BOLOGNA – Tre compagnie di danza contemporanea si alternano nel Parco dei Pini e sugli argini del canale Reno, nella prima sessione di residenze artistiche: la fisicità estrema di S Dance Company in “The Winner”, le suggestioni visivo-sonore di (S)blocco5 in “Lucy” e la danza collettiva degli “Stormi” di Sonenalé si aprono al pubblico a partire dal tardo pomeriggio, con ritrovo alle 18.45 a Teatri di Vita (via Emilia Ponente 485, Bologna; tel. 333.4666333; teatridivita.it). Il programma del festival “resiDANZE di primavera” prosegue in serata, alle ore 21, con il racconto autobiografico della giornalista Francesca De Sanctis sulla crisi del quotidiano “l’Unità” e sulla realtà del precariato, presentato dal Teatro delle Donne con il titolo “Una storia al contrario”.
Nel foyer di Teatri di Vita continua la mostra di disegni “E’ il tempo di Marte, il più detestabile tra tutti gli dei!” di Filippo Partesotti, accanto al videogioco teatrale “Shakespeare Showdown” di Enchiridion, che racconta la storia di Romeo e Giulietta sullo schermo di un game vintage a cui accedere uno spettatore alla volta.
Il programma di Teatri di Vita è realizzato in convenzione con il Comune di Bologna ed è sostenuto con il contributo della Regione Emilia Romagna.
The Winner
Coreografia Mario Cocetti per S Dance Company
Danzatori Rocco Suma, Salvatore Sciancalepore, Sofia Zanetti, Marco Arzenton
Produzione Cinqueminuti
realizzato in residenza a Teatri di Vita
Una danza fisica, potente, perpetua, estenuante: è la danza delle “Scarpette Rosse” di Hans Christian Andersen diventata tragica nel film “Non si uccidono così anche i cavalli?” di Sydney Pollack dove il ballo è un gioco al massacro, come al massacro è il girone infernale della serie “Squid Game”. Sono tanti i riferimenti del nuovo progetto di Mario Coccetti e di S Dance Company, che si interroga sulla corsa spasmodica verso una vittoria che è lotta per la sopravvivenza. “The Winner” è la prima parte della “Trilogia del Corpo” della compagnia, che torna a Teatri di Vita dopo alcuni anni con un progetto pensato espressamente per uno spazio urbano e per una sfida ai performer, che vede messe alla prova le sue personali resistenze fisiche e psicologiche in una tessitura coreografica fatta di gesti, dinamismo, spazialità e leitmotiv.
S Dance Company nasce nel marzo 2016 dall’idea del coreografo Mario Coccetti ed è costituita da due danzatori, Rocco Suma e Salvatore Sciancalepore, caratterizzati da una forte tecnica contemporanea, un’alta preparazione sul teatro fisico, una solida professionalità e una vasta esperienza lavorativa. È stata ospite, tra l’altro, in festival internazionali, come Gender Bender, Orlando Festival di Bergamo, Find Festival di Cagliari, Festival Iguales di Madrid, Interplay Festival, Torinodanza e MilanOltre.
Lucy
performer Ivonne Capece, Diletta Brancatelli
concept visivo e assistenza alla regia Micol Vighi
produzione (S)Blocco5
progetto finalista Biennale College Teatro 2022
realizzato in residenza a Teatri di Vita
Osservare il fuoco, fissare il fuoco: fascino e rito ancestrale sono alla base del progetto di (S)Blocco5 “Lucy”. Una performance e un’esperienza collettiva sull’idea della contemplazione del Fuoco, che è insieme forza naturale e storia dell’umanità. Il fuoco è la stessa Lucy, la prima donna, manifestazione dell’incendio del risveglio della coscienza. E tutt’attorno gli spettatori, come attorno a un magico falò, coinvolti e immersi in un’esperienza sensoriale e sonora.
“Lucy” è progetto finalista alla Biennale College Teatro 2022, nella sezione internazionale per le performance site-specific under 40.
(S)Blocco5 è un centro di ricerca, formazione e produzione teatrale, attivo a Bologna dal 2013. Nel 2018 ha realizzato a Teatri di Vita una iniziativa di spettacolo e studio su Giovanni Testori con “La monaca di Monza”. A seguire, la formazione sotto la direzione Ivonne Capece e Micol Vighi ha approfondito il lavoro su particolari autori come Kawabata e Jarman (“Thinking blind”, finalista alla Biennale Venezia College 2021) e su progetti performativi di contaminazione tra i linguaggi. Attualmente sta lavorando su “Frankenstein”, prodotto da Elsinor, e sul progetto europeo con ologrammi “Play-on”.
Stormi
un progetto di Agostino Riola
produzione Sonenalé
realizzato in residenza a Teatri di Vita
Quando gli uccelli si muovono in stormi seguono movimenti apparentemente così semplici, ma in realtà di grande complessità e di incredibile fascino per chi osserva. Da qui parte il progetto di Agostino Riola, che coinvolge performer e danzatori del territorio durante varie residenze in diverse parti d’Italia. Quello che interessa Riola in particolare sono i principi e le regole che caratterizzano questo fenomeno e la possibilità di essere acquisiti e riprodotti da noi umani. E’ possibile per gli esseri umani ricreare questo movimento? Stare assieme, trovando ognuno il proprio posto, senza scontrarsi? Muoversi all’unisono senza bisogno di parole? Senza un leader?
