Esponente di spicco di una generazione di talenti esplosa negli anni Novanta, Monteverde svolge, da oltre trent’anni, un lavoro di elaborazione stilistica e drammaturgica che ne rende il segno unico e riconoscibile. Dopo capolavori come ‘Giulietta e Romeo’, in scena per oltre 400 recite e il cui debutto del 1988 determinò l’ascesa stessa del coreografo romano, e dopo molti altri successi prodotti dal Balletto di Roma come ‘Otello’, ‘Bolero’, ‘Cenerentola’, ‘Il Lago dei cigni ovvero il canto’, in occasione dei 60 anni del Balletto di Roma (1960-2020), su invito del direttore artistico Francesca Magnini e del direttore generale Luciano Carratoni, Monteverde torna quindi in pista per rileggere in chiave coreografica un’altra pagina della letteratura mondiale: il capolavoro del Siglo de oro.
Un personaggio che, in fondo, dimostra che ogni cosa, ogni persona è sempre altro da quello che dice di essere. L’errore è verità e la verità è errore in una società che, soprattutto per un Don Chisciotte poeta, folle, mendicante come quello immaginato da Monteverde, è alla rovescia. Il mondo, del resto, così come la scena, è sempre diverso in base al punto di vista da cui lo si guarda e la verità si manifesta solo nella libertà di muoversi al suo interno. Una libertà incondizionata che testimonia l’inseguimento di un sogno, la ricerca del proprio io bambino, il desiderio infinito di amare.
Dopo il ‘Il lago dei cigni ovvero il canto’ del 2014, Monteverde dichiarò che questo sarebbe stato il suo ultimo lavoro coreografico e che poi si sarebbe ritirato dalla scena per vivere a Cuba, luogo in cui trovare una nuova dimensione umana e artistica ispiratrice. Così è stato, ma questo Don Chisciotte bizzarro, pazzo cavaliere animato dall’idea di combattere per una giusta causa, lo ha riportato a far danzare quei valori umani e artistici rappresentati da un protagonista che grottescamente contrasta i privilegi, spesso sordi e ben ovattati, imperscrutabili.
‘Io, Don Chisciotte’ rappresenta quindi la rivincita del senso individuale contro il dominio dell’astratta universalità delle leggi umane: una lotta contro i mulini a vento che diventa metafora della ricerca di un’identità persa dall’uomo fuori dal tempo. A danzare è il guerriero che combatte una guerra già finita e che si è smarrito nella pazzia dell’hidalgo o nell’ignoranza di Sancho Panza. Ciò che la danza testimonia come imprescindibile è, dunque, che l’azione dell’uomo non trova mai un fine e neppure una fine in senso assoluto, perché in fondo il bello, come dice Don Chisciotte, “sta a impazzire senza motivo”.
‘IO, DON CHISCIOTTE’, IL BALLETTO DI ROMA AL TEATRO DUSE
COREOGRAFIA E REGIA DI FABRIZIO MONTEVERDE
Giovedì 23 gennaio 2020 | ore 21
Al Teatro Duse di Bologna, via Cartoleria 42
Luciano Carratoni
IO, DON CHISCIOTTE
coreografia e regia di FABRIZIO MONTEVERDE
direzione artistica Francesca Magnini
musiche LUDWIG MINKUS e AA.VV.
scene FABRIZIO MONTEVERDE
costumi SANTI RINCIARI
assistente alla coreografia ANNA MANES e SARAH TAYLOR
light designer EMANUELE DE MARIA
BIGLIETTI
Intero Ridotto Mini
Platea 33 euro 30 euro 28 euro
Prima galleria e palchi 29 euro 26 euro 24,50 euro
Prima galleria (visibilità ridotta) 25 euro 22,50 euro 21 euro
Seconda galleria 25 euro 22,50 euro 21 euro
BIGLIETTERIA
Teatro Duse – Via Cartoleria, 42 Bologna – Tel. 051 231836 – biglietteria@teatroduse.it
Dal martedì al sabato dalle ore 15 alle 19 e da un’ora prima dell’inizio degli spettacoli.
On line: teatroduse.it | Vivaticket
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