FERRARA – Sabato sera al Teatro Comunale di Ferrara cinquecento spettatori hanno acclamato l’anteprima mondiale e prima (e per ora unica) data nazionale di Infamous Offspring, il nuovo, avvincente lavoro firmato dal regista e coreografo belga Wim Vandekeybus con la sua compagnia Ultima Vez, coprodotto dalla Fondazione Teatro Comunale di Ferrara.
Alla città di Ferrara la compagnia è fortemente legata da molti anni, con coproduzioni, residenze e tantissimi spettacoli, fin dal 1997 quando Vandekeybus portò al Comunale “7 for a Secret never to be told”. Il regista e coreografo e la sua compagnia sono stati in residenza per una settimana al Comunale, per finalizzare il lavoro che ha debuttato ieri sera e che ora si avvia verso una tournée internazionale: la prima a Lussemburgo il 7 novembre, per proseguire poi ad Amsterdam a fine novembre, a Bruxelles e sempre in Belgio a Hasselt, Lovanio e Bruges tra dicembre 2023 e gli inizi del 2024.
Tra gli artisti più interessanti del panorama della danza contemporanea internazionale, con “Infamous Offspring” Vandekeybus ha portato in scena una moderna famiglia “patchwork” ispirata alla mitologia greca e ricreata attraverso l’universo di Ultima Vez e della poetessa Fiona Benson. Nell’ultima creazione di Wim Vandekeybus, un nuovo cast di nove attori e danzatori si avventura nel labirinto dei racconti antichi. Tra loro c’è anche l’artista scozzese Iona Kewney, nel ruolo di Efesto, che in scena oltre a danzare realizza disegni con il suo personalissimo linguaggio immaginifico. Sul palco come sullo schermo, dove Zeus (Daniel Copeland) ed Era (Lucy Black), nucleo del pantheon greco, dialogano “dall’alto” con i loro discendenti, la danza si fonde con le poesie per creare un unico nuovo mondo. Tutte le storie antiche ruotano intorno agli dei, come proiezioni delle esperienze estreme della vita umana. Insieme, formano una “famiglia patchwork”, dove ogni membro ha i propri punti di forza, le proprie ambizioni e i propri difetti. Gelosia, adulterio, avidità e molti altri aspetti che appartengono all’esperienza umana sono stati infusi e amplificati in questi personaggi irraggiungibili, in modo che l’umanità potesse rispecchiarsi in essi. In questo contesto sfaccettato emerge lo spazio per l’immaginazione artistica e si dispiega la creatività della compagnia di Vandekeybus. Un ruolo d’eccezione, quello di Tiresia, è affidato alla leggenda del flamenco, Israel Galván, che incarna il migliore amico della famiglia: il profeta cieco appare in video e comunica agli artisti in scena solo attraverso il ritmo e il linguaggio del corpo.
“Lo spettacolo – ha detto Wim Vandekeybus durante l’incontro con la compagnia organizzato al Ridotto del Teatro, in vista dell’avant-première – è una sorta di riflessione su questa progenie infame (letteralmente la traduzione di “Infamous Offspring”), del loro rapporto con il padre e la madre, Zeus ed Era, oltre che delle relazioni tra loro. La mitologia ci parla di tutti questi figli ambiziosi che combattono continuamente per il potere, dei padri che mangiano i propri figli. Una spirale infinita di violenze e competizione li lega tra loro. Nonostante tutto, rimangono pur sempre una famiglia, sono fratelli. Ogni cosa accada, rimangono uniti, non lasciano fuori nessuno”. Il finale rimane aperto. “In tutta questa violenza, la speranza si nasconde nelle pieghe, ma c’è. Alla fine viene consegnato qualcosa ai figli, scoprire ‘cosa’ fa parte dello spettacolo. Infamous Offspring lascia tante domande aperte, è una scoperta continua anche per noi”, conclude il regista e coreografo belga. La musica, firmata da Warren Ellis, stretto collaboratore di Nick Cave insieme ad ILA, band la cui cantante è turco-fiamminga, e al sound designer Arthur Brouns, è avvincente, comprimaria ed essenziale allo spettacolo, accompagna tutto il turbinio di “Infamous Offspring”.
I prossimi appuntamenti con la danza contemporanea al Teatro Comunale di Ferrara saranno due prime assolute: il 29 ottobre (ore 16) con “Private Callas”, pièce corale della Compagnia Artemis Danza, con coreografie di Monica Casadei che racconta l’anima frammentata della “Divina” Maria Callas, di cui quest’anno ricorre il centenario della nascita, e il 5 novembre (ore 16) con “Ethio-Gnawa Possible Worlds” con l’Orchestra Creativa Emilia Romagna diretta da Fabrizio Puglisi e le danze di Melaku Belay ed Emebet Woldetsdik, un incontro tra la musica e la danza tradizionale etiope e le sonorità di ricerca europee.