Da sottolineare, inoltre, che in 38 casi si parla di subentri, cioè di nuovi imprenditori che ricevono il testimone dell’attività dal precedente titolare.
Esaminando l’andamento dei singoli anni, nel 2014 i procedimenti di apertura sono stati 39 (di cui 5 relativi a esercizi pubblici), contro 36 chiusure (3 di pubblici esercizi); i subentri sono stati 13.
Nel 2015, si sono registrate 28 aperture (5 di pubblici esercizi) e 31 chiusure (3 di pubblici esercizi), con 13 subentri.
Infine, lo scorso anno le aperture sono state 27 (2 di pubblici esercizi), a fronte di 32 chiusure (4 di pubblici esercizi), con 13 subentri.
Per inquadrare meglio il peso di questi dati, è opportuno ricordare che attualmente in centro storico sono presenti (il dato esatto, aggiornato al 13 luglio 2016) 494 attività appartenenti alla categoria del commercio e turismo. Di queste, 402 sono imprese attive nel commercio, mentre 92 svolgono servizi di alloggio e di ristorazione. A completare il quadro, hanno sede dentro le mura storiche 382 aziende che rientrano nella categoria dei servizi e 166 aziende artigiane.
“Spesso mi capita di sentire descrizioni del nostro centro storico come se fosse una sorta di deserto dei Tartari e credo che questi dati siano il miglior punto di partenza per confutare tali ritratti a tinte fosche e portare avanti, invece, un’analisi seria sui fenomeni in atto e le possibili strategie. Il fatto che chiusure e aperture quasi si equivalgano, nonostante il difficile periodo che il commercio sta ancora attraversando in tutto il Paese, è un segnale incoraggiante, che conferma il valore e l’attrattivà del nostro centro storico. Questo non significa negare i problemi, naturalmente, ma piuttosto cercare di inquadrare la situazione con realismo, per affrontarla in modo efficace, ricorrendo agli strumenti più adeguati. Penso, per esempio, all’indagine recentemente condotta da Iscom Group per Zona A, che ha puntato lo sguardo proprio sulle possibili azioni di riposizionamento del commercio nel Comune di Cesena. E sono certo che su queste basi Comune e le associazioni del commercio e turismo Confcommercio, Confesercenti, Confartigianato e Cna, assieme a Zona A, potranno impostare un piano d’azione stimolante e capace di rispondere alle sfide attuali e future di un centro che è certamente un attrattore di socialità per i cesenati, oltre che un’opportunità di lavoro per tanti imprenditori e per i loro dipendenti”.
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