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La fiera della nostra sopravvivenza dal 3 novembre sui canali di ERT Fondazione

EMILIA ROMAGNA – Nel rispetto di quanto stabilito dal DPCM del 24 ottobre 2020, Wet Market La fiera della (nostra) sopravvivenza, nuova produzione di Emilia Romagna Teatro Fondazione nata dalla drammaturgia originale di Paolo Di Paolo, il cui debutto sul palco era previsto dal 3 all’8 novembre 2020 ma è attualmente sospeso, cambia veste e prende una nuova forma.

Valorizzando la particolare natura fonica della messinscena, la Compagnia permanente di ERT in collaborazione con l’autore e il sound designer Massimo Nardinocchi dà vita a un radiodramma: un progetto audio in tre puntate della durata di circa 20 minuti, che saranno disponibili da martedì 3 novembre sul sito di ERT Fondazione. Le voci delle attrici e degli attori si fondono alle ambientazioni sonore per ripercorrere i principali snodi narrativi e nuclei concettuali del testo.

Lo scrittore e giornalista Paolo Di Paolo introduce ogni puntata, attraversando le tematiche fondamentali: il bisogno umano di trovare rimedi, la superstizione, la dinamica della ricerca, l’eterna domanda su cosa può fare il singolo individuo per affrontare la storia, ma anche le discriminazioni e il “furto delle idee”.

Le parole, interpretate dagli attori, si stagliano su ambientazioni sonore concepite a partire da una riflessione sulla stratificazione del pensiero scientifico e il rapporto con la corporeità della vita quotidiana. Il suono, sia nello spettacolo inizialmente pensato, e ora nel radiodramma, acquisisce un’importanza sostanziale: ci troviamo in un mercato, dove schiamazzi, grida dei venditori, chiacchiere, coltelli che affilano le carni, animali, costituiscono un sottofondo ritmico unico, che ricorda quei luoghi densi di tradizioni e storia.

Note di Paolo Di Paolo

“Ecco, quel padiglione che è accanto a noi è il padiglione della frutta e dei fiori; più in là c’è quello del pesce, del pollame e della selvaggina, e dietro, quello degli ortaggi, del burro e del formaggio. Dall’altro lato, ve ne sono altri quattro: quello della carne, delle frattaglie, del pollame… È molto grande, ma fa un gran freddo l’inverno. Dicono che costruiranno altri due padiglioni, demolendo dei caseggiati. Ne sapevate nulla?”.

Un mercato coperto nel cuore di una grande città. I lavori di ampliamento procedono in fretta, il caos di piccozze e di martelli si somma a quello delle voci dei venditori e dei clienti. Ma in questo mercato ogni padiglione è anche una diversa epoca: così, signore e signori, ecco il padiglione che vi porta nel primo ventennio del secolo decimonono! Ed ecco il padiglione che vi piomba a metà di quello stesso secolo. E ancora: nel cuore della Belle Époque e in un faticoso inverno degli anni Trenta del Novecento.

Il mercato è un imperituro luogo di chiacchiera, di scambio, di filosofia minima, di propagazione di credenze e notizie, vere, false. Al mercato l’opinione pubblica esiste, è davvero incarnata. In quel chiasso, fra quei colori, si può afferrare davvero la sua identità mutevole, i suoi progressi e regressi. Le merci, gli scambi – di idee, di consuetudini. Al mercato si fa rumore e si canta. Il mercato si riempie e si svuota.

Passano gli strilloni con i giornali freschi di stampa e arrivano alle orecchie gli elogi delle mercanzie. Passano i politici, passano gli artisti.

Passano anche i medici, gli uomini e le donne di scienza, i pionieri. Passano discutendo verità che la gente ignora, o teme e respinge. Sono cacciatori di microbi, scopritori di farmaci, lungo percorsi di ricerca che incrociano necessariamente l’economia, sempre in bilico fra stato sociale e fortune finanziarie. Si chiamano Montagu e Jenner. Si chiamano Pasteur e Koch. Si chiamano Smith e Ross. Si chiamano Spallanzani e Blackwell.

Passano, e pare quasi di sentire il ronzio della loro testa. Passano, e combattono, senza armi, contro la superstizione, contro la fallacia delle loro stesse convinzioni. Passano, e di nuovo scommettono sulla specie umana. Sulla sua sopravvivenza. Sulla sua salute.

Passano proprio da lì, da un mercato che inaugura padiglioni nuovi come epoche, dal gran mercato del mondo, portano il loro cervello a contatto col ventre della città – che digerisce, che rumina, che fermenta, che si gonfia, che si svuota. Passano dal luogo in cui il rapporto fra specie diverse diventa questo trionfo di odori e di colori. L’ortaggio e il pollo e il cane e l’uomo – e il microbo che lo minaccia.

La fiera della (nostra) fragile sopravvivenza”. 

Il testo dello spettacolo WET MARKET La fiera della (nostra) sopravvivenza è pubblicato nella collana Linea di ERT Fondazione e Luca Sossella editore.

