“La radioembolizzazione, Tare (acronimo di Trans Arterial Radioembolization) – spiega la dottoressa Emanuela Giampalma, direttrice della Radiologia dell’ospedale di Forlì e del Dipartimento di Diagnostica per immagini dell’Ausl Romagna- è una metodica che prevede che delle microsfere contenenti una sostanza radioattiva vengano iniettate con estrema precisione sul tumore, seguendo il flusso arterioso. Le microsfere, di pochi micron di diametro, hanno la capacità di penetrare nel tumore e lì liberano attività radiante in un raggio massimo di un centimetro, portando alla morte delle cellule tumorali stesse. Questa modalità di trasporto, direttamente nei vasi arteriosi, consente di irradiare con alte dosi il tumore, risparmiando i tessuti sani circostanti. Negli ultimi quindici anni sono stati trattati, sia in Italia che nel resto del mondo, migliaia di pazienti, ottenendo risultati sempre più incoraggianti e soprattutto vari trials randomizzati utili per includere la TARE nelle linee guida per il trattamento dei tumori epatici, in particolare dell’epatocarcinoma.”
“Questa tipologia di trattamento – prosegue la dott.ssa Giampalma – per la sua esecuzione richiede l’intervento, contemporaneo e coordinato, di diverse figure professionali: clinici (epatologi e chirurghi), radiologi interventisti, medici nucleari e fisici medici e, proprio per questa ragione, sono pochissimi i centri in Italia in grado di realizzarlo, disponendo delle necessarie professionalità. In particolare, si è formato all’interno dell’Ospedale “Morgagni- Pierantoni” di Forlì, un team interdisciplinare composto da Radiologi Interventisti( Dott.ssa Emanuela Giampalma, Dott. Antonio Vizzuso, Dott. Enrico Petrella), Medici Nucleari (Dott.ssa Federica Matteucci, Dott. Andrea Moretti), Specialisti in Fisica Medica (Dott.ssa Cinzia Fabbri, Dott. Gianluigi Giorgetti, Dott. Vincenzo D’Errico), Chirurghi (Prof. Giorgio Ercolani, Prof. Alessandro Cucchetti) Medici Internisti (Prof. Paolo Muratori, Dott.ssa Daniela Tirotta) e Gastroenterologi (Dott. Carlo Fabbri, Dott.ssa Elisa Liverani, Dott. Carlo Jung).”
“L’Ausl Romagna – conclude – con l’avvio di questa nuova modalità di trattamento si conferma come centro di eccellenza a livello nazionale in grado di offrire ai propri cittadini strumenti terapeutici innovativi e di alta complessità , evitando così di doversi spostare in altri territori per poter ricevere le cure più adeguate.”
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