Bologna

Innovazione digitale, arriva ABIGAIL: Big Data, progetto per diffonderne l’utilizzo a portata di azienda

BOLOGNA – 15 manager saranno coinvolti nel progetto pilota “Definizione di un modello in-formativo sulle modalità e le competenze necessarie a gestire i big data a supporto delle decisioni aziendali” IS_01_2022 (CIG 906632473E) di Federmanager, l’associazione dei manager delle aziende industriali, finanziato da Fondirigenti, fondo interprofessionale per la formazione continua dei dirigenti promosso da Confindustria e Federmanager.

Lo scopo è quello di avvicinare le aziende a un utilizzo più friendly dei big data, enormi volumi di dati diversificati e velocissimi che possono aiutare le aziende nelle loro attività ma ancora visti come alieni dai non addetti ai lavori. Si vuole quindi fare cultura sull’utilizzo e la lettura dei dati, rendendo chiare e comprensibili quali sono le competenze che servono nelle aziende per mettere in atto questo passaggio fondamentale.

La rivoluzione digitale ha infatti portato ad un’esplosione della quantità di dati e informazioni disponibili; la capacità di analizzare e correlare queste informazioni sta diventando un elemento basilare della competizione d’impresa e fonte di nuovo valore economico e d’innovazione.

ABIGAIL(M) – Acquisire BIGdata e Analytics per l’Innovazione e il Lavoro Manageriale – questo il nome del progetto, viene portato avanti in sinergia con la management school Federmanager Academy di Roma e la Fondazione Aldini Valeriani di Bologna, Scuola di Industrial Management di Confindustria Emilia Area Centro. Quest’ultima ospiterà laboratori ed azioni sperimentali, avvalendosi di tutor individuati dai partner coinvolti.

Come nasce ABIGAIL(M)

L’ideazione del progetto è infatti partita proprio dal capoluogo emiliano, su iniziativa di Federmanager Bologna – Ferrara – Ravenna.

“Se è vero che le grandi case di software propongono oggi sistemi altamente sofisticati – sottolineano Eliana Grossi e Alberto Montanari di Federmanager, promotori del progetto – è vero anche che le basi e gli algoritmi utilizzati sono stati sviluppati fondamentalmente da varie Università nel mondo, che li mettono gratuitamente a disposizione.”

Un insieme di laboratori, gruppi di discussione ed azioni sperimentali porteranno i manager che partecipano al progetto a mettere mano concretamente sui software più appropriati per ottimizzare le decisioni manageriali, in particolare mediante l’uso di metodi di Data Analysis.

Tre i laboratori, che si svolgeranno a partire da maggio 2022, dando vita a un percorso di circa 70 ore svolte in presenza: il primo di introduzione agli argomenti, il secondo orientato all’Internet of Things (quell’Internet delle cose che porta nel mondo digitale gli oggetti della nostra esperienza quotidiana) e il terzo al marketing.

Le adesioni al percorso, interamente gratuito e riservato a manager iscritti a Fondirigenti e Federmanager, vanno inviate entro il 6 maggio 2022 alla sede di Federmanager Bologna – Ferrara – Ravenna, che ha riservato quattro posti a manager inoccupati desiderosi di rimettersi in gioco. Info: segreteria@federmanagerbo.it.

Obiettivo, la modellizzazione

Il percorso di sperimentazione porterà ad una modellizzazione, ovvero alla creazione di un modello che Fondirigenti potrà applicare nell’ambito delle sue attività per accrescere le competenze sull’argomento di manager non specialisti e accelerare il processo di diffusione dell’utilizzo massivo e strategico dei big data.

“Il nostro obiettivo – sottolineano i promotori – è sperimentare un processo adatto a implementare in tempi brevi le competenze dei manager e i processi produttivi delle aziende grazie ad una maggiore padronanza dei big data, chiave di volta per la crescita. Ciò è particolarmente vero in un territorio come quello che si estende fra Modena, Bologna, Ferrara e Ravenna in quanto vi è una particolare attenzione alla maturità digitale.”

Il contesto

I big data si configurano come la vera infrastruttura della rivoluzione digitale e rappresentano, nella quarta rivoluzione industriale, quello che il petrolio o l’energia elettrica sono stati per le precedenti, ovvero la base imprescindibile su cui gran parte dell’economia si regge.

Molte aziende, sostengono i partner dell’iniziativa, hanno fatto in questi anni un uso conservativo delle tecnologie Industry 4.0, come ha dimostrato una ricerca di Confindustria Emilia – Romagna di qualche tempo fa. Spesso imprenditori e top manager hanno affidato lo studio e l’implementazione di strumenti 4.0 a specialisti (interni o esterni). Ciò ha fatto sì che le tecnologie di riferimento non siano entrate del tutto nel patrimonio strategico e operativo di tante aziende.

Nei territori citati, inoltre, i big data possono essere portati a conoscenza di un numero molto maggiore di imprese pronte a recepirli, in applicazioni specifiche come quelle per la meccatronica o il packaging, l’automotive o i sistemi IT.

La Data Valley emiliana

In Emilia Romagna si concentra il 70% della capacità di calcolo di tutta Italia e la Regione ha deciso di sostenere la cosiddetta Data Valley, che ha a Bologna il soggetto (Cineca) detentore di uno strumento computazionale fra i più potenti al mondo.

“Il capoluogo emiliano, in più, è stato individuato dalla Ue come sede di un importantissimo centro per lo studio del clima – il Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine (ECMWF) – e sappiamo la prossimità che esiste fra questi problemi e le soluzioni che l’industria potrebbe dare col contributo imprescindibile di studi previsionali basati sui big data.”

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Pubblicato da
Roberto Di Biase

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