Decreto 8 marzo 2013 – Requisiti delle case famiglia protette” che tentano di dare risposta definitiva alla tragedia dei bambini in carcere, affermano che il Ministro della Giustizia può stipulare con gli Enti Locali convenzioni volte ad individuare le strutture idonee ad essere utilizzate come case protette, la cui realizzazione rappresenta uno snodo fondamentale per la piena applicazione della legge 62/11 in quanto consente ai destinatari della norma, qualora sprovvisti di riferimenti materiali ed abitativi, di evitare in toto l’ingresso in strutture penitenziarie, seppur a custodia attenuata quali gli ICAM, che però rimangono ancora previsti per le situazioni in cui si ravvisa una particolare rilevanza cautelare.

Pertanto, questo Ufficio esprime pieno sostegno e gratitudine all’associazione Papa Giovanni XXIII per la disponibilità offerta per risolvere, si spera definitivamente, la presenza dei bambini nel carcere di Bologna. Questa tematica, insieme a molte altre inerenti alla detenzione femminile, saranno affrontate in un convegno organizzato da questo Ufficio il 15 giugno prossimo dal titolo : “Carcere e questione femminile: un progetto per Bologna”

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Pubblicato da
Roberto Di Biase

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