BOLOGNA – Intesa Sanpaolo interviene in Emilia-Romagna, con una donazione di 500mila euro al Policlinico Sant’Orsola-Malpighi di Bologna, per contribuire a far fronte alle necessità derivanti dalla pandemia da Covid-19. Un sostegno che sarà destinato all’allestimento presso la struttura felsinea di ulteriori 20 posti letto di Terapia Intensiva.
L’intervento rientra nel perimetro dei 100 milioni di euro messi a disposizione della sanità italiana da Intesa Sanpaolo dallo scorso marzo per contribuire in maniera significativa al potenziamento del Sistema Sanitario Nazionale, tramite la sigla di un Protocollo di collaborazione con il Dipartimento della Protezione Civile presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri e con il Commissario Straordinario per il contenimento e il contrasto dell’emergenza epidemiologica.
“L’Emilia-Romagna è stata tra le regioni italiane più colpite e la solidarietà espressa dal nostro Gruppo vuole contribuire alla cura dei malati e costituire un segno di apprezzamento per il grande lavoro di chi è in prima linea, nell’ambito del nostro impegno per far ripartire al più presto e in sicurezza una regione dove la nostra presenza è forte e radicata e verso la quale sentiamo un forte senso di responsabilità – ha spiegato Cristina Balbo, responsabile della Direzione regionale Emilia-Romagna e Marche di Intesa Sanpaolo -. In ogni fase siamo stati e saremo a fianco del territorio, delle sue imprese e delle famiglie, con tutto il supporto creditizio reso possibile dalla nostra solidità, l’assistenza della nostra rete e il lavoro dei colleghi che non si è mai fermato”.
“L’emergenza Covid ha mostrato come la solidarietà sia fondamentale per riuscire a vincere sfide di questa portata – ha commentato Chiara Gibertoni, direttore generale del Policlinico di Sant’Orsola -. La generosità e lo sforzo straordinario di tutti ha fatto e sta facendo la differenza. Cittadini, aziende, associazioni e istituzioni bancarie come Intesa Sanpaolo, hanno permesso di donare ai nostri ospedali macchinari e dispositivi di importanza vitale. E per tutto ciò va a loro un sentito ringraziamento. Passata la fase emergenziale siamo ora in quella, sempre molto delicata, della gestione del virus che rimane comunque presente. Per questo motivo posti letto intensivi e non, ma anche sale operatorie e diagnostiche dedicate dovranno rimanere attive e anzi crescere in disponibilità per continuare a fare fronte ai nuovi casi e per essere pronti anche nell’eventualità, che speriamo non si verifichi, di una nuova impennata dei contagi”.