MODENA – Il collage tridimensionale delle cascate romane di Monte Gelato, così come sono state filmate in oltre 180 produzioni tra film, serie tv e spot, e l’analisi dell’eterna relazione tra espressione artistica e dubbio, che si sviluppa in una vera e propria biblioteca “Vr” di dubbi di artisti. Ci sono anche queste due opere italiane in gara tra i contenuti “Vr”, ovvero in realtà virtuale, della 78esima Mostra internazionale d’arte cinematografica della Biennale di Venezia, che da oggi, mercoledì 1, a domenica 19 settembre si possono vedere al Laboratorio aperto di Modena. La struttura di viale Buon Pastore 43 è infatti uno dei “Satellite venues” del network internazionale di Venice Vr Expanded, ovvero uno dei 15 luoghi culturali in dieci differenti Paesi che, oltre alla sede principale, ospitano e rendono fruibile al pubblico la sezione di contenuti “Vr” proposti alla kermesse sul Lido. Informazione e biglietti online sul sito www.laboratorioapertomodena.it e sulla piattaforma Getcrowd (www.getcrowd.eu/it/event/venice-vr-expanded–venice-vr-expanded-modena).
Tra le opere presenti, quelle italiane si caratterizzano per costituire in un caso il secondo episodio di una produzione in concorso anche l’anno scorso (“Il Dubbio episodio II”, regia di Matteo Lonardi, durata 7 minuti) e nell’altro per rappresentare il primo esempio nel suo genere di film di montaggio direttamente in “Vr” (“Montegelato”, regia di Davide Rapp, 28 minuti). Più in generale, la creatività è il filo conduttore delle opere in gara in Laguna e in questo contesto si inserisce anche il “gioco” in concorso, l’unico, “The last worker” del belga Jorg Tittel: ambientata in un luogo solitario e oppressivo, ma bello nella sua singolarità, la storia mescola racconto in prima persona, simulazione di lavoro e, appunto, giochi con strategia stealth.
Da segnalare anche “Angels of Amsterdam” di Anna Abrahams e Avinash Changa, una ricostruzione fedele di un caffè di Amsterdam del XVII secolo in cui si muovono quattro impetuosi angeli; “Genesis” di Jörg Courtial, in cui si intraprende un viaggio di ventiquattr’ore emotivamente intenso per farci vivere le drammatiche tappe dell’evoluzione della Terra e dell’umanità da una prospettiva inedita, tra caos, rinascita e catastrofi che contraddistinguono la storia della Terra; “Myriad” di Lena Thiele, Sebastian Baurmann e Dirk Hoffmann, un progetto incentrato sulle migrazioni degli animali nell’Antropocene: basata su dati scientifici reali sulle migrazioni, l’esperienza in “Vr” accompagna il pubblico lungo il viaggio poetico di tre animali – l’ibis calvo, la volpe artica, e la tartaruga marina verde – sospinti da vento e correnti oceaniche, attraverso continenti ed elevate catene montuose in quello che è il loro cammino attraverso il globo. Tra le opere fuori concorso, “Jurassic World Aftermath” di Richard Snowdon si presenta come un’avventura di sopravvivenza in “Vr” ricca di suspense che si svolge dopo un atterraggio d’emergenza sull’isola Nublar in seguito alla caduta di Jurassic World.
Nel Vr Lounge allestito nella struttura di viale Buon Pastore gli spettatori possono prendere visione di circa 40 contenuti, tra le opere in concorso di Venice Vr Expanded, i progetti di fuori concorso – Best of Vr Expanded (inclusa la VrChat Worlds gallery, una selezione di 35 mondi e 5 eventi speciali in VrChat) e quelli sviluppati nel corso delle edizioni di Biennale College cinema – Vr. Non manca l’evento evento speciale, fuori concorso, “In the mist” del regista di Taipei Tung-yen Chou.
Rispetto al totale delle opere ammesse al Lido, a Modena e nelle altre realtà “satellite” non saranno visibili soltanto “Bedlam” di Mat Collishaw, “The Severance Theory: Welcome to Respite” di Lyndsie Scoggin, “Exploring home” di Sara Lisa Vogl e “Knot: A Trilogy” di Glen Neath e David Rosenberg. Tutte le sinossi sono online su www.labiennale.org/it/cinema/2021/venice-vr-expanded-web-section.
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