Tanti i sacerdoti in prima linea come Don Massimo Martelli, Parroco di S. Giacomo Maggiore del Carmine, che accoglie i disabili nella casa “Dopo di noI”
IMOLA (BO) – Annunciatori del Vangelo in Parole ed opere nell’Italia di oggi, promotori di progetti anti-crisi per famiglie, anziani e giovani in cerca di occupazione, in prima linea nella gestione dell’emergenza Covid 19, i sacerdoti si affidano alla comunità per essere liberi di servire tutti.
“Ogni Offerta è il segno concreto di questa vicinanza. Raggiunge tutti i sacerdoti, dal più lontano al nostro – spiega il responsabile del Servizio Promozione per il sostegno economico alla Chiesa cattolica, Massimo Monzio Compagnoni – Tanto più nell’anno difficile del Covid, in cui da mesi i preti diocesani continuano a tenere unite le comunità disperse, incoraggiano i più soli e non smettono di servire il numero crescente di nuovi poveri. Oggi più che mai i nostri sacerdoti sono annunciatori di speranza, ci incoraggiano a vivere affrontando le difficoltà con fede e generosità, rispondendo all’emergenza con la dedizione”.
Le Offerte sono lo strumento che permette a ogni fedele di contribuire, secondo un principio di corresponsabilità, al sostentamento di tutti i sacerdoti diocesani che assicurano una presenza costante in tutte le parrocchie per annunciare il Vangelo e supportare le comunità. Ogni Offerta rappresenta dunque un importante segno di appartenenza e comunione.
Destinate all’Istituto Centrale Sostentamento Clero, le Offerte sono uno strumento perequativo e di solidarietà nazionale scaturito dalla revisione concordataria del 1984, per sostenere l’attività pastorale dei circa 34.000 sacerdoti diocesani. Infatti da oltre 30 anni i sacerdoti non ricevono più uno stipendio dallo Stato, la congrua, ed è responsabilità di ogni fedele partecipare al loro sostentamento, anche attraverso questa modalità.
Don Massimo Martelli
Da tre anni è in vigore la prima legge a tutela dei cittadini con disabilità grave, privi di sostegno parentale. Da allora sempre più parroci, raggiunti dalle nostre Offerte, hanno dato vita ad alloggi, piani di inclusione e di lavoro. Come Don Massimo Martelli, sacerdote dal 2001, parroco da giugno 2020 di San Giacomo Maggiore del Carmine e assistente spirituale della Fondazione diocesana Santa Caterina di Imola che risponde ai nuovi bisogni di chi rischia di restare solo. Come i disabili adulti accolti nella casa Dopo di noi, dedicata a chi ha come unico, grande pensiero il futuro di un figlio disabile.
“Il nostro Dopo di noi è parte viva del grande villaggio che è la Fondazione, composta da una cinquantina di dipendenti motivati e vicini ai fratelli – spiega don Massimo Martelli alla rivista Sovvenire, il trimestrale Cei di informazione sul sostegno economico alla Chiesa – In un condominio, composto da 8 appartamenti inaugurati nel 2014, sono ospitate circa 20 persone con disabilità, alcune con i propri genitori, accudite da un team di volontari ed educatori.”
Nata come Istituto degli Artigianelli nel 1915, fondato da don Angelo Bughetti, parroco imolese dichiarato Servo di Dio, la Fondazione è un crocevia di realtà differenti tra loro ma tutte nel segno della solidarietà e della dignità restituita. Affacciate in una grande corte vi sono le scuole, l’oratorio, lo studentato universitario, la mensa e la comunità per adolescenti in difficoltà.
A causa dell’emergenza la Fondazione ha rimodulato i propri servizi mantenendo la continuità dell’assistenza e del supporto alle mamme ospitate con i propri bambini nella Comunità di Villa Pambera, agli ospiti della struttura residenziale “Sul Sentiero”, che accoglie stabilmente nove ragazzi, psicologicamente fragili e con problemi familiari e ai quindici adolescenti che frequentano il centro diurno che si intitola significativamente “Effathà” che in aramaico vuol dire “Apriti”.
“Durante il lockdown abbiamo garantito la continuità dei nostri servizi e la scorsa estate abbiamo riaperto anche il centro estivo diurno, pur con numeri ridotti, accogliendo quotidianamente una trentina di adolescenti – sottolinea Don Massimo -Aderiamo, inoltre, al sodalizio “No sprechi”, composto da varie associazioni oltre alla Caritas di Imola, che fornisce la spesa gratuita tramite l’Emporio solidale, attività che non si è mai fermata anche nei difficili mesi dell’emergenza sanitaria”.
