Riguardo alla distribuzione percentuale degli iscritti tra licei, istituti tecnici e professionali, dai primi dati disponibili si conferma la propensione verso i licei: sceglie infatti un indirizzo liceale il 41,5% dei ragazzi, in lieve crescita rispetto all’anno scorso (erano il 41,2%). Al secondo posto vengono gli indirizzi dell’istruzione tecnica con il 37% di iscritti, in lieve calo rispetto allo scorso anno (erano il 37,3%). Infine, risultano stabili gli indirizzi professionali: 21,5%, come l’anno scorso.
Le scuole. A Reggio Emilia, rispetto alle scelte compiute dai ragazzi e dalle loro famiglie l’anno scorso, lo Scaruffi-Levi-Tricolore vede una crescita significativa. In aumento anche Moro, Canossa, Secchi e Chierici e, in misura più contenuta, Ariosto-Spallanzani e Filippo Re. In calo risultano Nobili, Pascal, Motti e Zanelli. In lieve flessione anche il Galvani-Iodi.
A Castelnovo Monti sia l’istituto Mandela sia il Cattaneo risultano in aumento rispetto allo scorso anno, così come il Gobetti di Scandiano e il D’Arzo di Montecchio. A Guastalla il Carrara è in lieve calo, mentre il Russell aumenta. Nel distretto di Correggio aumenta in maniera importante l’Einaudi, mentre sono in calo sia il Convitto Corso sia il liceo Corso.
Gli indirizzi. Osservando nel dettaglio l’andamento delle iscrizioni per indirizzo di studio (licei, tecnici o professionali), è possibile rilevare alcune specifiche tendenze. Per quanto riguarda i licei, quasi tutti gli indirizzi sono in aumento: liceo scientifico (+40 iscritti), linguistico (+34), artistico (+24), delle scienze umane (+21), delle scienze umane ad opzione economico sociale (+8) e il liceo coreutico (+7). In calo, dopo l’exploit dell’anno scorso, il liceo scientifico ad opzione scienze applicate (-89 iscritti), il liceo scientifico ad indirizzo sportivo (-9) e il classico (-5). Non ci sono state iscrizioni al liceo scientifico ad opzione scienze applicate quadriennale.
Sul versante degli istituti tecnici si registra quest’anno un significativo aumento degli indirizzi costruzioni (+25 iscritti) e amministrazione, finanza e marketing (+22) e un aumento più contenuto dell’indirizzo agrario (+11). In calo invece tutti gli altri indirizzi dell’istruzione tecnica: moda (-16 iscritti), chimico (-11), informatico (-10), meccanico (-8), turistico (-7), grafico (-6) e elettronico (-5).
Infine, per quanto riguarda gli indirizzi professionali, crescono in maniera importante l’indirizzo industria e artigianato per il made in Italy (+45) e in misura più contenuta gli indirizzi servizi commerciali (+10), agricoltura (+8) e servizi per la sanità e l’assistenza sociale (+8). In calo manutenzione e assistenza tecnica (-30), enogastronomia (-18) e odontotecnico (-9). Sostanzialmente stabile l’indirizzo ottico (-1). L’indirizzo di gestione delle acque e risanamento ambientale quest’anno è stato soppresso non avendo mai raggiunto il numero di iscritti necessario per formare una classe dalla sua istituzione.
“La scelta che gli studenti reggiani hanno fatto mantiene una distribuzione leggermente più equa rispetto al dato nazionale, sebbene la forbice tra licei e professionali si sia sempre più ampliata negli anni, raggiungendo quest’anno i 20 punti percentuali – commenta la vicepresidente della Provincia con delega all’Istruzione Ilenia Malavasi – In tutta Italia, infatti, il 56,6% sceglie un indirizzo liceale, il 30,7 % un tecnico e il 12,7% un professionale, mentre nella nostra provincia il liceo viene scelto dal 41,5% degli studenti, l’area tecnica del 37%, il professionale dal 21,5%.
