CESENA – Il comparto vivaistico italiano ha assunto in questi ultimi anni un ruolo sempre più strategico nello sviluppo delle filiere frutticole. Da realtà nata e cresciuta su base per lo più regionale, il vivaismo nazionale si è organizzato, aggregandosi, e ha ben presto varcato i confini nazionali divenendo un comparto leader a livello internazionale. La conferma arriva direttamente dai dati di CIVI Italia, il consorzio interprofessionale che riunisce il 90% degli addetti del settore: una produzione annua di 60 milioni di piante da frutto, 50 milioni di portinnesti e 330 milioni di piantine di fragola e piccoli frutti, un valore della produzione che supera i 600 milioni di euro e una quota export, in crescita, intorno al 50% del prodotto. Un comparto centrale, quindi, al quale Macfrut, fiera della filiera dell’ortofrutta (8-10 maggio 2024), dedicherà uno specifico Salone, Plant Nursery Area.
“Al di là dei numeri, seppur ragguardevoli – spiega Stefano Lugli, coordinatore degli eventi del Salone – l’eccellenza del vivaismo frutticolo nazionale nel panorama internazionale è testimoniato, da un lato, dall’elevato livello di qualità e di rispondenze genetiche e sanitarie che il settore è oggi in grado di offrire ai produttori e, dall’altro, dalle strette sinergie messe in atto con chi crea e diffonde innovazione varietale, cogliendo l’opportunità di divenire parte integrante, in molti casi attore principale, dei programmi internazionali rivolti all’innovazione genetica e, più in generale, alla programmazione delle filiere frutticole”.
Queste tematiche saranno al centro di due tavole rotonde ospitate nel corso della fiera al Rimini Expo Centre. La prima, “La filiera dell’innovazione varietale in frutticoltura: brevetti, forme di protezione e modelli di sviluppo commerciale”, è organizzata da SOI (Società di Ortoflorofrutticoltura Italiana) e CIVI Italia, in programma venerdì 10 maggio alle ore 10. Le tematiche legate ai brevetti vegetali, alle forme di protezione e alle nuove tecnologie di breeding saranno oggetto della relazione introduttiva di Francesco Mattina, presidente del CPVO, l’ufficio comunitario delle varietà vegetali che gestisce, sviluppa e promuove un efficiente sistema di diritti di proprietà intellettuale fornendo servizi incentrati sul cliente, sostenendo così l’innovazione e la creazione di nuove varietà vegetali a beneficio della società. Le opportunità e le problematiche sui modelli di sviluppo e organizzazione della filiera varietale verranno affrontati con due casi di studio dedicati al comparto delle mele e a quello del kiwi con due doppi interventi a cura di Walter Guerra, direttore del CS di Laimburg e Jurgen Braun, Ceo di Kiku Variety Managment, per il melo; Raffaele Testolin dell’Università di Udine e Ugo Palara, presidente di New Plant, per l’actinidia. A moderare l’evento Daniele Bassi dell’Università di Milano.
La seconda tavola rotonda pone l’attenzione su “QVI – La certificazione volontaria del vivaismo frutticolo italiano: strumento di promozione o freno per la qualificazione delle produzioni vivaistiche?” ed è in programma venerdì 10 maggio alle ore 12. A organizzarla è CIVI-Italia con il patrocinio della SOI.
Al centro del focus la QVI-Qualità vivaistica Italia. “QVI-Qualità vivaistica Italia – precisa Luigi Catalano, direttore di CIVI Italia – rappresenta il livello di certificazione volontaria del materiale di propagazione vegetale delle piante da frutto prodotte in Italia. Rappresenta il livello di garanzie più elevate che i vivaisti italiani possono offrire ai frutticoltori e proseguono quanto in passato era qualificato e noto come ‘virus esente’”.
La tavola rotonda sarà moderata da Stefano La Malfa, presidente della sezione Frutticoltura della SOI. Nel corso dell’incontro gli aspetti delle garanzie fitosanitarie e della corrispondenza varietale nell’ambito delle norme che regolamentano produzione e commercializzazione della piante da frutto vengono approfonditi da Bruno Caio Faraglia, che dirige il Servizio Fitosanitario Nazionale del Masaf a cui afferiscono tali competenze. Le problematiche legate all’immediato inserimento nei programmi di certificazione QVI dei nuovi genotipi per i quali sono in corso le procedure per l’ottenimento della privativa della proprietà intellettuale presso il CPVO, rappresentano un ostacolo alla maggiore qualificazione delle produzioni vivaistiche per i lunghi tempi necessari alle prove DUS (distinguibilità, uniformità e stabilità); in particolare, questo aspetto riguarda quelle specie per cui i programmi di breeding sono molto attivi e propongono continuamente nuove varietà. Questioni che saranno discusse ed affrontate con Francesco Mattina, presidente del CPVO. Dalla parte dei produttori frutticoli, Davide Vernocchi, presidente di Apo Conerpo, rappresenterà le esigenze dei frutticoltori verso il materiale vivaistico, per la necessità di dare sicurezza ad investimenti per la costituzione di nuovi frutteti che poi rappresentano l’ossatura produttiva dei prossimi lustri. Ruolo, azioni, obiettivi e strategie del CIVI-Italia, cui il Masaf ha assegnato il ruolo di soggetto gestore della certificazione a marchio QVI saranno illustrati dal presidente Giandomenico Consalvo.
“Si tratta di un evento per informare, divulgare e riproporre alla filiera frutticola nazionale le innovazioni varietali e le loro garanzie – conclude Catalano – le basi per il futuro del comparto nel segno della sostenibilità e competitività delle produzioni made in Italy”.
Info sul Salone: Macfrut Nursery Area