Anche il servizio mensa è stato rimodulato per le misure anti covid e, temporaneamente, è accessibile solo agli interni; questa scelta obbligata ha comportato un disagio diffuso tra i tanti studenti, lavoratori e famiglie a basso reddito che la frequentavano con assiduità. Il menù del giorno viene pubblicato sulla pagina facebook (https://www.facebook.com/mensasantacaterina) ma è consentito solo l’asporto previa prenotazione.
Fa parte dell’universo della Fondazione Santa Caterina anche la Serra San Giuseppe, dove oggi alcuni disabili lavorano, tra giovani piante e la coltivazione degli ortaggi.
Rimanendo fedele alle proprie radici e ispirandosi ai principi della dottrina sociale della Chiesa cattolica, la Fondazione, fortemente radicata nel territorio, si impegna quotidianamente nel concretizzare una carità operosa grazie anche ad una rete solidale di volontari e di educatori.
“La messa che viene celebrata insieme al Rosario nei giorni feriali, nella cappella del nostro Istituto, per altro in sicurezza, ma ancora lesionata dal terremoto del 2012, – conclude Don Massimo Martelli – è lo sguardo fiducioso che rimandiamo al Padre e a Maria Madre della Divina Provvidenza, a cui chiediamo ancora aiuto con le parole di don Angelo Bughetti, che iniziò l’opera nella precarietà di vita dovuta alla prima guerra mondiale “vesti i tuoi gigli, pasci i tuoi passeri…”.
Le Offerte per i sacerdoti
La “missione” di sacerdoti come don Massimo è resa possibile anche grazie alle Offerte per i sacerdoti, diverse da tutte le altre forme di contributo a favore della Chiesa cattolica, perché espressamente destinate al sostentamento dei preti diocesani.
Dal proprio parroco al più lontano. Ogni fedele è chiamato a parteciparvi, a titolo personale o della propria famiglia. L’Offerta è nata come strumento di comunione tra sacerdoti e popolo di Dio e delle parrocchie tra loro. Per dare alle comunità più piccole gli stessi mezzi di quelle più popolose, nel quadro della ‘Chiesa-comunione’ delineata dal Concilio Vaticano II.
Nel 2019 sono state raccolte 84.699 Offerte, per un totale di 7.837.075 euro. Queste concorrono a rendere possibile la remunerazione mensile di quasi 34.000 sacerdoti di cui 30.664 sono a servizio delle 227 diocesi italiane, tra questi circa 400 sono stati impegnati nelle missioni nei Paesi del Terzo Mondo come fidei donum mentre 2.848, per ragioni di età o di salute, sono in previdenza integrativa.
Nel consuntivo relativo al 2019, il fabbisogno complessivo annuo per il sostentamento dei sacerdoti è ammontato a 525,5 milioni di euro lordi, comprensivi delle integrazioni nette mensili ai sacerdoti (12 l’anno), delle imposte Irpef, dei contributi previdenziali e assistenziali e del premio per l’assicurazione sanitaria.
A coprire il fabbisogno annuo provvedono: per il 16,7% in prima battuta gli stessi sacerdoti, grazie agli stipendi da loro percepiti (per esempio quali insegnanti di religione o per il servizio pastorale nelle carceri e negli ospedali); per il 7,5% dalle parrocchie presso cui prestano servizio (*). Il resto è coperto per il 6,5% dalle rendite degli Istituti diocesani per il sostentamento del clero, per il 67,6% dalla CEI con una parte dei fondi derivanti dall’8xmille e solo per l’1,7% attraverso le Offerte deducibili per il sostentamento del clero indirizzate all’Istituto Centrale Sostentamento Clero.
Ad oggi quindi le Offerte coprono solo circa l’1,7% del fabbisogno e per remunerare i nostri sacerdoti diocesani bisogna ancora far riferimento all’8xmille. Nonostante questa piccola percentuale, il loro significato indica un’ulteriore consapevolezza e partecipazione alla vita di tutte le comunità italiane, oltre che della propria.
I contributi versati infatti vengono inviati all’Istituto centrale sostentamento clero di Roma, che li distribuisce equamente tra i preti diocesani. Assicura così una remunerazione mensile che va dai 903 euro netti al mese per un sacerdote appena ordinato, fino ai 1.405 euro per un vescovo ai limiti della pensione.
Il contributo è deducibile fino ad un massimo di 1.032,91 euro l’anno.
Info: www.insiemeaisacerdoti.it
(*) Ogni sacerdote infatti può trattenere dalla cassa parrocchiale una piccola cifra (quota capitaria) per il suo sostentamento, pari a circa 7 centesimi al mese per abitante. In questo modo, nella maggior parte delle parrocchie italiane, che contano meno di 5 mila abitanti, ai parroci mancherebbe il necessario. Le Offerte vengono allora in aiuto alla quota capitaria: comportano un piccolo esborso ma indicano una scelta di vita ecclesiale.
Foto: Dopo di Noi Santa Caterina Onlus. Don Massimo nella serra San Giuseppe