MODENA – La raccolta fondi “Insieme per le Donne”, promossa da BPER Banca a favore del “Fondo Autonomia” progettato dall’associazione D.i.Re – Donne in rete contro la violenza e conclusa alla fine dello scorso anno, permetterà a 84 donne, in 16 regioni diverse, di sostenere spese di affitto e bollette, corsi di formazione, acquisto di automobili con corsi per prendere la patente e tanti altri contributi per le spese quotidiane e per i propri figli e figlie.
La somma raccolta, pari a 200 mila euro, verrà destinata a 49 organizzazioni che hanno aderito al progetto, rivolto in particolare alle donne accolte che hanno intrapreso il percorso di uscita dalla violenza, ma che non hanno a loro disposizione risorse sufficienti per una vera autonomia economica e abitativa.
La campagna di sensibilizzazione, che si è conclusa lo scorso 25 novembre, ha coinvolto clienti e non clienti, raggiunti attraverso messaggi di comunicazione diffusi su tutti i canali di BPER Banca e sui media digitali, in particolare sui social network. Complessivamente sono stati donati 200 mila euro al “Fondo Autonomia” di D.i.Re: 100 mila euro dalle persone che hanno partecipato alla raccolta fondi, e altri 100 mila elargiti dalla Banca, che ha così raddoppiato l’importo.
Flavia Mazzarella, Presidente di BPER Banca, afferma: “C’è grande soddisfazione nel vedere i frutti del contributo di clienti, non clienti e dipendenti per aiutare donne che ora possono conquistare una propria autonomia. Abbiamo voluto confermare il nostro continuo impegno a favore delle vittime di violenza e i risultati del progetto indicano che la strada da seguire è quella giusta”.
Antonella Veltri, Presidente di D.i.Re – Donne in Rete, aggiunge: “Contro la violenza Il lavoro quotidiano dei centri antiviolenza ha l’obiettivo di accompagnare le donne nei loro percorsi di uscita dalla violenza. Avere la possibilità di sostenerle anche economicamente per una vera e compiuta autonomia rende l’impegno ancora più efficace. Questo tipo d partnership, inoltre, ci consente di comunicare a un pubblico più ampio, aiutandoci a far conoscere le attività dei centri antiviolenza anche alle donne che potrebbero beneficiare del nostro operato”.