Forli Cesena

In un anno diminuito del 30% il numero dei profughi accolti a Cesena e nell’Unione Valle Savio

CESENA – In un anno i richiedenti asilo ospitati nel territorio dell’Unione Valle Savio sono diminuiti di oltre il 30%, passando dagli oltre 300 della scorsa estate a poco più di 200 presenti nello stesso periodo di quest’anno.

Nel dettaglio, il quadro al 31 luglio 2017 era il seguente: nelle 26 strutture dell’Unione Valle Savio c’erano 254 profughi; a loro si devono aggiungere i richiedenti protezione internazionale – a quanto risulta almeno una cinquantina – accolti nelle strutture di Macerone e di San Carlo dall’associazione Croce d’Oro sulla base del rapporto diretto con la Prefettura di Forlì-Cesena.

Un anno dopo, al 31 luglio scorso, nel cesenate i profughi a cui è stata data accoglienza risultano essere in tutto 211.

In questo numero, infatti, ora sono compresi anche i profughi accolti dalla Croce Oro, che nel frattempo – come ampiamente annunciato nei mesi scorsi – ha partecipando all’istruttoria pubblica emessa dall’Unione Valle Savio (uscendo così dal rapporto diretto con la Prefettura) e ha avviato modalità di accoglienza in tutto e per tutto simili a quelle già adottate dai Comuni: tetto massimo di 25 persone per centro, corsi di italiano per gli le persone ospitate, coinvolgimento nelle attività socialmente utili, apertura periodica dei centri per i controlli e le verifiche della commissione comunale preposta. Da segnalare, inoltre, che la struttura gestita dalla Croce Oro a San Carlo ora è stata chiusa

“La comparazione delle presenze – rimarcano il Sindaco Paolo Lucchi e l’Assessore ai Servizi per le Persone Simona Benedetti – evidenzia in modo netto che gli arrivi stanno progressivamente calando, a Cesena come nel resto del territorio italiano. Restano, naturalmente, molti problemi da affrontare e alcuni nodi su cui auspichiamo che con celerità il Governo si pronunci e assuma provvedimenti, fino ad oggi poco e malamente annunciati, senza l’assunzione di alcun atto concreto. Come procedere con le persone che escono dai centri di accoglienza straordinaria (CAS) in possesso della documentazione emessa dalle istituzioni competenti che attesta il riconoscimento di protezione internazionale? Potrebbero essere inserite nel regime di accoglienza più solido denominato SPRAR e rivolto ai richiedenti asilo, il cui ampliamento, tuttavia, è in stato di stallo da parte del Ministero degli Interni. Per non parlare di coloro che, invece, non ottengono nei CAS il riconoscimento di protezione umanitaria. In entrambi i casi, se non si sblocca la situazione, si tratta di persone che continueranno in buona parte a riempire le nostre strade. Senza alcun rispetto, senza alcun diritto e dignità, forse con qualche rischio in termini di sicurezza. Marco Minniti, precedente Ministro degli Interni, ha sempre sostenuto che i rimpatri non fossero materialmente possibili. Sarebbe utile capire, ora, cosa pensa realmente a tale proposito l’attuale Ministro Salvini che, invece, ogni tanto li preannuncia”.

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Pubblicato da
Roberto Di Biase

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