INTORNO A… WET MARKET LA FIERA DELLA (NOSTRA) SOPRAVVIVENZA

Alla base dell’adattamento radiofonico, così come della produzione di uno spettacolo e di varie attività collaterali sul tema della scienza, c’è la riflessione che da qualche mese guida idealmente ERT Fondazione: che cosa può oggi il teatro?

Nella complicata fase storica che stiamo vivendo, il ruolo di questa forma artistica si ridefinisce e cerca di mantenersi vivo, senza subire sospensioni: a questo scopo il teatro si rivolge alle nuove tecnologie, come mezzo alla sua portata e non come succedaneo dell’evento scenico, sfruttandone le intrinseche caratteristiche per continuare a produrre pensiero e coltivare forme di comunità.

Un pozzo di scienza

Ad arricchire la struttura centrale del radiodramma, si aggiungono otto pillole video, che presentano delle agili digressioni, in qualità di schede di approfondimento, intorno ai singoli personaggi e a determinate tematiche di Wet Market: in questo caso, le letture di specifici brani – tratti dagli scritti delle figure storiche che popolano il radiodramma (Lady Montagu, Fleming, Pasteur, etc.,) e da altre opere significative per gli argomenti affrontati (es. Peste di Atene di Tucidite) – dialogano con un ricco patrimonio iconografico di riferimento, alimentando dinamiche relazionali tra differenti linguaggi artistici in rapporto all’esperienza scenica.

Le pillole rientrano inoltre in un più ampio programma di attività dedicate alla scienza e pensate a sostegno della didattica, anche in tempo di distanziamento, all’interno di Dire+Fare=Fondare, l’insieme di attività digitali di teatro partecipato che ERT Fondazione sta mettendo in campo con le scuole di Bologna, nell’ambito di Così sarà! La città che vogliamo, il progetto promosso dal Comune di Bologna e realizzato da Emilia Romagna Teatro Fondazione, finanziato con i fondi europei del Programma Operativo Nazionale Città Metropolitane (PON Metro) 2014-2020 e rivolto a un pubblico di giovani cittadini.

Gli episodi saranno pubblicati sulla pagina Facebook di Dire+Fare=Fondare (https://www.facebook.com/DireFareFondare/) dal 3 al 10 novembre e rimarranno visibili sul sito di ERT nella sezione ERTonSTAGE.

3 novembre – Tucidide con Michele Dell’Utri
4 novembre – Elizabeth Blackwell con Elena Natucci
5 novembre – Erwin Chargaff con Marina Occhionero
6 novembre – Montesquieu con Simone Baroni
7 novembre – Lady Wortley Montagu con Diana Manea
8 novembre – Alexander Fleming con Massimo Vazzana
9 novembre – Edward Jenner con Simone Francia
10 novembre – Louis Pasteur con Daniele Cavone Felicioni

Insegnare / Creare – Workshop con Paolo di Paolo

Mercoledì 4 novembre alle ore 17.00
Una conversazione con Paolo Di Paolo, moderata da Michele Dell’Utri e Silvia Rigon e riservata ai docenti.
Che cosa rappresentano gli archivi giornalistici e le enciclopedie per uno studente di oggi? Come recuperarne il valore? Come nasce, si stratifica e viene attraversato, in un testo letterario e nella forma lezione, un percorso di raccolta di materiali eterogenei?

Dire Fare Inventare – Laboratori nelle classi digitali

Al via nel mese di novembre, nelle classi digitali delle scuole di Bologna, il percorso laboratoriale Dire Fare Inventare, con una lezione spettacolo che, partendo da materiali testuali e fatti di cronaca, propone l’esplorazione dei valori di responsabilità civica, attenzione ai percorsi di informazione globale e consapevolezza dell’assetto geopolitico. Fra le tematiche affrontate anche il ruolo della scienza nella vita di oggi, al centro dello spettacolo WET MARKET.

Le parole che misurano l’universo. Aperitivo fra scienza e letteratura

In vista della Notte dei Ricercatori 2020, sempre intorno ai temi trattati da WET MARKET, otto appuntamenti, dall’8 ottobre al 26 novembre, on-line che coniugano scienza e letteratura. In un ideale dialogo tra le letture delle attrici e degli attori della Compagnia permanente di ERT e le note introduttive di ricercatrici e ricercatori dell’INGV e dell’INAF-OAS, voci e autori conosciuti (ad es., Calvino, Primo Levi, Goethe, Rousseau, Voltaire) si intrecciano a percorsi della storia dell’astronomia e della geologia che rimandano alla nostra attualità. I video sono visibili su: www.emiliaromagnateatro.com

WET MARKET
La fiera della (nostra) sopravvivenza
radiodramma

drammaturgia Paolo Di Paolo
dramaturg Silvia Rigon e Angelo Vassalli
disegno sonoro Massimo Nardinocchi

regia collettiva a cura della Compagnia permanente di ERT
con Simone Baroni, Daniele Cavone Felicioni, Michele Dell’Utri, Simone Francia, Diana Manea, Elena Natucci, Marina Occhionero, Massimo Vazzana

produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione

sul sito di Emilia Romagna Teatro Fondazione | www.emiliaromagnateatro.com

www.emiliaromagnateatro.com

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Pubblicato da
Roberto Di Biase

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