Agostino Riola, dopo aver approfondito lo studio del movimento e della danza contemporanea con Carolyn Carlson, Raffaella Giordano, Alessio Maria Romano, Maria Consagra, è stato assistente di Carmelo Rifici, e poi ha collaborato come regista con il Teatro Litta e altri teatri prima di dar vita con il coreografo e danzatore Riccardo Fusiello alla compagnia di danza e arti performative Sonenalé. Fondata a Milano nel 2012, in pochi anni la compagnia ottiene prestigiosi riconoscimenti e collaborazioni in Italia e in Europa. Nel 2015 trasferisce la propria base a Bisceglie, in Puglia, dando vita a una nuova fase del proprio percorso. Nel 2017 e 2018 ha realizzato due residenze artistiche a Teatri di Vita, che hanno portato alla realizzazione del loro ultimo spettacolo “Lasciti”.
Una storia al contrario
riduzione dal libro di Francesca De Sanctis
diretto e interpretato da Elena Arvigo
aiuto regia Monica Santoro
disegno luci Andrea Narese
audio Brando Nencini
C’era un volta una giornalista di belle speranze e buon futuro, quand’ecco che il suo giornale chiude. Un trauma non da poco: per lei, che madre di una bambina e nuovamente incinta si ritrova disoccupata e gettata nella mischia delle collaborazioni sottopagate, un giornale che chiude, e per l’editoria italiana, perché quel giornale è nientemeno che “l’Unità”, storica testata fondata da Antonio Gramsci, e affossata dagli editori. Una storia al contrario è il racconto autobiografico di Francesca De Sanctis, che ha raccontato in un libro la vicenda personale e il dramma de “l’Unità”, e che ora Elena Arvigo porta in scena con il Teatro delle Donne. Un racconto personale illuminante per comprendere i nostri tempi e quel mestiere negletto che è il giornalismo.
Francesca De Sanctis, giornalista professionista e critica teatrale, ha scritto per l’Unità, l’Espresso, e la Repubblica. Ha curato il programma “M” di Michele Santoro (Rai3) ed è stata direttrice del festival di teatro civile CassinoOff.
Elena Arvigo privilegia nel suo lavoro lo studio di storie femminili intense, spaziando da Antigone a Giocasta, da 4:48 Psychosis di Sarah Kane ai Diari della guerra: il dolore da Marguerite Duras, dai Monologhi dell’Atomica da Svetlana Aleksievich e Kyoko Hayashi a Non domandarmi di me, Marta mia di Katia Ippaso, presentato l’anno scorso a Teatri di Vita.
Filippo Partesotti
È il tempo di Marte, il più detestabile tra tutti gli dei!
Miti Sogni Incubi Fiabe – disegni
Filippo Partesotti è architetto e visual designer, di stanza a Modena, autore di progetti visivi nei campi della cultura, dell’arte, dello spettacolo e dell’editoria, a cui ha affiancato negli anni l’ambito artistico dei disegni e della fotografia. In questa mostra presenta la sua attività di disegnatore, con una panoramica della sua produzione dagli anni 90 a oggi: oltre 30 disegni a matita (in bianco e nero e a colori) su carta, con il filo conduttore dei miti e delle fiabe.
Shakespeare Showdown
Un’idea di Enchiridion
Sviluppato da Jarsick
Cast: Alice Giroldini, Tindaro Granata, Celeste Gugliandolo, Marco Maccieri, Manuela Mandracchia, Mauro Parrinello, Antonella Questa, Matteo Sintucci
Con la partecipazione di Iaia Forte
Progetto vincitore del bando Residenze Digitali 2020, promosso da Kilowatt Festival e Armunia
Per un giocatore alla volta, durata 25 minuti
Inserisci il gettone, scegli il tuo personaggio e vivi il teatro dentro un videogioco: possibile?
“Shakespeare Showdown” è concepito come un’esperienza interattiva che unisce momenti di game vero e proprio (in una veste pixelart e retro-game cara ai nostalgici dei cabinati da sala giochi) a sequenze cinematiche con attori e performer che interagiscono con l’avatar del gioco: lo spettatore sceglie se essere Romeo o Giulietta e inizia a giocare, addentrandosi nella storia e compiendo scelte che determinano il destino del suo personaggio.
In una sorta di multiverso shakesperiano, gli amanti di Verona si ritroveranno persi in un non luogo e, nel cammino per ricongiungersi, incontreranno molti personaggi nati dalla penna del bardo, protagonisti di commedie e tragedie che interagiranno con lo spettatore: il teatro alla base di un’esperienza crossmediale, interattiva e altamente divertente.
Tre danze all’aperto
e il teatro di Elena Arvigo sulla crisi de “l’Unità”
Il festival entra nel vivo con due giornate intense
e ancora la mostra di Partesotti
e il videogame shakespeariano di Enchiridion
A Bologna, Teatri di Vita 4-5 maggio 2022
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