FORLÌ-CESENA – RIMINI – Al 31 dicembre 2020 nel territorio Romagna (Forlì-Cesena e Rimini) si contano 8.037 imprese straniere* attive, che costituiscono l’11,4% del totale delle imprese attive (12,7% in regione e 10,9% a livello nazionale).
Nel confronto con il 31 dicembre 2019 si riscontra un aumento delle imprese straniere del 3,0%, superiore all’incremento sia regionale (+2,8%) sia nazionale (+2,7%).
I principali settori economici risultano, nell’ordine: Costruzioni (33,7% delle imprese straniere), Commercio (30,4%), Alloggio e ristorazione (9,1%), Industria Manifatturiera (7,5%), Altre attività di servizi (prevalentemente servizi alle persone) (4,9%), Trasporti (3,5%) e Noleggio, agenzie viaggio e servizi alle imprese (3,3%). In termini di variazione annua si registra un aumento in ciascuno di questi: +3,7% nelle Costruzioni, +2,5% nel Commercio, +2,7% nell’Alloggio e ristorazione, +1,2% nel Manifatturiero, +8,9% nelle Altre attività di servizi, +1,1% nei Trasporti e +3,1% nel settore Noleggio, agenzie viaggio e servizi alle imprese.
Le imprese straniere con la maggior incidenza percentuale sul totale delle imprese attive appartengono ai settori Costruzioni (26,0%), Commercio (14,8%), Noleggio, agenzie viaggio e servizi alle imprese (12,9%), Trasporti (12,6%), Altre attività di servizi (11,9%), Industria Manifatturiera (10,1%) e Alloggio e ristorazione (9,9%).
Riguardo alla natura giuridica la maggior parte delle imprese straniere sono imprese individuali (80,6% del totale), alle quali seguono, ben distanziate, le società di capitale (11,7%) e le società di persone (7,1%); nel confronto con l’anno precedente crescono tutte e tre le forme giuridiche, in particolar modo le società di capitale (+7,5%).
“Da qualche anno i dati rilevano una crescita delle imprese straniere nel nostro Territorio, crescita che si conferma anche per il 2020, nonostante le difficoltà straordinarie che hanno caratterizzato questo ultimo periodo – dichiara Alberto Zambianchi, Presidente della Camera di commercio della Romagna -. Quello dell’imprenditorialità “straniera” rappresenta sicuramente un fenomeno complesso, che necessita di “chiavi di lettura” specifiche e di riflessioni. Prima fra tutte quella che ci fa rilevare come le persone che decidono di migrare, in genere, sono quelle più dinamiche, più dotate di “propensione al rischio” e che possiedono una buona capacità di adattamento. Va poi comunque sottolineato che il trend in crescita conferma l’attrattività dei nostri Territori. Inoltre, si può notare che le imprese guidate da stranieri rappresentano, non solo un fattore di benessere per le rispettive famiglie, ma anche un fattore di sana integrazione, con ricadute economiche e sociali positive. Concludo sottolineando che si tratta di un fenomeno importante che deve essere guidato da politiche mirate e finalizzate a favorirne lo sviluppo nell’ambito della legalità”.
Le Imprese Straniere: focus provinciale Forlì-Cesena
Al 31 dicembre 2020 in provincia di Forlì-Cesena si contano 3.657 imprese straniere attive, che costituiscono il 10,1% delle imprese attive provinciali (12,7% in Emilia-Romagna e 10,9% in Italia).
Nel confronto con il 31 dicembre 2019 si riscontra un aumento delle imprese straniere del 3,3%, superiore sia all’incremento regionale (+2,8%) sia a quello nazionale (+2,7%).
I principali settori economici risultano le Costruzioni (37,2% delle imprese straniere), il Commercio (26,2%), l’Industria Manifatturiera (10,2%), l’Alloggio e ristorazione (7,6%), le Altre attività di servizi (prevalentemente servizi alle persone) (5,3%) e i Trasporti (4,0%). Rispetto al 31/12/19 crescono le imprese straniere in tutti i settori sopra citati: +4,1% le Costruzioni, +3,3% il Commercio, +1,1% il Manifatturiero, +2,6% l’Alloggio e ristorazione, +5,5% le Altre attività di servizi e +2,8% i Trasporti.
I settori con la più alta incidenza percentuale delle imprese straniere sul totale delle imprese attive sono i seguenti: Costruzioni (24,5%), Commercio (12,1%), Trasporti (11,5%), Industria Manifatturiera (10,8%), Altre attività di servizi (10,7%), Noleggio, agenzie viaggio e servizi alle imprese (10,3%) e Alloggio e ristorazione (10,2%).
Riguardo alla natura giuridica delle imprese straniere prevalgono nettamente le imprese individuali (83,8% del totale), seguite, a distanza, dalle società di capitale (9,5%) e società di persone (6,3%); in termini di variazione annua crescono sia le imprese individuali (+2,9%) sia, soprattutto, le società di capitale (+11,5%) mentre rimangono stabili le società di persone.
In un contesto di analisi territoriale, poi, si evidenzia come più della metà delle imprese straniere provinciali (il 55,4%) si trovano nei comuni di Forlì (33,8%) e Cesena (21,6%), ossia nei “Grandi centri urbani”; buona anche la presenza nei comuni di Cesenatico (8,9%), Forlimpopoli (2,4%) e Bertinoro (1,9%), ossia nei cosiddetti “Comuni di cintura” (totale 13,2%), e di Savignano sul Rubicone (7,4%), Gatteo (4,3%), San Mauro Pascoli (3,9%), Gambettola (2,6%) e Longiano (1,4%) (”area del Basso Rubicone”, totale 19,6%). Ad essi vanno aggiunti i comuni di Meldola (2,1%) (Valle del Bidente), Castrocaro Terme e Terra del Sole (1,6%) (Valle del Montone), Mercato Saraceno (1,3%) e Bagno di Romagna (1,1%) (entrambi della Valle del Savio).
