Datato tra fine Settecento e inizio Ottocento è un dono prezioso, testimonianza rara e originale delle manifatture bolognesi legate al mondo della produzione del libro
BOLOGNA – La Biblioteca dell’Archiginnasio riceve spesso donazioni di libri, talvolta intere biblioteche e archivi, da parte di privati cittadini non solo bolognesi. Le acquisizioni per dono o per lascito testamentario sono testimonianza del solido legame costruito con la città e della reputazione che, grazie anche alle molteplici attività di valorizzazione e diffusione della cultura, la Biblioteca si è guadagnata come affidabile custode della memoria cittadina. Alcuni di questi doni, la cui accettazione è subordinata alla coerenza con la missione della biblioteca e con le caratteristiche del patrimonio esistente, hanno particolare rilievo e si prestano ad essere messi a disposizione del pubblico attraverso la biblioteca digitale. È questo il caso del volume “Campione delle carte colorate della Fabbrica di Carlo Bertinazzi e Nipote” acquisito nell’aprile del 2019. Autore del prezioso dono, pervenuto grazie all’intermediazione di Loris Rabiti titolare della Libreria antiquaria Docet, è un appassionato della biblioteca, un amico di lunga data dell’Archiginnasio. Il volume è stato in pochi mesi catalogato e interamente digitalizzato dai bibliotecari ed è ora visibile e a disposizione di tutti sul sito dell’Archiginnasio.
Il volume, magnifico esemplare in ottimo stato di conservazione e databile fra fine Settecento e inizio Ottocento, raccoglie 1.205 campioni di carte decorate di diverso tipo e stile, e costituisce una delle rarissime testimonianze dell’attività della bottega Bertinazzi di Bologna. I campionari infatti, nati per un preciso scopo pratico e di uso quotidiano, non sono concepiti per essere conservati, diventando così oggetti assai rari, di grande interesse sia per i collezionisti che per gli storici e gli studiosi. Questo esemplare rappresenta quindi un significativo arricchimento del patrimonio dell’ Istituzione Biblioteche e della Biblioteca dell’Archiginnasio, non solo in virtù della sua rarità e bellezza, ma anche in ragione della sua funzione di fonte documentaria per la storia della produzione di carte decorate a Bologna e in Italia.
La Bottega Bertinazzi di Bologna, fondata da Carlo Vittorio Bertinazzi, era situata in via Venezia (oggi via Caduti di Cefalonia) e fu attiva dal 1760 al 1896, portando in città a l’arte del dipingere le carte con “stampe e torchi” e con tecniche diverse e i cosiddetti “papiers peints” cioè le carte decorate utilizzate soprattutto nel Settecento per abbellire e impreziosire le legature dei libri.
Carlo Vittorio Bertinazzi (1731-1801), aveva appreso l’arte della tipografia e dei “papiers peints” a Parigi, dove si era trasferito presso lo zio Carlo Antonio, detto Carlino, celebre Arlecchino nella Commedia dell’Arte. Nel 1760 i documenti lo collocano a Bologna, dove mette in pratica le sue conoscenze introducendo nella produzione locale innovazioni tipicamente francesi e producendo carte decorate di ogni tipo. Silografate, marmorizzate, dorate, goffrate, a colla, le carte di Bertinazzi erano realizzate con “stampi e torchi” o con la tecnica dei colori a tempera mescolati con colla di farina, di pelle di coniglio e ritagli di cuoio, e gesso in polvere. Oltre che nelle rilegature dei libri, dove erano utilizzate sia come carte di guardia nelle legature più preziose che come copertine per nobilitare quelle più modeste, è probabile che i fogli decorati prodotti dalla ditta Bertinazzi fossero utilizzati anche come carta da parati e per rivestire l’interno di mobili, scatole, custodie.
La raccolta, digitalizzata dai bibliotecari, è a disposizione di studiosi, appassionati e curiosi sul sito dell’Archiginnasio, dove è possibile visualizzare e sfogliare integralmente il documento, che va a incrementare la già ricchissima collezione di raccolte della biblioteca digitale Archiweb e ad aggiungere una rara testimonianza originale al sito dedicato al censimento delle legature storiche http://bit.ly/archiginnasio_legaturestoriche