La violenza non ha colore, provenienza o classe, ma genere: maschile
IMOLA (BO) – La violenza maschile contro le donne è un fenomeno che attraversa tutte le categorie sociali, economiche e culturali. La violenza non distingue per provenienza geografica, credo religioso o livello di istruzione: il denominatore comune rimane sempre lo stesso, il genere maschile.
Come donne impegnate nei Centri Antiviolenza, non accettiamo che il tema della violenza venga manipolato con narrazioni razziste o strumentali. Abbiamo assistito con sconcerto alle parole pronunciate recentemente da un esponente del Governo, il ministro all’Istruzione Valditara, che distorcono un tema così complesso per scopi politici. Questa strumentalizzazione non solo è inaccettabile, ma ostacola il lavoro quotidiano e la sensibilizzazione necessaria per un reale cambiamento culturale. E ci appaiono ancora più gravi perché pronunciate alla presentazione della Fondazione per Giulia Cecchettin, una giovane donna uccisa dal suo ex fidanzato italiano, bianco, studente di buona famiglia.
Secondo il Global Gender Gap Index, l’Italia è in forte ritardo sulla parità di genere. A questo ritmo, serviranno ancora cinque generazioni per colmare il divario esistente. È quindi necessario uno sforzo collettivo e istituzionale per promuovere l’autonomia e l’autodeterminazione delle donne e per combattere ogni forma di violenza e discriminazione di genere.
Il patriarcato, ma anche il paternalismo della classe politica che ci governa, è un problema culturale tuttora presente e ben radicato nel nostro Paese. Come purtroppo lo è l’immaginario razzista e classista che fa da sfondo alla violenza mentre invece sappiamo che il maltrattante (che a volte si trasforma in femminicida), abita sia in centro storico che in periferia, può avere la laurea oppure no, può avere in tasca qualunque passaporto o professare qualunque credo religioso ma non tollera l’autonomia e l’autodeterminazione della donna.
Lunedì 25 novembre
Trama di Terre scenderà in piazza per lottare insieme alle donne della città dicendo no alla violenza di genere. Ci troviamo a Imola presso Piazza Matteotti alle ore 17.00.
Un evento per riflettere e agire
Il 26 novembre, alle ore 9.30, presso la sede di Trama di Terre, si terrà un incontro per presentare:
- i dati del Centro Antiviolenzarelativi al periodo gennaio-ottobre 2024, che mostrano un aumento delle donne accolte rispetto all’anno precedente.
- il progetto “Libere: il nostro NO ai matrimoni forzati”, finanziato dalla Regione Emilia-Romagna e realizzato con il supporto di ASP Imola, sulla formazione, sensibilizzazione e comunicazione per contrastare fenomeni come il matrimonio forzato e i reati legati all’onore, che continuano a colpire adolescenti e giovani donne, native e migranti.
- la campagna di comunicazione partecipata, tradotta in cinque lingue, attualmente affissa sul territorio della Città Metropolitana di Bologna.
All’incontro parteciperà la senatrice Valeria Valente, componente della Commissione Parlamentare di Inchiesta sul Femminicidio e sulla violenza di genere, per discutere delle azioni concrete necessarie a livello locale e nazionale per affrontare queste problematiche.
Un impegno quotidiano e pluridecennale
Da oltre dieci anni, Trama di Terre sostiene donne native e migranti nel loro percorso di uscita dalla violenza, attraverso il lavoro del Centro Antiviolenza e delle molteplici attività dell’Associazione. Il fenomeno dei matrimoni forzati, affrontato per la prima volta da Trama di Terre nel 2009, rimane una realtà che richiede un impegno costante. Oggi più che mai, chiediamo un dialogo proficuo e risorse adeguate da parte delle istituzioni per garantire un futuro di pari opportunità per tutte e tutti.