Mercoledì 15 novembre alle 10.30 nella sala di Giunta della residenza municipale
FERRARA – Mercoledì 15 novembre alle 10.30, nella sala di Giunta della residenza municipale di Ferrara, si svolgerà la presentazione della mostra iconografica e documentaria itinerante “Passi di libertà – Il cammino dei nostri primi 70 anni”, che sarà poi inaugurata nella sala dell’Albo Pretorio dove resterà allestita fino al 23 novembre.
La mostra è organizzata da coordinamento donne SPI-Cgil di Reggio Emilia, di Modena ed Emilia Romagna, Centro Documentazione Donna di Modena, Coordinamento Donne SPI CGIL Ferrara, Camera del Lavoro di Ferrara, Assessorato alle Pari Opportunità del Comune di Ferrara con la collaborazione di Fondazione Altobelli, CGIL, UDI-Ferrara, Museo del Risorgimento e della Resistenza, Istituto di Istruzione Superiore “Vergani-Navarra” di Ferrara Classe 5^G.
Interverranno alla presentazione e al taglio del nastro il vice sindaco e assessore alle Pari Opportunità del Comune di Ferrara Massimo Maisto, la segretaria SPI CGIL Ferrara Manuela Fantoni, la referente UDI sezione di Ferrara Liviana Zagagnoni, la classe 5^G Istituto Istruzione Superiore “Vergani-Navarra”, la dirigente del Museo Risorgimento e Resistenza di Ferrara Antonella Guarnieri e la curatrice della mostra Elena Falciano.
(Comunicazione a cura degli organizzatori)
” Passi di libertà’ – Il cammino dei nostri primi 70 anni”
SCHEDA MOSTRA – Il Coordinamento Donne SPI CGIL di Reggio Emilia, unitamente al Coordinamento Donne SPI CGIL di Modena ed Emilia Romagna e al Centro documentazione donna di Modena hanno promosso – in collaborazione con Fondazione Altobelli e Cgil – la realizzazione della mostra Passi di LIBERTA’ quale percorso divulgativo e simbolico di ricostruzione storica della conquista della piena cittadinanza femminile, a partire dalla conquista del voto attraverso le lotte e le conquiste di diritti paritari nella sfera pubblica e nella sfera familiare e per l’autodeterminazione. La mostra ha il patrocinio di Regione Emilia-Romagna/Assemblea legislativa, Regione Emilia-Romagna, Università di Modena e Reggio Emilia; Comune di Modena e Comune di Reggio Emilia hanno patrocinato l’allestimento in quelle città (maggio-giugno 2017). La mostra nasce dal desiderio dei soggetti promotori di segnare con una forte iniziativa culturale le celebrazioni dei settantesimi del triennio 2016-2018: primo voto delle donne italiane (marzo 1946), promulgazione (22 dicembre 1947) ed entrata in vigore della Costituzione (1 gennaio 1948) che finalmente sancisce il riconoscimento della pari dignità sociale e dell’uguaglianza davanti alla legge tra i sessi. L’obiettivo è quello di offrire uno strumento per celebrare questi anniversari quali occasioni di riflessione e di rappresentazione delle lotte e delle conquiste delle donne dei diritti non solo politici, ma anche civili e sociali che, prendendo avvio con la caduta del fascismo, determinano la nascita e l’evoluzione storico-culturale dell’Italia repubblicana. Innanzitutto la conquista del diritto di voto con il decreto del 1945, che trasforma la natura giuridica delle italiane, da esseri invisibili ad elettrici ed elette, riconoscendo loro autonomia e individualità. Trasformazione che avvia anche il processo di modifica dei rapporti tra uomini e donne non solo nello spazio pubblico, ma anche in quello privato familiare. Quindi l’articolo 3 della Costituzione che affermando l’uguaglianza dei cittadini, al di là delle differenze di sesso, apre nuove e articolate polarizzazioni tra uguaglianza e differenza atte a scardinare la falsa neutralità delle categorie di “uomo” e “cittadino” su cui si basava da centinaia di anni la storia dei cosiddetti “diritti universali”. E poi tutte le leggi di applicazione di quei principi che hanno migliorato passo dopo passo la vita delle italiane in questi primi 70 anni. La finalità da raggiungere, attraverso la mostra e le iniziative collaterali che possono realizzarsi, è quella di dare alle giovani generazioni elementi per affrontare il presente e i PASSI di LIBERTA’ che ancora mancano al raggiungimento della piena cittadinanza femminile in una democrazia che possa definirsi “paritaria”.
LA MOSTRA – La mostra crea un percorso interattivo e simbolico coinvolgendo le visitatrici e i visitatori in un cammino di lettura della storia dell’evoluzione dei diritti delle donne italiane attraverso un doppio registro, quello delle memorie collettive e quello dei percorsi individuali a cui ciascuna donna ancor oggi è chiamata, per conoscere, ereditare e valorizzare l’esercizio delle conquiste collettive. La mostra punta quindi su storia e memorie rappresentando: a) le battaglie collettive per la conquista dei diritti (politici, civili e sociali, dal diritto del lavoro, all’accessibilità delle carriere pubbliche e non solo, al diritto di famiglia, ecc.) che trasformano radicalmente l’identità e la memoria collettiva delle donne, ma culturalmente l’intera società; b) i percorsi individuali per esercitare quei diritti nella sfera pubblica e privata, che cambiano la soggettività delle singole donne e la loro relazione con gli uomini. La mostra si rivolge a uomini e donne per spingerli a una riflessione sul tema dei diritti delle donne e della relazione tra i sessi. Vuole anche parlare alle protagoniste di quelle battaglie al fine di offrire spunti di riflessione sui cambiamenti individuali e collettivi che hanno promosso con la loro azione politica, e parla alle giovani generazioni di donne impegnate nell’esercizio quotidiano dei propri diritti al fine di spingerle alla partecipazione pubblica, in una società globale e interculturale che spesso mette in discussione proprio tali conquiste.
LA DOCUMENTAZIONE – Riproduzioni di immagini fotografiche e di fonti documentarie (manifesti, articoli di riviste, foto d’epoca, immagini di oggetti di design e della moda del tempo, ecc.), provenienti principalmente dagli archivi delle associazioni e dei movimenti o di tante singole donne protagoniste della storia locale ma anche nazionale di quegli anni, conservati presso il Centro documentazione donna di Modena e presso gli altri soggetti promotori, trovano posto attorno alla linea del tempo che scandisce ogni pannello, decennio per decennio. Le battaglie per la conquista dei diritti, l’emancipazione e l’autodeterminazione – che rappresentano il filo rosso della storia delle donne di questi 70 anni di vita repubblicana – si traducono così in immagini. La documentazione della mostra, non essendo localmente situata (le fonti sono locali e nazionali al contempo), si presta dunque ad essere riallestita in collocazioni diverse.