REGGIO EMILIA – Si sono chiuse le iscrizioni alle scuole superiori della provincia di Reggio Emilia per il prossimo anno scolastico 2021/2022. Al termine delle operazioni online da parte delle famiglie, sono 4.630 le iscrizioni alle scuole secondarie di II grado statali, pari all’88% circa dei 5.275 alunni di terza media (una piccola percentuale si iscrive infatti direttamente a scuola, mentre altri ragazzi a istituti fuori provincia). I dati, seppur non definitivi, sono tuttavia significativi delle scelte e degli orientamenti degli studenti reggiani.
Riguardo alla distribuzione percentuale degli iscritti tra aree di studio, si conferma la propensione verso i licei, scelti dal 41,2% dei ragazzi, come l’anno scorso. Al secondo posto l’area tecnica con il 37,3% di iscritti, in crescita rispetto allo scorso anno (35,6%) a discapito dei professionali (21,5% a fronte del 23,3% del 2020/21).
Le scuole. A Reggio Emilia calano tutti i licei con l’eccezione del Moro e del Chierici, gli istituti professionali si mantengono stabili così come il Secchi, mentre una crescita significativa si registra a Nobili, Zanelli e Pascal. In leggero calo, invece, lo Scaruffi-Levi-Tricolore.
A Castelnovo Monti sia l’istituto Mandela sia il Cattaneo risultano stabili rispetto allo scorso anno, in calo il Gobetti di Scandiano e il D’Arzo di Montecchio. A Guastalla il Carrara è in lieve calo, mentre il Russell aumenta leggermente. Nel distretto di Correggio, infine, in calo l’Einaudi, mentre aumentano leggermente il Convitto Corso e il liceo Corso.
Alcune tendenze. Osservando nel dettaglio l’andamento delle iscrizioni per indirizzo di studio (licei, tecnici o professionali), è possibile rilevare alcune specifiche tendenze. Per quanto riguarda i licei, gli indirizzi in aumento sono artistico (+16 iscritti), classico (+14), scienze umane ad opzione economico sociale (+8), ma soprattutto il liceo scientifico ad opzione scienze applicate, che aumenta di ben 169 iscritti. In calo il liceo scientifico (-60), il liceo linguistico (-39), il liceo delle scienze umane (-15) e il liceo scientifico ad opzione scienze applicate quadriennale (-7): stabili l’indirizzo sportivo (-1) e quello coreutico (+1).
Sul versante degli istituti tecnici si registra quest’anno una significativa diminuzione dell’indirizzo di amministrazione finanza e marketing (-58) ed un calo molto meno marcato di quello elettronico (-5). Tutti gli altri sono in aumento: informatico (+81), meccanico (+57), moda (+28), chimico (+18), turistico (+16) e in modo meno significativo costruzioni (+6) e grafico (+5), stabile l’agrario (+1).
Infine, negli istituti professionali cala l’indirizzo enogastronomico (-18), come anche servizi commerciali (-22) e servizi per la sanità (-26). Cala leggermente anche l’indirizzo made in Italy (-3) e ottico (-1), mentre l’odontotecnico registra un +10. Bene l’indirizzo agrario (+17) e manutenzione e assistenza tecnica (+6). L’indirizzo di gestione delle acque e risanamento ambientale dell’istituto Secchi registra soli 4 iscritti, come lo scorso anno.
“La scelta degli studenti reggiani mantiene una distribuzione leggermente più omogenea rispetto al dato nazionale, sebbene la forbice tra licei e professionali si sia sempre più ampliata negli anni, sfiorando quest’anno i 20 punti percentuali – commenta la vicepresidente della Provincia con delega all’Istruzione, Ilenia Malavasi – Mentre in Italia il 57,8% sceglie un indirizzo liceale, il 30,3 % un tecnico e il 11,9% un professionale, nella nostra provincia il liceo viene scelto dal 41,2% degli studenti, l’area tecnica del 37,3%, il professionale dal 21,5%”.
“In particolare nella nostra provincia le iscrizioni ai licei risultano stabili rispetto all’anno scorso, mentre a livello nazionale si riscontra una crescita dell’1,5%. L’istruzione tecnica, in Italia pressoché stabile rispetto all’anno scorso, a Reggio Emilia aumenta significativamente dell’1,7% – aggiunge la vicepresidente Malavasi – Gli iscritti agli istituti professionali a Reggio Emilia diminuiscono (-1,8% rispetto all’anno scorso), analogamente, ma in modo più incisivo, a quanto accade nell’intero Paese (-1%)”.
La regione Emilia-Romagna si posiziona all’ultimo posto insieme al Veneto per iscritti ai licei (48,2% di iscritti), mentre risulta al terzo posto per iscritti agli indirizzi tecnici (36%) e al primo posto tra le regioni italiane per iscritti ai professionali (15,8%). “Rispetto al dato regionale, la provincia di Reggio Emilia è ancor più orientata verso il segmento tecnico-professionale, che accoglie quasi il 60% delle domande di iscrizione per l’anno scolastico 2021/22, mentre a livello regionale tale percentuale è di poco superiore al 50%”, conclude la vicepresidente della Provincia.
Un’analisi è confermata anche dal dirigente dell’Ambito territoriale di Reggio Emilia dell’Ufficio scolastico dell’Emilia-Romagna, Paolo Bernardi, che interpreta così il dato nazionale che conferma la crescita dei licei: “In un periodo di forte incertezza e di disorientamento collettivo come quello che stiamo vivendo, prevalgono in generale le scelte più conservative, quelle che, almeno nel sentire comune, sembrano lasciare aperte più strade in una prospettiva futura”. “Il prevalere, in percentuale, della scelta liceale è confermato anche a livello locale, pur se in dimensioni più contenute, e con il dato del tutto eclatante del “boom” dello scientifico opzione “scienze applicate” – aggiunge Bernardi – Si conferma anche da noi la crisi dell’istruzione professionale, che dal 2018/19 ha intrapreso un percorso di riforma e di ricerca di una nuova identità, e che quest’anno in particolare è stata penalizzata, a causa delle restrizioni imposte dai protocolli sanitari, dalle obiettive difficoltà incontrate nella realizzazione di effettive esperienze di stage in azienda”.
“In compenso la buona performance dell’istruzione tecnica a Reggio Emilia è segno che, pur con i mille ostacoli legati alla pandemia, il grande lavoro fatto in questa provincia in materia di orientamento dà i suoi frutti – conclude il dirigente provinciale dell’Ufficio scolastico regionale – Del resto, tutte le ricerche fatte dalle Camere di commercio, a livello regionale e provinciale, indicano nei diplomi tecnici quelli che saranno più richiesti nel mercato del lavoro futuro.”