Il presidente della Regione: “Una perdita enorme, per tutti: per la sua Modena, e per l’Emilia-Romagna intera, di cui è stato presidente”Una vita, la sua, “dedicata all’impegno politico, senza mai tirarsi indietro, senza mai risparmiarsi”
BOLOGNA – “Provo un grande dolore. È una perdita enorme, per la sua famiglia, per me, per tutti quelli che hanno avuto modo di conoscerlo. Per la sua Modena, e per l’Emilia-Romagna intera, di cui è stato presidente”.
Così Stefano Bonaccini, presidente della Regione, ricorda Luciano Guerzoni.
Una vita, la sua, “dedicata all’impegno politico, senza mai tirarsi indietro, senza mai risparmiarsi”: l’adesione, sin da giovane, al Partito comunista italiano, l’elezione a consigliere comunale, poi regionale, fino a diventare, dal 1987 al 1990, presidente di questa Regione.
Nel 1992 si candidò al Senato della Repubblica con il Partito democratico della sinistra, e dopo essere stato eletto, divenne vice-capogruppo del Pds.
“Per quelli della mia generazione– prosegue Bonaccini-, quando abbiamo mosso i primi passi in politica, è stato un punto di riferimento. Era una persona solida, generosa, disponibile. Luciano era sempre attento ai bisogni, alle richieste del territorio. Aveva ben chiara la sua missione- sottolinea Bonaccini-, e in questo modo ha vissuto fino in fondo il suo ruolo di rappresentante delle istituzioni”.
Infine, “Luciano Guerzoni era un figlio del Novecento: aveva visto la seconda guerra mondiale, la barbarie del fascismo e del nazismo. Per questo-conclude Bonaccini- si era messo a disposizione dell’Anpi, di cui era diventato vice presidente nazionale. Non dimenticava mai quel passato angoscioso che pendeva minaccioso sul nostro futuro, non si stancava di ripeterlo. E ci esortava a vigilare, perché nulla è scontato, né pace, né democrazia”.