BOLOGNA – Termina l’attesa per l’inaugurazione della nuova Stagione di prosa del Teatro Duse di Bologna che aprirà ufficialmente il 20 ottobre alle 21 con ‘La locandiera’ di Carlo Goldoni. Nel ruolo di Mirandolina Sonia Bergamasco, alla regia Antonio Latella. Lo spettacolo replica il 21 ottobre (ore 21) e il 22 ottobre (ore 16).
In questo nuovissimo allestimento firmato dal Teatro Stabile dell’Umbria, Latella mette in luce la forza rivoluzionaria e politica di un testo che vede per la prima volta una protagonista femminile, emblema di emancipazione e simbolo di un cambiamento che segnerà tutta la drammaturgia a venire.
La trama de ‘La Locandiera’ è nota: Mirandolina gestisce la locanda ereditata dal padre, insieme al fedele cameriere Fabrizio al quale è legata da una promessa di matrimonio fatta al genitore prima che morisse. Nella locanda due clienti entrambi innamorati della padrona: il Conte d’Albafiorita che la corteggia spendendo grandi quantità di denaro e lo squattrinato Marchese di Forlipopoli che tenta di conquistarla facendo leva sul titolo nobiliare. Con intelligenza e superiorità, Mirandolina argina corteggiamenti e pretendenti accettando secondo convenienza qualche dono. Gli equilibri mutano quando arriva alla locanda il misogino Cavaliere di Ripafratta. Mirandolina avverte il disprezzo che il Cavaliere nutre per le donne come una sfida e decide di mettere in atto un piano per farlo capitolare. Tra equivoci e inganni, arricchiti e movimentati anche dall’arrivo delle due commedianti Ortensia e Dejanira, Mirandolina riesce a far innamorare il Cavaliere che, però, perde la testa. La quiete si ristabilisce solo quando Mirandolina accetta di sposare Fabrizio ma, come in altre opere goldoniane, la fine degli intrighi porta con sé un’ombra di malinconia.
“Penso a ‘Café Müller’ di Pina Bausch. Penso ad una donna nata e cresciuta nella locanda, un luogo-mondo che accoglie infiniti mondi. – scrive Latella nelle sue note regia – Nel testo goldoniano il tema dell’eredità è il punto cardine di tutto. Mirandolina seduta sul letto di morte del padre riceve in eredità la locanda, ma anche l’ordine di sposarsi con Fabrizio, il primo servitore della Locanda. In questo credo che ci sia un’inconsapevole identificazione del padre con il servo, come erede virtuale in quanto maschio. Più che un uomo per la figlia, il padre sceglie un uomo per la locanda, un uomo pronto a tutto pur di proteggere la locanda.
Credo che Goldoni con questo testo abbia fatto un gesto artistico potente ed estremo, un gesto di sconvolgente contemporaneità: innanzitutto siamo davanti al primo testo italiano con protagonista una donna, ma Goldoni va oltre, scardina ogni tipo di meccanismo, eleva una donna formalmente a servizio dei suoi clienti a donna capace di sconfiggere tutto l’universo maschile, soprattutto una donna che annienta con la sua abilità tutta l’aristocrazia”. “Di fatto – prosegue Latella – Mirandolina riesce in un solo colpo a sbarazzarsi di un cavaliere, di un conte e di un marchese”. Non solo. “Scegliendo alla fine il suo servitore come marito fa una scelta politica, mette a capo di tutto la servitù, nobilita i commercianti e gli artisti, facendo diventare la locanda il luogo da dove tutta la storia teatrale del nostro Paese si riscriverà, – precisa il regista – la storia che in qualche modo ci riguarda tutti”. “Goldoni fa anche un lavoro sulla lingua, accentuando un italiano toscano. Per essere Mirandolina bisogna essere capaci di mettersi al servizio dell’opera, ma anche non fare del proprio essere femminile una figura scontata e terribilmente civettuola, cosa che spesso abbiamo visto sui nostri palcoscenici” avverte Latella, che aggiunge “spesso noi registi abbiamo sminuito il lavoro artistico culturale che il grande Goldoni ha fatto con quest’opera, l’abbiamo ridimensionata cadendo nell’ovvio e riportando il femminile a ciò che gli uomini vogliono vedere: il gioco della seduzione. Goldoni, invece, ha fatto con questo suo testamento, una grande operazione civile e culturale. Siamo davanti ad un manifesto teatrale che dà iniziò al teatro contemporaneo, mentre per un’assurda cecità noi teatranti lo abbiamo banalizzato e reso innocente”. “La nostra mediocrità non è mai stata all’altezza dell’opera di Goldoni e, molto probabilmente, non lo sarò nemmeno io. Spero, però, di rendere omaggio a un maestro che proprio con Goldoni ha saputo riscrivere parte della storia teatrale italiana: – conclude – parlo di Massimo Castri”.
TEATRO STABILE DELL’UMBRIA
LA LOCANDIERA
di CARLO GOLDONI
regia ANTONIO LATELLA
con Sonia Bergamasco, Marta Cortellazzo Wiel, Ludovico Fededegni, Giovanni Franzoni, Francesco Manetti, Gabriele Pestilli, Marta Pizzigallo, Valentino Villa
dramaturg LINDA DALISI
scene ANNELISA ZACCHERIA
costumi GRAZIELLA PEPE
musiche e suono FRANCO VISIOLI
luci SIMONE DE ANGELIS
assistente alla regia MARCO CORSUCCI
foto di scena GIANLUCA PANTALEO
BIGLIETTI
Intero Ridotto Mini
Platea 31 euro 28 euro 26,50 euro
Prima galleria e palchi 27 euro 24,50 euro 23 euro
Prima galleria e palchi con visibilità ridotta 23 euro 20,50 euro 19,50 euro
e seconda galleria
BIGLIETTERIA
Teatro Duse – Via Cartoleria, 42 Bologna – Tel. 051 231836 – biglietteria@teatroduse.it
Dal lunedì al sabato, dalle ore 15 alle 19 e da un’ora prima dell’inizio dello spettacolo.
On line: teatroduse.it | Vivaticket
AL TEATRO DUSE ‘LA LOCANDIERA’ CON SONIA BERGAMASCO
DIRETTA DA ANTONIO LATELLA
Lo spettacolo inaugura la Stagione di Prosa 2023/2024
Dal 20 al 22 ottobre 2023 | ore 21, dom. ore 16
Teatro Duse – Bologna, via Cartoleria 42
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