In sintesi, il 54,9% delle imprese straniere attive si trova nel comprensorio di Cesena e il 45,1% nel comprensorio di Forlì.
I comuni con la più alta incidenza percentuale delle imprese straniere sul totale delle imprese attive sono Gatteo (18,1%), Savignano sul Rubicone (17,3%), San Mauro Pascoli (13,4%), Forlì (11,9%), Gambettola (10,8%) e Cesenatico (10,4%).
In merito, infine, alle nazionalità, Albania (568 imprese), Cina (361), Romania (354), Marocco (324) e Tunisia (205) rappresentano i principali Paesi di provenienza degli imprenditori esteri, raggiungendo il 59,1% del totale straniero. Da evidenziare come più della metà delle imprese albanesi, rumene e tunisine appartengano al settore edile (rispettivamente, 76,4%, 58,5% e 81,0%) e delle imprese marocchine al commercio (58,0%). Maggiore equidistribuzione, invece, per le imprese cinesi, dove non vi è un settore che assorbe la metà delle stesse; nel dettaglio, il 45,2% sono attive nel manifatturiero, il 21,3% nel commercio, il 17,7% nei servizi alle persone e il 14,1% nella ristorazione.
Le Imprese Straniere: focus provinciale Rimini
Al 31 dicembre 2020 in provincia di Rimini si contano 4.380 imprese straniere attive, che costituiscono il 12,8% del totale delle imprese attive (12,7% in regione e 10,9% a livello nazionale).
Nel confronto con il 31 dicembre 2019 si riscontra un aumento delle imprese straniere del 2,7%, in linea con l’incremento regionale (+2,8%) e nazionale (+2,7%).
I principali settori economici risultano il Commercio (34,0% delle imprese straniere), le Costruzioni (30,7%), l’Alloggio e ristorazione (10,4%), l’Industria Manifatturiera (5,2%), le Altre attività di servizi (prevalentemente servizi alle persone) (4,5%) e Noleggio, agenzie viaggio e servizi alle imprese (3,9%). Rispetto al 31/12/19 crescono le imprese straniere in tutti i settori sopra citati: +2,0% il Commercio, +3,3% le Costruzioni, +2,7% l’Alloggio e ristorazione, +1,3% il Manifatturiero, +12,5% le Altre attività di servizi e +2,4% per Noleggio, agenzie viaggio e servizi alle imprese.
I settori con la più alta incidenza percentuale delle imprese straniere sul totale delle imprese attive sono i seguenti: Costruzioni (27,6%), Commercio (17,3%), Noleggio, agenzie viaggio e servizi alle imprese (15,2%), Trasporti (14,1%), Altre attività di servizi (13,3%), Alloggio e ristorazione (9,7%) e Industria Manifatturiera (9,0%).
Riguardo alla natura giuridica delle imprese straniere prevalgono nettamente le imprese individuali (77,9% del totale), seguite, a distanza, dalle società di capitale (13,6%) e società di persone (7,8%); in termini di variazione annua crescono sia le imprese individuali (+2,3%), sia le società di persone (+2,7%) che, soprattutto, le società di capitale (+5,3%).
In un contesto di analisi territoriale, poi, si evidenzia come più della metà delle imprese straniere provinciali si trova nel comune di Rimini (55,7%), classificato come “Grande centro urbano”; buona anche la presenza nei comuni di Riccione (10,0%), Bellaria-Igea Marina (6,6%), Santarcangelo di Romagna (3,7%) e Coriano (1,5%), ossia nei cosiddetti “Comuni di cintura” (totale 21,8%), e di Cattolica (5,1%), Misano Adriatico (3,3%) e San Giovanni in Marignano (1,8%) (”area del Basso Conca”, totale 10,2%). Ad essi vanno aggiunti i comuni di Morciano di Romagna (2,0%), San Clemente (1,3%) e Montescudo-Monte Colombo (1,3%) (tutti e tre della Valconca), Verucchio (2,1%) e Novafeltria (1,3%) (entrambi della Valmarecchia).
I comuni con la più alta incidenza percentuale delle imprese straniere sul totale delle imprese attive sono Rimini (16,4%), Talamello (13,6%), Gemmano (13,5%), Bellaria-Igea Marina (12,9%), San Clemente e Montescudo-Monte Colombo (12,8% per ciascuno) e Verucchio (12,6%).
In merito, infine, alle nazionalità, Albania (657 imprese), Bangladesh (362), Romania (361), Cina (297) e Marocco (161) rappresentano i principali Paesi di provenienza degli imprenditori esteri, raggiungendo il 53,9% del totale straniero. Da evidenziare come più della metà delle imprese albanesi e rumene appartengano al settore edile (rispettivamente, 68,5% e 64,3%) e delle imprese bengalesi e marocchine al commercio (nell’ordine, 92,0% e 52,2%). Maggiore equidistribuzione, invece, per le imprese cinesi, dove non vi è un settore che assorbe la metà delle stesse; nel dettaglio, il 42,4% sono attive nel commercio, il 26,3% nel manifatturiero, il 16,5% nei servizi alle persone e il 12,5% nella ristorazione.
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