La formica di fuoco scoperta in Italia, è la prima volta in Europa: l’Università di Parma nel pool di ricerca

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PARMA – C’è anche l’Università di Parma nel pool di ricerca che ha scoperto la presenza in Italia della formica di fuoco, Solenopsis invicta. La sua scoperta in Italia, in Sicilia, rappresenta il primo ritrovamento di una popolazione insediata in territorio europeo.

La formica di fuoco è una fra le più famose specie aliene invasive al mondo ed è stimata essere la quinta più costosa in termini economici. È una seria minaccia alla biodiversità, può arrecare danni sia in agricoltura sia alle infrastrutture elettriche nelle aree invase, e infligge una puntura dolorosa cui è dovuto il suo nome.

Del gruppo di ricerca italo-spagnolo che ha condotto lo studio, coordinato dal Roger Vila lab dell’Istituto di Biologia Evolutiva di Barcellona e pubblicato in modalità open access sulla rivista internazionale Current Biology (https://doi.org/10.1016/j.cub.2023.07.036), è parte anche Enrico Schifani, dottorando in Biologia evoluzionistica ed Ecologia al Laboratorio di Etologia, Ecologia e Sociobiologia degli Insetti (IEES Lab) guidato dal docente Donato A. Grasso all’Università di Parma (Dipartimento di Scienze Chimiche, della Vita e della Sostenibilità Ambientale).

Lo studio riporta la presenza di 88 nidi in un’area di quasi 5 ettari a sud della città di Siracusa, dove la specie potrebbe essersi stabilita da alcuni anni secondo testimonianze raccolte da ricercatrici e ricercatori in seguito alla scoperta. Le analisi genetiche, che insieme a quelle morfologiche sono servite per accertare l’identità della specie, suggeriscono che possa essere arrivata soprattutto da Stati Uniti o Cina, in cui la formica di fuoco è ormai diffusa in aree vastissime. Ricercatrici e ricercatori hanno poi studiato le possibilità di espansione tramite modelli di distribuzione rilevando come le aree a maggior rischio siano soprattutto quelle più antropizzate delle città e delle zone agricole limitrofe lungo la costa mediterranea, favorendo i rischi sanitari.

Per la riuscita delle azioni di controllo e gestione sarà però fondamentale assicurarsi di rilevare tutti gli eventuali altri siti infestati sul territorio, cosa non facile per una specie in grado di percorrere vari chilometri tramite il volo delle regine e ancor più sfruttando il trasporto delle merci, anche su ruota.

In Italia vivono circa 270 specie di formiche, moltissime delle quali facilmente confondibili con la formica di fuoco, comprese alcune rare o protette. L’appello di ricercatrici e ricercatori a tutte le persone è quello di fotografare le formiche sospette col proprio smartphone e caricare le osservazioni sulla piattaforma di Citizen Science iNaturalist (www.inaturalist.org), dove le esperte e gli esperti potranno visionarle e identificarle e gli eventuali nuovi dati di ritrovamento diventeranno accessibili.