Mercoledì 6 febbraio alle 18 al convegno alle Mattarella, Baraldi e Amadasi di UniMoRe presentano una ricerca sull’utilizzo di Internet da parte di studenti di prima media
MODENA – Al convegno che si svolgerà mercoledì 6 febbraio alle 18 alle scuole Mattarella di via Piersanti Mattarella 145 nell’ambito del progetto “Internet sicuro”, l’Università di Modena e Reggio Emilia presenterà anche un approfondimento sui risultati della ricerca condotta nelle classi durante gli interventi del progetto. Dopo i saluti di Daniele Barca, dell’Istituto comprensivo 3 di Modena e dell’assessora alle Politiche giovanili Irene Guadagnini, parleranno Claudio Baraldi e Sara Amadasi del Dipartimento di Studi linguistici e culturali di UniMoRe, per dare poi spazio agli interventi di docenti, operatori e genitori.
Le anticipazioni sugli esiti della ricerca svolta in tutte le prime medie modenesi, con circa 1.500 ragazzi intervistati, prevalentemente di 11 anni, nell’anno scolastico 2017-18, evidenziano come nel tempo libero navigare in internet sia l’attività più diffusa. In diminuzione, rispetto agli anni precedenti, la percentuale di ragazzi e ragazze che possiedono uno smartphone (7 su 10). Tra le attività che quotidianamente i ragazzi fanno su internet è prevalente il “chattare” con gli amici, poi guardare video/ascoltare musica, quindi giocare, e infine utilizzare i social network (sebbene il loro accesso sarebbe previsto dai 13 anni). L’essere connessi non impedisce comunque ai giovani intervistati di fare sport, uscire con gli amici, frequentare la parrocchia o un gruppo scout, partecipare a corsi di musica, teatro, danza. Dalla ricerca si evince anche una crescente consapevolezza da parte degli studenti intervistati riguardo alle potenzialità e ai rischi della rete e dei social. L’indagine ha coinvolto anche studenti di prima e seconda di tre scuole superiori di Modena, evidenziando alcune differenze rispetto ai giovanissimi della prima media: il tempo che dedicano alla rete i più grandi è inferiore, ma si riscontrano percentuali più elevate in situazioni più a rischio, come perdere ore di sonno e avere maggiori conflitti con i genitori per l’utilizzo di internet.