Rimini

Incontro pubblico sulle identità di genere LGBT+

L’incontro in programma il 24 luglio a Rimini. Nell’occasione sarà presentato il libro “Io sono io”

RIMINI – Si terrà Venerdì 24 luglio, alle ore 18,30, presso il Bistrot del Mare (Bagno 28) a Rimini, un incontro pubblico sulle identità di genere. Un momento di confronto e di riflessione sulle diverse condizioni che vivono i ragazzi e le ragazze LGBT+ all’interno delle loro famiglie.

L’iniziativa, che rientra nell’ambito del progetto “Romagna Inclusiva” è promossa dall’Associazione AGEDO (Genitori, Parenti e Amici di persone LGBT+) e sostenuto dai Comuni di San Mauro Pascoli, Gambettola e Longiano, sarà l’occasione per presentare la Campagna AGEDO 2020 contro l’omofobia che prevede, tra le diverse iniziative, l’affissione di oltre 1.000 manifesti in tutti i comuni della costa romagnola e nell’entroterra.

Diverse sono le testimonianze che parteciperanno assieme a Mara Bruschi, Tina Scelsi e Cinzia Viola di AGEDO e con Marco Tonti Presidente di Arcigay Rimini.

All’incontro sarà presente Cinzia Messina, co-autrice assieme a Viola Mazzoni del libro “Io sono io”, edito dal Ponte Vecchio di Cesena, per parlare della storia di una famiglia normale, quella della mamma Cinzia, il babbo Luigi, il fratello Paolo e soprattutto Greta, la giovane transgender di Ravenna, la cui storia è ormai diventata celebre a livello nazionale, dopo le molteplici partecipazioni a programmi TV. Una famiglia normale che si è trovata ad affrontare un passaggio considerato ancora straordinario nella nostra società: quello del coming out di Greta che ha deciso di affermare la propria identità femminile, in barba a convenzioni e opportunità, per realizzare sé stessa e affermare al mondo senza paura “Io sono io”.

È una lunga storia quella della 13enne di Ravenna: “Ci siamo accorti che nostro figlio Marco dimostrava sensibilità e atteggiamenti da bambina intorno a 3 o 4 anni. Inizialmente non capivamo, poi con il tempo la verità è emersa in maniera sempre più nitida. Non è stato semplice, non lo è stato per me e non lo è stato per suo padre”.

I dubbi, poi la consapevolezza: “Mi sono messa a studiare, ho letto tutto quello che c’era da leggere. Ci siamo confrontati con degli esperti e abbiamo deciso di accompagnare Greta”.

Cinzia quasi ragiona a voce alta: “Ogni genitore fa così con i propri figli e noi siamo molto fieri dei nostri”.

“L’idea del libro – spiega Cinzia, la mamma di Greta (e Paolo, il fratello gemello) – ha lo scopo di fare informazione sul tema dell’adolescenza transgender, di cui ancora si parla troppo poco. Quando io, come donna e madre, mi sono trovata a vivere questa esperienza con mia figlia, mi è stato di grande supporto poter leggere che le stesse cose appartenevano ed erano appartenute a tante altre persone. Smetti di sentirti isolata e “strana”. Quindi il primo risultato che spero di ottenere con questo libro è quello di giungere al cuore di tante altre famiglie e di dare sollievo ai loro dubbi e alle loro paure”.

“Siccome poi – prosegue Cinzia – tante persone, pur non conoscendo la nostra vita, si permettono di giudicare e di puntare il dito, dicendo cosa farebbero o cosa avrebbero fatto al posto nostro, spero che anche a loro il libro possa aiutare a considerare le cose da un altro punto di vista. Magari, che faccia venir loro la voglia di conoscerci. Mettere la faccia nelle battaglie che si portano avanti, come stiamo facendo noi – commenta – ha un costo. Ma Greta sta crescendo, nascondere il suo percorso significa ignorarla e io vorrei proprio che quello che capita a lei fosse considerato normalità”.

Sua figlia Greta ha 13 anni, è transgender, e ha un solo problema: all’anagrafe è stata registrata con un altro nome, Marco. Un nome maschile, che gli è stato dato al momento della nascita, prima di fare coming out. Ma lei ora è Greta e il nome registrato al comune non è più il suo.

Per questo i suoi genitori sono andati dal giudice di Ravenna e hanno chiesto la correzione. “Non è una battaglia legale – ci tiene a sottolineare Cinzia – è una richiesta normale. Vogliamo semplicemente che in nome di Greta sostituisca il vecchio e sia scritto sui documenti”.

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Pubblicato da
Roberto Di Biase

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