Il presidente Fritelli ha presentato oggi un esposto cautelativo alla Procura della Repubblica, alla Prefettura e alla sezione regionale della Corte dei Conti
PARMA – Dopo le proteste e gli allarmi la Provincia di Parma passa ai fatti. Oggi il presidente Filippo Fritelli, ha presentato un esposto cautelativo alla Procura della Repubblica, alla Prefettura e alla sezione regionale della Corte dei Conti. Scopo: denunciare la difficoltà a garantire i servizi, in primis scuole e strade, a seguito dei tagli pesantissimi che la Provincia è costretta ad affrontare da ormai tre anni.
L’esposto ricalca fedelmente il format proposto dall’Unione Province d’Italia, sulla base del quale già numerose altre Province hanno proceduto, “affinché vengano valutate eventuali condotte illecite omissive e/o commissive” da parte dello Stato.
“Dobbiamo pensare ai nostri cittadini, agli automobilisti, agli studenti, che hanno diritto a strade e scuole sicure – spiega il Presidente Fritelli – Con questo esposto abbiamo voluto ancora una volta chiarire all’opinione pubblica come i tagli insostenibili alle entrate provinciali non consentano all’Ente di garantire servizi essenziali che sono tra le sue funzioni fondamentali. Allo stesso tempo abbiamo voluto cautelarci e tutelare l’Ente e i suoi dirigenti, che in caso di incidenti potrebbero essere chiamati a rispondere anche penalmente. Non bastano ormai le grida d’allarme, ci sono servizi essenziali a rischio, occorre agire. Per questo, insieme alle altre Province e all’Upi, ci siamo mossi sul piano giudiziario”.
Dal 2015 al 2017 lo Stato ha prelevato dalle casse della Provincia di Parma il 97% delle imposte che i cittadini versano alla Provincia sotto forma di RcAuto e Itc, tanto che nel 2016 il Consiglio provinciale aveva deciso di sforare il Patto di stabilità, per far fronte alle esigenze del territorio e velocizzare i pagamenti alle imprese. Quest’anno su 35 milioni di entrate tributarie lo Stato ce ne preleva 21 milioni e 400 mila.
Nell’esposto la Provincia di Parma ribadisce:
“Oggi le Province si trovano a dover dichiarare la loro impotenza, non certo per cattiva volontà o imperizia tecnico-amministrativa, ma solo e soltanto per la carenza delle risorse finanziari”.
E afferma esplicitamente che “Ci si potrebbe trovare nella paradossale situazione di cittadini privati di servizi fondamentali per la loro vita, quali la sicurezza dei trasporti e la sicurezza nelle scuole, e di funzionari e dirigenti che, loro malgrado, potrebbero essere chiamati a rispondere di reati molto gravi, quali a mero titolo di esempio quelli previsti dal codice penale, per prevenire disastri colposi, o dalla normativa sulla sicurezza dei luoghi di lavoro”.