Nel raffronto con il resto del Paese, nel Reggiano le iscrizioni ai licei risultano in lieve aumento rispetto all’anno scorso, in controtendenza rispetto a un dato nazionale che registra una leggera flessione dell’1,2%. L’istruzione tecnica, che in tutta Italia aumenta rispetto all’anno scorso dello 0,4%, a Reggio Emilia diminuisce leggermente dello 0,3%. Gli iscritti agli istituti professionali, infine, nella nostra provincia restano stabili rispetto all’anno scorso, mentre il dato nazionale è in aumento (+0,8%).
In Emilia-Romagna le scelte compiute dai ragazzi e dalle loro famiglie al termine del primo ciclo confermano una preferenza per gli istituti tecnici e professionali, scelti complessivamente dal 52,2% dei ragazzi, a fronte del 43,4% a livello nazionale. Rispetto al dato regionale, la provincia di Reggio Emilia è ancor più orientata verso il segmento tecnico-professionale, che accoglie il 58,5% delle domande di iscrizione per l’anno scolastico 2022/23.
“Questo dato premia il lavoro di un intero territorio rispetto all’orientamento scolastico, che vede da anni la nostra Provincia, in collaborazione con tutti gli istituti, l’Ufficio scolastico e gli altri attori economici, in prima linea per garantire una scelta consapevole e una conoscenza approfondita del ricco sistema educativo reggiano – continua la vicepresidente Malavasi – Pur operando per agevolare le scelte migliori possibili, Reggio Emilia lavora da anni per sostenere la formazione tecnica e professionale, troppo spesso, e a torto, vista come una opzione meno importante rispetto a quella liceale. Il nostro lavoro è stato invece proprio questo: dimostrare che ogni scuola rappresenta una buona scelta se è quella giusta e valorizzare la vocazione del fare della nostra terra, sostenendo anche le scuole tecniche e professionali, che garantiscono ottimi sbocchi occupazionali. Lo stesso Pnrr investe molto sulla formazione tecnica e professionale e Reggio Emilia è pronta a cogliere questa sfida, forte di questi risultati che fanno ben sperare a garanzia della competitività della nostra provincia e del suo tessuto economico.”
Un’analisi confermata anche dalle parole del dirigente di Reggio Emilia dell’Ufficio scolastico dell’Emilia-Romagna, Paolo Bernardi: “Se è vero che quest’anno i licei, a Reggio Emilia crescono un po’ di più rispetto alla media nazionale, si conferma la linea di tendenza già evidenziata lo scorso anno, quando la nostra provincia aveva consolidato il dato relativo alla buona tenuta dell’istruzione tecnica e professionale in rapporto al dato italiano complessivo: questo è senza dubbio frutto del positivo lavoro di orientamento che ha puntato alla valorizzazione di questo settore dell’istruzione secondaria”, commenta.
“Nulla in contrario rispetto al fatto che la scelta liceale resti la prima opzione delle famiglie, ma purtroppo questo avviene spesso in deroga al giudizio orientativo della scuola media, il che si traduce, in molti casi, in successivi percorsi scolastici accidentati, che presuppongono difficoltosi cambi di indirizzo in corso d’anno”, aggiunge Paolo Bernardi per il quale, riguardo al dettaglio dei singoli indirizzi, “non deve colpire, in negativo, la flessione delle iscrizioni al liceo delle scienze applicate, dal momento che si registra dopo anni di costante crescita di questo indirizzo a scapito delle altre opzioni liceali”. “Piuttosto, è da salutare con favore la, seppur parziale, inversione di tendenza che vede aumentare le iscrizioni all’indirizzo “Afm”, il tecnico economico dove si studiano i principi dell’amministrazione, della finanza e del marketing, e, soprattutto al “Cat”, l’indirizzo del tecnologico che si occupa di costruzioni, ambiente e territorio che, dopo anni di crisi, potrebbe beneficiare in futuro del più che probabile incremento degli investimenti pubblici nel settore della conversione ecologica degli edifici e delle aziende”, conclude il dirigente dell’Ufficio scolastico di Reggio Emilia.
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